L’INCONTRO. Papa Francesco ha accolto e spronato i settimanali cattolici, tra cui ilPonte
Il primo segno è di stile, il secondo di sostanza. Papa Francesco nell’incontro con i settimanali cattolici italiani – con ilPonte in prima fila – ha regalato orizzonti di speranza e una vocazione urgente da vivere, in grado di “ formare uomini capaci di relazioni sane” e di “ costruire ponti e non muri”.
Tutto è cominciato in Sala Clementina, in Vaticano. L’appuntamento è di buon mattino, udienza delle ore 9. Il Pontefice stupisce tutti e alle 8.28 entra appoggiandosi al bastone – in Sala. Niente saluti istituzionali, niente convenevoli, Papa Francesco va subito dritto al cuore e offre ai circa 200 rappresentanti delle testate italiane (ai quali si sono aggiunti delegati dell’Unione Stampa Periodica Italiana, dell’associaizone Aiart-Cittadini Mediali e dell’associazione Coralo, tra cui Mirco Tenti di IcaroTv e TvIcaro), un discorso che assomiglia tanto ad una mappa per orientrsi nel mare magnum della comunicazione attuale.
Papa Francesco ha poi salutato uno ad uno tutti i partecipanti all’incontro, stringendo mani, ascoltando nomi, cognomi e città e testate di provenienza.
Compresa – con giustificato orgoglio – ilPonte di Rimini, copia del settimanale nelle mani e sorriso filiale nell’altra.
Il Papa
Il Santo Padre non ha lesinato indicazioni paterne, guardando in faccia ai tragici fatti di attualità e alle “ terribili notizie di violenza contro le donne”.
Da qui l’esortazione a “ educare al rispetto e alla cura: formare
uomini capaci di relazioni sane”. Parlando a giornalisti dei settimanali cattolici, il Papa ha chiesto “ Voi che avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne ed ossa da rispettare, come se fossero i propri parenti”.
Le tre strade
Come comunicare da cristiani e con professionalità nella società odierna, e rispondere anche alle sfide dei social e dell’intelligenza artificiale? Il Papa ha indicato tre strade, tre sentieri, che è bene non perdere di vista e che vanno sempre percorsi: Formazione, Tutela e Testimonianza.
La formazione
I giornalisti siano prudenti come serpenti, ma semplici come colombe senza seminare dai propri “pulpiti” rabbia e odio. “ La semplicità porta a vedere lontano, con lungimiranza. La prudenza nasce dal cuore e dalla mente, non si impara con i corsi” ha avvertito il Papa.
Non è sufficiente dare la notizia ma occorre veicolare una “ cittadinanza mediale tutelata, sostenere presidi di libertà informativa e promuovere la coscienza civica, perché siano riconosciuti diritti e
doveri anche in questo campo. Promuovete un’ecologia della comunicazione” sembra quasi un appello accorato, quello del Papa.
La tutela
La comunicazione digitale vuole mostrare tutto, spesso in maniera anonima, e tante volte si sgretola il rispetto dell’altro. “ Posso invadere la vita dell’altro fino all’estremo. – mette in guardia il Pontefice – Proteggete le persone dalle seduzioni di una comunicazione provocatoria. È una questione di democrazia comunicativa”, un compito grande quello che Bergoglio affida ai settimanali cattolici: “ Non giocate solo in difesa, ma rimanendo piccoli pensate in grande!”. “ Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità.
Anzi, direi che ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano”. E dunque, “ attraverso le parole e le immagini, tutelate la dignità delle persone, specialmente la dignità dei piccoli e dei poveri, i preferiti di Dio”.
La testimonianza
Francesco ha citato l’esempio di Carlo Acutis, il giovane beato che ha saputo utilizzare le nuove tecniche per trasmettere Vangelo e valori diventando un testimone di comunicazione. “ Rischiate per il bene e andate controcorrente” esorta Francesco, che poi ha regalato l’ultima mappa: “ Ma questo è possibile solo se prima si testimonia ciò di cui si parla!”.