Lo scorso luglio in una kermesse musicale in piazzale Fellini a Rimini un cantante idolo delle giovanissime durante la sua esibizione scese dal palco e baciò, non per finta, una ragazza in prima fila che non conosceva. La notizia girò un po’ per le strade secondarie del gossip poi sfumò. Come, appunto, gossip. A me faceva un po’ specie constatare come fosse reputato normale che un ragazzo potesse baciare una sconosciuta – per quanto lei facesse gli occhi dolci – senza chiedere permesso, come se potesse disporne a suo piacimento. Ma essendomi preso del bacchettone in passato per simili considerazioni su come dei format per giovani, vedi certi programmi Mtv, sminuissero i rapporti affettivi, ho lasciato perdere. Oggi leggo di veementi sollecitazioni a introdurre l’educazione affettiva e sessuale a scuola, in tanti Paesi già si fa. Ma magari senza quella fastidiosa tendenza di noi adulti a pretendere di educare i ragazzi senza preoccuparci di conoscere i loro mondi. Gli adolescenti ascoltano, e mica da ieri, rapper & trapper che si atteggiano a gangsta (=boss del crimine) con la considerazione della donna pari, se non sotto, a un oggetto. E a loro volta ci sono ragazzini che li scimmiottano in video dove elencano le regole a cui la loro tipa si deve attenere se vuole essere la loro tipa. Educhiamoli, anzi proviamo ad educarli perché la sfida è impegnativa. Ma sforzandoci di stare sul pezzo sempre e non solo quando c’è il fatto grave. E cercando di capirli e farci capire. Giusti i dibattiti su come si possa superare la cultura patriarcale. Ma avete mai provato a chiedere a un adolescente se qualcuno gli ha spiegato cosa vuol dire patriarcale?