2024, ritorno all’antico splendore per il Tempietto di Sant’Antonio. È previsto infatti per la prossima primavera l’avvio dell’intervento di restauro del piccolo gioiello dell’architettura in piazza Tre Martiri, uno dei simboli identitario della città, che potrà essere valorizzato grazie all’impegno congiunto del Comune di Rimini, della Soprintendenza e dell’imprenditore riminese Bonfiglio Mariotti, che finanzierà l’intervento attraverso il contributo Art Bonus.
Entro dicembre pronto il progetto esecutivo per l’intervento di restauro. Lo studio di fattibilità per la manutenzione, protezione e restauro del tempietto era stato approvato lo scorso aprile dall’Amministrazione, per poi essere sottoposto alla Soprintendenza Belle Arti Archeologia e Paesaggio che lo scorso settembre ha dato l’autorizzazione ai lavori di restauro. Nel mese di gennaio 2024 inizieranno le procedure di selezione dell’appaltatore e di affidamento dei lavori. I restauratori si metteranno dunque all’opera dalla primavera, con una durata di lavori stimata in sei mesi, riconsegnando quindi il monumento alla città nel corso del 2024. Il progetto ha un valore complessivo di 200.000 euro, finanziato per 150 mila euro attraverso il contributo del privato.
Gli interventi interesseranno sia la parte esterna, sia la parte interna, oltre alle parti impiantistiche. L’esterno sarà restaurato grazie ad un consolidamento e una pulitura complessiva della Pietra d’Istria e della pietra di San Marino; anche la copertura sarà revisionata e restaurata così infissi, fregi e parti metalliche. Internamente si interverrà nelle parti in pietra e nella volta intonacate, gli affreschi interni, la scultura lignea e l’adeguamento degli impianti.
Il Tempietto di Sant’Antonio risale alla prima metà del Cinquecento. Nel corso dei secoli vari ha subìto vari interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro in seguito a degradi dovuti al tempo ed in seguito ad eventi naturali. Iniziato nel 1518, fu eretto a ricordo del miracolo della mula, che la leggenda vuole operato dal Santo di Padova verso il 1227, e ultimato probabilmente nel 1532. Nel 1672 a seguito del terremoto che colpì la città il tempietto crollò, rimanendo integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Al suo interno sotto l’altare è conservata la colonna con capitello romanico, conosciuta come colonna del miracolo, sulla quale secondo la storia salì Sant’Antonio per effettuare il miracolo della mula. “L’Amministrazione sta lavorando per consentire alla città già durante il 2024 di riscoprire un Tempietto che non è solo un monumento di suggestiva bellezza, ma un bene di grande valore identitario, a cui generazioni di riminesi sono affezionati. – sottolinea l’Amministrazione Comunale – Una scelta di valorizzazione e di riappropriazione della propria storia che è parte del percorso che ha portato la città a candidarsi a Capitale italiana della Cultura 2026 e che deve nutrirsi anche della partecipazione e del coinvolgimento della comunità in tutte le sue espressioni. Per questo motivo la città ringrazia Bonfiglio Mariotti per un gesto di amore e di appartenenza, che speriamo possa stimolare altri privati”.