Chiamatelo come volete ma l’incontro della Chiesa riminese con il mondo dello sport provinciale è stato un successo. La prima volta della Diocesi di Rimini con allenatori, arbitri, dirigenti, educatori, genitori e sportivi si è trasformato in un momento di dialogo fraterno in un clima disteso, contrassegnato da applausi frequenti e da vigorose strette di mano. Con una promessa: “ Vogliamo rivedereci presto”.
Niente falli tecnici, niente entrate assassine né uscite polemiche: Sala Manzoni per una sera si è trasformata in una palestra di confronto leale. “ Facciamo squadra” (il titolo della serata) “ non è uno slogan ad effetto ma intende dichiarare la tattica che la Chiesa riminese intende mettere in campo. – assicura il moderatore della serata – Insieme, come recita il sottotitolo. Così da crescere insieme”.
Il Vescovo di Rimini sugli spalti del palasport Flaminio, a tifare Rinascita, a incitare le ragazze del volley nella palestra di San Giovanni, a lanciare la prima pallina allo stadio del baseball, a dialogare con i piloti riminesi della MotoGp o a dare il cinque ai ragazzi del baskin non fa più notizia. Mons. Nicolò Anselmi, per sua stessa ammissione, è uno sportivo. Ma la prima serata mai indetta dalla Diocesi con e per lo sport non rappresentano l’interesse personale, seppur legittimo e genuino del vescovo Nicolò ma una rinnovata, più marcata, attenzione della chiesa riminese nei confronti dello sport. L’«istituzione » dell’Ufficio Pastorale per lo Sport del 3 settembre scorso, ne è una chiara testimonianza. E per non finire subito in fuorigioco ma per entrare in campo in maniera davvero sinodale, l’Ufficio Sport si è fatto affiancare in questo primo fischio d’inizio da Pastorale Familiare, Ufficio Scuola, Pastorale Giovanile, Pastorale Turismo e Servizio Diocesano Tutela Minori. Proprio Fabio Santarini, psichiatra e membro del SDTM, ha fatto capire bene quale maglia è bene indossare quando si fa sport come dirigenti, allenatori, formatori. “ Sport è prima di tutto cultura. E se sono l’uomo che sono diventato, lo devo a quanto ho imparato sul campo e nello spogliatoio giocando per anni a calcio e a basket. – fa notare Santarini – Lo sport riveste un ruolo fondamentale nella crescita della persona.
Da qui l’importanza di educatori e istruttori, non solo di allenatori. Occorre avere occhi, mente e cuore aperti sulla formazione degli istruttori ed educatori: non basta avere tempo a disposizione per essere bravi formatori. E non parliamo solo di situazioni drammatiche di abusi sessuali (come peraltro la cronaca anche locale ci costringe ad affrontare in queste ultime settimane) , ma per la sana e corretta crescita della persona”.
Si può venire da luoghi ed esperienze diverse, praticare e amare discipline ma chi ha a cuore la persona, la sua crescita, la sua formazione integrale non può che fare strada insieme, Chiesa e laici.
Baseball, calcio, arrampicata, ginnastica, pallamano, volley, basket: in Sala Manzoni sono rappresentate tante discipline.
Il delegato del Coni, Rodolfo Zavatta, ha parlato a nome di tutti gli sport. “ La nuova riforma è rivedibile in alcuni suoi punti, mette in difficoltà molte società che rappresentano lo sport di base. Speriamo che possano rialzarsi.
Questo incontro e quelli che verranno forse possono aiutare anche a non demoralizzarsi”. “ Il vescovo Nicolò si era appena insediato in Diocesi e mi ha subito incontrato per sapere la situazione dello sport a Rimini. – svela l’assessore Moreno
Maresi – È chiara la sua visione di sport come elemento di comunità e in questo ci associamo”. In Sala si scorgono tra gli altri Aldo Drudi, l’uomo dei caschi della MotoGp, e Paolo Carasso, l’ad di Rbr, Giuseppe Geria, direttore generale Rimini Calcio.
“ La Chiesa guarda lo sport con stima, poiché valorizza tutto ciò che contribuisce costruttivamente allo sviluppo armonico e integrale della persona, anima e corpo.
– entra ma non a gamba tesa il vescovo Nicolò – Essa, quindi, incoraggia quanto tende a educare, sviluppare e fortificare il corpo umano, affinché esso presti un migliore servizio al raggiungimento della maturazione personale”.
Per chi avesse ancora dei dubbi sul ruolo della Chiesa nei vari rettangoli di gioco, ci pensa mons. Anselmi a sgombrare il campo da equivoci. “ La Chiesa non è alternativa allo sport, lo sport non è alternativo alla Chiesa: siamo un binomio a servizio della felicità della persona, entrambi in campo per costruire un mondo bello come Dio ce lo ha dato”. Gilberto Martini della gloriosa Osar prende la palla al balzo. “ Cosa chiedo alla Chiesa riminese? Tornare a giocare nelle parrocchie, riaprire i cancelli delle chiese per far entrare bambini e ragazzi anche con lo sport”. Si accoda Flavio Masini, presidente della Pgs Omar: “ Più bambini e ragazzi in palestra, meno bambini e ragazzi in strada o persi negli smartphone”. Annuisce soddisfatto il vice presidente Falcons, la società che vanta il maggior settore giovanile del batti e corri riminese, applaude Alessia Valducci, la presidentessa del New Rimini baseball. “ Grazie per il bene che fate ( rivolto alla chiesa riminese, ndr), per qualsiasi iniziativa che intende rilanciare noi ci siamo!”.
Educare al gesto sportivo, al confronto con gli altri, al sacrificio significa educare la persona, non solamente occuparsi di un aspetto.
Vincere significa superare i propri limiti, significa tentare ogni giorno di fare meglio di prima.
Dare il meglio di se stessi è fondamentale nello sport, per qualsiasi atleta che, individualmente o in squadra, gareggi con tutte le forze per ottenere un risultato sportivo.
Quando si dà il meglio di se stessi, si sperimenta la soddisfazione e la gioia. Nello sport, nella vita, nella fede.
Tommaso Cevoli