Oltre sei decenni da sacerdote e ben 47 nella stessa parrocchia, Corpolò. Don Spadoni e l’indomabile desiderio di avvicinare alla fede con ogni mezzo
Martedì mattina 12 dicembre, alle ore 8.15, don Nicola Spadoni, già parroco di Corpolò, è salito al Padre, a conclusione della lunga malattia che lo accompagnava già da qualche anno. Aveva compiuto 86 anni. Ha servito la comunità di Corpolò per quasi 50 anni, introducendo il cammino neocatecumenale, gli scout, il post cresima e la decennale. Nato a Misano Adriatico il 10 settembre 1937, don Nicola è stato ordinato presbitero il 29 giugno 1962 per imposizione delle mani del vescovo Emilio Biancheri. Dopo un’esperienza pastorale a San Lorenzo di Riccione, è stato successivamente a Viserba in qualità di cappellano, dando origine al cineforum con i ragazzi, affiancato da personaggi del calibro di Massimo Conti (che diventerà sindaco di Rimini), Lorenzo Cagnoni (per decenni presidente di Rimini Fiera) e Silvano Perazzini, responsabile del ramo maschile riminese del movimento di Focolari. Nominato parroco a Corpolò, don Nicola ha fatto il suo ingresso esattamente il 9 marzo 1969 accompagnato da un lancio di volantini da un piccolo aereo da turismo organizzato dai parrocchiani.
In questa ultima parrocchia del comune di Rimini, don Nicola è stato parroco per 47 anni, mentre è diventato amministratore parrocchiale nella vicina santi Cristina e Paolo nel 2001.
Tra le tante iniziative pastorali che don Nicola ha abbracciato e caldeggiato in questi decenni si segnalano l’apertura del movimento scout (1996), il gruppo denominato Rimini 8 (1998, poiché all’inizio i capi erano censiti nel Rimini 7), la realtà del Post Cresima (per i ragazzi che hanno terminato la preparazione ai sacramenti) e la Decennale, un trittico di incontri per i ragazzi a dieci anni dalla prima Comunione.
Nel 1974 don Nicola ha incontrato l’esperienza ecclesiale del Cammino neocatecumenale che non ha più abbandonato, accogliendo in parrocchia numerose comunità che ancora oggi vivono questo itinerario di riscoperta del battesimo, per il quale il don si è speso per decenni anche come catechista.
Dal febbraio 2016, la parrocchia di Corpolò è stata affidata a padre Pietro Barilari in qualità di amministratore parrocchiale, rimanendo don Nicola a vivere e a collaborare in parrocchia, dove è rimasto, accudito e accompagnato, perché nel frattempo la malattia ne ha debilitato il fisico.
Amava la lettura (specie di carattere religioso), il cinema, il ping pong e la storia locale, in particolare di Corpolò, alla quale ha dedicato alcuni libri, tra cui Corpolò. Un paese, la sua Chiesa, la sua gente
(edizioni ilPonte), che aveva voluto donare alla parrocchia in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio, ricostruendo dalle origini luoghi e tradizioni corpolesi, e “regalando” un affresco della vita della parrocchia dell’ultimo mezzo secolo.
Era profondamente convinto dell’importanza dell’educazione, e si è prodigato anche in questo campo, ad esempio organizzando gli “Incontri di Quaresima” nella sala del quartiere su temi di stretta attualità come la sessualità, la coppia, la crisi. Come pure i cineforum (proposta che amava molto) del venerdì, “Storie da vedere” per discutere e riflettere insieme. Tra le tante iniziative messe in campo a livello pastorale, non si può non citare i musical, proposti per anni: dal maestoso Forza venite gente al parco, a Sant’Antonio, la storia di Madre Teresa di Calcutta e altri ancora, coinvolgendo anche compagnie locali.
Don Nicola aveva redatto il suo “Testamento spirituale” tre anni prima della morte, nel 2020. In questo scritto per prima cosa, rinnovava la sua professione di fede in tutte le verità rivelate da Gesù Cristo e trasmesse dalla Chiesa.
Poi salutava e benediceva “ tutti coloro che ho incontrato sul mio pellegrinaggio terreno e chiedo umilmente perdono a quanti avessi offeso involontariamente”.
In tutta la vita da sacerdote ha seguito il desiderio di “ trasformare la parocchia in un’armonia di carismi, doni e iniziative”.
Sulla parola “armonia” si è soffermato il vescovo Nicolò nell’omelia: “ Nel seguire un carisma e nel seguire la vita della parrocchia e della diocesi c’è lo stesso Spirito che è l’anima della Chiesa. Questo Spirito non può avere una doppia personalità, soffrire di schizofrenia” ha detto mons.
Anselmi. Lo stesso papa Francesco utiizza spesso la parola “armonia” quando ultimamente parla ai movimenti e alle associazioni. “ Lo Spirito Santo è la fonte di questa armonia, che rende possibile e vivace l’appartenenza forte ad un’esperienza ecclesiale e contemporeamenate all’unica chiesa di Dio”.