Sull’intero territorio diocesano hanno chiesto aiuto 1.449 persone senza un tetto sopra la testa
Lo scorso anno, su 5.407 persone incontrate dalle Caritas del territorio diocesano, 1.449 erano senza dimora, ben il 27% del totale. È uno dei tanti dati presentati durante il Rapporto sulle Povertà 2022 realizzato dalla Caritas diocesana di Rimini. Numeri che in gran parte abbiamo già messo in evidenza nell’ultimo numero de ilPonte. In questo vogliamo focalizzarci sulla grande emergenza di questo determinato momento storico, ossia quello della casa, come ha anche sottolineato il Direttore di Caritas, Mario Galasso. È importante sottolineare come 866 dei senza dimora (59.7%) lo sono diventati dal 2020 a oggi, 439 dal 2010 al 2019 e 137 lo sono addirittura dal 2000. Tra i nuovi senza dimora, un terzo sono italiani e due terzi stranieri, tra queste prevalgono le origini marocchine, tunisine, rumene, pakistane, somale e nigeriane. Si tratta di immigrati di lungo periodo che hanno perso lavoro e casa e di richiedenti asilo, arrivati in Italia da poco tempo e non ancora inseriti nei circuiti di protezione internazionale. Da notare che tra i senza dimora solo 72 persone sono quelle che si sono rivolte alla Caritas tutto l’anno, le altre hanno chiesto aiuto per periodi più brevi. I volontari delle unità di strada, che appartengono a Papa Giovanni XXIII, Caritas, Croce Rossa e Rumori Sinistri, hanno incontrato e assistito 170 persone stanziali di cui 139 uomini e 31 donne. A queste si aggiungono circa 150 persone che si rifugiano in luoghi più difficili da raggiungere e monitorare. In base a questi dati, si stimano circa 300 senza tetto.
A questi, inoltre, occorre aggiungere quelle persone che si rivolgono alla Caritas per altri motivi: 591 sono ospiti di amici o parenti; 254 dormono in stanza di albergo o residence che quasi sempre devono abbandonare nel periodo estivo; 176 sono in case di comodato d’uso gratuito, una condizione che spesso nasconde il pagamento dell’affitto in nero; 1.791 vivono in affitto, ma lamentano canoni troppo alti.
La ricerca
Ma perché tutti questi problemi a trovare una casa? La risposta arriva dal gruppo Osservatori della Delegazione Caritas Emilia- Romagna che ha deciso di avviare un’indagine specifica sul tema della casa. “Come Caritas di Rimini – spiega Isabella Mancino che ha curato i dati del
Rapporto – abbiamo intervistato 75 persone appartenenti a 24 Caritas parrocchiali o interparrocchiali. La prima domanda era ‘Dove abiti?’. Le risposte sono state le più svariate, circa uno su quattro dorme in soluzioni alloggiative precarie: strada, albergo, residence, camper, da amici. Gli altri hanno soluzioni più stabili. La prevalenza, 53 persone, vive in affitto: di cui 34 in libero mercato, 16 a canone concordato e 3 in case popolari. Alla domanda se sei soddisfatto della tua situazione alloggiativa, il 60% ha risposto di no e il 40% di sì, tra i no (45 persone) ci sono ben 30 persone in affitto. In 36, inoltre, hanno risposto che il no è legato ai problemi economici, ma incidono anche le dimensioni dell’alloggio, lo stato igienico e il rapporto con il vicinato.
Su 75 intervistati, 47 sono alla ricerca di una nuova soluzione alloggiativa. Il 90% desiderebbe rimanere nello stesso comune dove vive, nonostante le abityazioni abbiano dei costi molto elevati, o spostarsi al massimo rimanendo sul territorio diocesano. La maggior parte delle persone, 31, sottolinea che riuscirebbe a gestire un affitto tra i 300 e i 500 euro. Appare evidente come un canone calmierato attorno ai 300/400 euro mensili, potrebbe rispondere alle possibilità di spesa.
Tra le tante problematiche che sono sorte, c’è anche quella di trovare una casa perché molti proprietari non vogliono affittare a famiglie con bambini”.
Insomma, quella della casa è davvero una delle emergenze più impellenti.