Medici, infermieri, dottori di famiglia, oss e tecnici: è nata la Consulta della Pastorale Sanitaria che raccoglie tutte le professioni. Il primo incontro pubblico? Un successo e una porta aperta
Noi operatori sanitari non svolgiamo solo un compito professionale – comunque delicato – ma siamo portatori di uno sguardo di speranza su ogni situazione che affrontiamo.
Ogni realtà è abitata da un Mistero: bisogna spalancare gli occhi e riconoscere questa presenza di bene”. Anna Forlani è infermiera coordinatore di Medicina 1, all’ospedale “Infermi” di Rimini. Dallo scorso settembre è referente di una piccola, nuova équipe nata in seno alla Diocesi di Rimini: la consulta di pastorale sanitaria. La “squadra” raccoglie tutte le professioni sanitarie: medici di famiglia, medici ospedalieri di medicina generale, tecnici, infermieri, oss, coordinatori infermieristici. Partiti in sei, oggi sono 25. “ Sentiamo il bisogno di condividere le esperienze di lavoro. La tentazione di sentirsi molto isolati è forte.
Ciascuno di noi svolge un ruolo importante nell’assistenza sanitaria e nel contatto con le persone con il rischio di essere professionali, ma soli, ciascuno chiuso nel proprio mondo.
La pastorale sanitaria nasce dal desiderio di stare assieme, riprendere consapevolezza nel lavoro e portare speranza a quanti incontriamo nel nostro quotidiano cammino”.
Dagli incontri quindicinali dell’équipe è nato il primo gesto pubblico. Nemmeno la prima serata fredda dell’autunno ha frenato l’entusiasmo per la novità: in Sala Manzoni oltre 150 persone si sono ritrovate in un momento di ascolto e di condivisione. Dopo un’introduzione, l’ortopedico dell’Inferni Alberto Morigi e il medico odontoiatra riccionese Davide Cortellini ( nella foto piccola) hanno suonato alcune canzoni. “Fix you” dei Coldplay racconta la difficoltà del vivere ma anche la consolazione che arriva da chi ti sta accanto. “I Still havent’Found What I’m Looking For” è una hit mondiale degli U2 che racconta – con una metrica che ricorda un salmo responsoriale – della ricerca spasmodica di un uomo, che infine si risolve ed è quasi una professione di fede rock. “Il pescatore” di Fabrizio De Andrè è dedicata alla “genovesità” del vescovo Nicolò.
Poi è stata la volta delle testimonianze: il medico di famiglia, dott.ssa Micaela Mancini (operante a Rimini), l’infermiera della cardiologia in ospedale Gigliola Ciaroni e la oss che lavora all’Hospice Elisa Bargellini. Poi microfono aperto a tutti.
“ Dov’è questo Gesù? Chi vede me vede Gesù.
– ha detto il vescovo Nicolò – Le persone vedendo noi devono poter vedere Gesù, e noi possiamo vedere Gesù negli altri”.
E rivolto ancora agli operatori sanitari: “ C’è una ricchezza nell’esperienza professionale e spirituale che vivete a contatto
con chi è nella sofferenza ma anche con i familiari, una ricchezza di cui tutti abbiamo bisogno”.
“ Il lavoro è gravoso, impegnativo e talvolta arduo. Ma in questa complessità se riconosciamo che c’è una chiamata misteriosa che ci provoca alla realizzazione umana, possiamo vivere la corsia, l’ambulatorio o la sala operatoria senza soffocare, ma vivere una pace e una felicità personale”, rilancia decisa la Forlani.
“ La Pastorale Sanitaria può sostenere chi si trova a nuotare nel mare del vuoto e della paura per la sua situazione fisica, ma soprattutto aiuta noi che ne facciamo parte, regalandoci la certezza di un senso e la condivisione con tutta la Chiesa riminese rappresentata dal Vescovo.
– ne è convinto il dott. Morigi – Non siamo soli ma collaboratori di Gesù”.
Per don Mirco Mignani: “ La consulta, le testimonianze, gli incontri sono tutti momenti che aiutano a vivere la vocazione”.
Mentre gli incontri della consulta proseguono a cadenza trisettimanale (martedì 16 gennaio alle 18.30 il prossimo appuntamento), un altro punto fermo della Pastorale sanitaria è la Giornata del Malato. A Rimini si celebrerà sabato 10 febbraio nell’aula G dell’ospedale “Infermi”.
Sarà lo stesso vescovo Nicolò a presiedere la S.
Messa, affiancato dai cappellani dell’ospedale don Marzio Carlini e don Mirco Mignani e dai diaconi che collaborano. “ Abbiamo già iniziato ad invitare amici e colleghi, invitati in corsia e negli ambulatori, se ne parla tanto anche in ospedale”. Piccoli segni di missionarietà crescono. E possono dilatarsi.
Un’altra serie di appuntamenti è prevista all’ospedale “Franchini” di Santarcangelo. Il vescovo Nicolò presiederà una Messa al mese nel nosocomio clementino.