La parola “praesepe” o “presepes” deriva dal latino e significa mangiatoia. Riporta alla storia raccontata nei Vangeli di Luca e di Matteo, dove si narra che nella stalla fu collocato il Bambino Gesù alla sua nascita. Molti altri elementi derivano dai vangeli apocrifi e da altre tradizioni come il Protovangelo di Giacomo. Successivamente nel III e IV secolo, quando i cristiani, erano ancora nelle catacombe, vi sono dipinti murari, in cui compare Maria con in grembo il piccolo Gesù. Sono disegni semplici come nelle catacombe di Priscilla e stilizzati ma che simboleggiano la nascita divina: Gesù Cristo. Nel Medioevo abbiamo poi raffigurazioni del presepe, nei numerosi dipinti di artisti come Botticelli, Giotto, Piero della Francesca e Correggio esposte anche nelle chiese, per mostrare al popolo le scene della natività,anche a chi non era istruito.
Si deve tuttavia a. S. Francesco d’Assisi il primo presepe, diciamo moderno come noi lo intendiamo. Fu proprio il Santo che nel Natale del 1223, a Greccio, piccolo paese in provincia di Rieti, di ritorno da Betlemme dove aveva visitato i luoghi dove era nato Gesù, chiese al Papa Onorio III di mettere in scena la natività, uscendo dal convento,perchè in quei tempi le rappresentazioni sacre non potevano tenersi in chiesa. Il primo presepe della storia venne così realizzato in un bosco, vicino al paese, in una grotta. In questo primo presepe c’erano il bue, l’asino e la paglia, ma non c’erano la Vergine Maria, S. Giuseppe ed il bambinello. La partecipazione , in quell’occasione,fu numerosa ed il Santo, cosi dicono le cronache del tempo, narrò ai presenti, molti non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù.Fu questo il primo presepe vivente, anche se non completo, In seguito, data la grande influenza che ebbe S. Francesco nella cristianità, cominciarono ad apparire nelle chiese rappresentazioni di natività, con statuine scolpite e accanto dipinti che narravano della Divina Nascita.
Il primo presepe, infatti, con tutti i personaggi è del 1283. Esso fu opera di Arnolfo di Cambio, scultore, che intarsiò otto statuine lignee che rappresentavano la natività ed i Magi. Nei secoli successivi, il presepe si diffuse in tutta la penisola ad iniziare dal centro Italia, e dall’Emilia Romagna. per estendersi al Nord e poi al Sud. Nel XVI secolo la tradizione del presepe arrivò anche nel Regno di Napoli e qui l’inventore fu S.Gaetano Thiene che iniziò a costruire presepi nelle chiese e nelle case con l’idea di accostare la scena della natività a episodi di vita quotidiana con personaggi vestiti con abiti contemporanei.
La tradizione è ancor molto viva a Napoli oggi ,come dimostrano le bancarelle di Via S. Gregorio Armeno, dove si possono trovare, accanto alle tradizionali statuine anche effigie di vip, politici e personaggi d’oggi. Sempre nel ‘700 venne istituita a Bologna la Fiera di S. Lucia,ancor oggi in vita. Questa all’ombra della Chiesa dei Servi, richiama appassionati di tutto il mondo che ammirano ed acquistano le statuine natalizie realizzate a mano dagli artigiani locali. La grande diffusione dei presepi fece si che nel ‘700 si formassero grandi tradizioni presepistiche nel napoletano, nel genovese,nel bolognese ma anche a Roma.Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro ed il simbolo del Natale come lo è oggi. La tradizione del presepe da italiana è divenuta oggi internazionale.
Partendo dal presepe vivente di Greccio, in ricordo degli ottocento anni del primo predisposto da S. Francesco, a quello galleggiante di Cesenatico su barche storiche a quello tradizionale in P.zza S. Pietro a Roma. All’estero particolari sono i presepi in Polonia, in Perù, in Brasile, in Asia, quanto in Africa. La tradizione del presepe è sempre stata presente a Rimini.Ricordo che già negli anni ’70 c’era un bellissimo presepe vivente alla Galvanina sulla collina, un altro all’asilo Baldini ed un terzo al Centro educativo Italo-Svizzero. Molti riminesi salivano poi anche al Colle delle Grazie, dove i Padri Francescani allestivano un presepe meccanico di notevole fattura nel Convento. Attualmente ne sorgono tantissimi nelle chiese, nelle parrocchie e nelle abitazioni private ed in vari luoghi come all’Arco D’augusto in un tripudio di luci.
A Rimini, da molti anni la tradizione dei presepi è portata avanti anche dalla rivista “Il Ponte” che annualmente indice un Concorso presepi per il territorio rivolto a Parrocchie, scuole, associazioni con una larga partecipazione, con una giuria per le valutazioni ed una premiazione finale.Anche a casa mia il presepe era sempre presente: ricordo che fin da bambino lo predisponevo aiutato dai miei genitori. Era per me una grande gioia vederlo pian piano comporsi: Le montagne, la ghiaia, le strade, le statuine e la capanna dove mettevo Gesù Bambino alla mezzanotte di Natale con le luci tutt’intorno…. Viene pertanto da chiedersi anche perché oggi, dopo 2000 anni, dalla nascita del Redentore il presepe sia così sentito, tanto da imbattersi, per Natale, in tanti luoghi cristiani e laici, nella rappresentazione della natività. Una riflessione ci può condurre a questa constatazione: l’uomo di oggi come quello di ieri vede in quella capanna un messaggio di vita, di speranza, di pace per tutti gli uomini di buona volontà, in un mondo in cui le tante guerre sembrano appannare il messaggio della fratellanza, sempre richiamato da Papa Francesco.
Enrico Morolli