Tutti sappiamo che alla guida anche una lieve distrazione può essere fatale. Eppure, allo squillo del proprio cellulare durante la marcia, è sempre difficile tenere a freno l’istinto di dare una rapida occhiata allo schermo, per controllare l’autore della chiamata appena sopraggiunta o per consultare le ultime notifiche ricevute. E l’utilizzo dello smartphone è soltanto una delle molteplici cattive abitudini che possono compromettere l’attenzione dei conducenti e, di conseguenza, la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
Ma quanto questi comportamenti scorretti sono radicati nei giovani, ai primi anni di esperienza di guida? A fare luce sull’argomento è una recente indagine congiunta realizzata da Skuola.net e Autostrade per l’Italia che, nell’ambito del progetto di sicurezza stradale a scuola “Non chiudere gli occhi”, iniziativa che rientra in una più ampia campagna di sensibilizzazione sul tema, ha interpellato oltre 2mila (2.075) ragazzi di età compresa tra i 16 e i 25 anni, per investigare sugli atteggiamenti poco sicuri tenuti in strada, durante la guida.
I numeri
I dati che emergono dalla ricerca non sono confortanti: 1 giovane su 5 racconta di essere spesso distratto alla guida, e sempre 1 su 5 confessa di non essere estraneo all’uso dello smartphone al volante, a causa del quale ha trascurato la dovuta concentrazione necessaria in strada. Tra coloro che hanno utilizzato il proprio telefono, addirittura 4 su 10 lo hanno fatto per realizzare video, selfie o dirette social durante la guida, una tendenza negativa propria dei più giovani, nativi digitali, e che in tempi recenti è stata causa di tragici incidenti stradali che hanno avuto eco sulla cronaca a livello nazionale.
Per quanto riguarda i limiti di velocità, poco meno di 4 ragazzi su 10 ammettono di viaggiare spesso al di sopra della soglia consentita, e circa 1 di questi confessa di infrangerla praticamente sempre.
Destano preoccupazione anche i dati dei conducenti che si mettono alla guida in stato di alterazione psicofisica: 1 ragazzo su 6 ammette di aver a volte guidato sotto l’effetto di alcol o altre sostanze e 4 su 5, nel scegliere se accettare un passaggio da una persona non in condizioni di guidare (uno scenario capitato in prima persona ad oltre un terzo degli intervistati!), hanno comunque optato per acconsentire. Ad essere accolte meglio sono le norme maggiormente radicate come l’utilizzo delle cinture o del casco, rispettate sempre dal 60% degli intervistati, a cui si aggiunge il 18% rappresentato da coloro che a volte hanno qualche dimenticanza. E, in generale, il 53% dei conducenti è sempre solito ricordare ai propri eventuali passeggeri l’utilizzo della cintura di sicurezza.
Statistiche, quelle riportate da questo studio, che dipingono una situazione allarmante ed evidenziano come certe cattive pratiche siano piuttosto diffuso tra i giovani.
Le testimonianze
Abbiamo discusso del tema con Mattia (nome di fantasia), ragazzo riminese di 19 anni, in strada già dai 16 anni grazie al patentino, e da un anno al volante anche delle auto.
“Il problema più allarmante – racconta Mattia – è quello dei giovani alla guida sotto effetto di sostanze alteranti. Non mi riguarda personalmente perché non ho l’abitudine di bere, e quindi sono sempre quello che offre passaggi al resto degli amici, ma è molto frequente che qualcuno, pur essendo conscio di non essere nelle condizioni, si metta alla guida al ritorno, per esempio, da una festa, o che al rientro da una serata si lasci al volante quello ‘messo meno peggio’. Non c’è la concezione e la percezione del pericolo a cui si espone se stessi e gli altri e, anche quando si viene colti dalla polizia, l’idea è più che altro quella di essere stati sfortunati, motivo per il quale sarebbe più opportuno posizionare i controlli direttamente nei pressi dei locali, di modo tale che essere ‘beccati’ non sia più un tentativo andato male, ma diventi la regola, e sia sempre più raro ‘farla franca’. A proposito dei posti di blocco, poi, la loro posizione è spesso oggetto di condivisione online, il che aiuta ad evitarli più facilmente”.
Per quanto riguarda la tua esperienza alla guida?
“Il vizio che più mi caratterizza – prosegue Mattia – non è tanto l’uso dello smartphone mentre guido, che non ho sostanzialmente mai tra le mani, anche grazie al fatto che si colleghi direttamente alla mia auto, né la distrazione al volante, considerato che guido una macchina elettrica e l’attenzione è sempre d’obbligo, vista la silenziosità del motore e la conseguente difficoltà con cui gli altri utenti della strada mi individuano. Piuttosto il mio problema è il rispetto dei limiti di velocità. Ho sia una moto sia una macchina piuttosto potenti, e andare forte mi dà sempre una grande soddisfazione, una certa carica adrenalinica. Vado oltre la soglia consentita piuttosto spesso, senza dovermi preoccupare troppo degli autovelox, dato che, una volta che si sa dove sono collocati, basta frenarci davanti. Tuttavia lo faccio sempre in condizioni di strada libera, in zone poco frequentate e, alla minima presenza di un possibile rischio, mi ricompongo all’istante. Inoltre sono sempre accorto quando ho altri passeggeri a bordo. Ma mi rendo conto che, quello della velocità, è un aspetto della mia condotta stradale sul quale dovrei sicuramente essere più attento. Me ne rendo perfettamente conto e non è giustificabile, e mi sto impegnando per eliminare questa cattiva abitudine”.
Andrea Pasini