Pochi nuotatori in un ampio gorgo. Chissà se il poeta Virgilio, descrivendo nell’Eneide i pochi naufraghi sopravvissuti alla furia del mare, avrebbe immaginato che quell’immagine drammatica sarebbe diventata cronaca dei nostri giorni.
Nella serata – organizzata dal Centro Culturale Paolo VI per venerdì 10 novembre alle ore 21 nella Sala sant’Agostino in via Cairoli 36 a Rimini e moderata dal giornalista e scrittore Sergio Barducci – protagonisti evocati saranno, appunto, coloro che ogni giorno affrontano quello splendido mare nostrum che spesso diventa il gorgo che li inghiotte e si richiude sopra di loro, annegandone speranze, sogni, desideri di riscatto.
Ci si domanderà in apertura con Marco Casadei, direttore dell’Istituto di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini, se l’essere cristiani credibili indichi – entro una cornice di realtà scevra dai cosiddetti ‘buonismi’ – una via maestra nell’affrontare questa sfida della contemporaneità.
Con Pietro Bartolo, europarlamentare già noto per il suo impegno civile in qualità di medico di Lampedusa, cercheremo di seguire la parabola che – dal contatto continuo con l’umanità sofferente dei barconi all’impegno politico – ha guidato questo straordinario uomo a porre la questione in termini, prima, di umanità e, poi, di diritti fondamentali.
L’ immigrazione costituisce uno dei temi controversi del nostro tempo, in cui si assiste ad una polarizzazione rissosa che spesso nasconde la realtà del fenomeno, estremamente complessa, sotto una densa caligine di cliché e visioni distorte, che impediscono riflessioni pacate e soluzioni equilibrate.
In tal senso Papa Francesco, nel discorso tenuto ai “Rencontres Méditerranéennes” di Marsiglia, , affermava che “… due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: “invasione” ed “emergenza”. E si chiudono i porti. Ma chi rischia la vita in mare non invade… Certo, sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà nell’accogliere. […] Accolto, accompagnato, promosso e integrato: questo è lo stile. È vero che non è facile avere questo stile o integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”
Con sguardo anche politico, Papa Francesco aggiunge che “Il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà.”
Insomma, siamo di fronte ad uno snodo epocale che include anche l’affacciarsi di milioni di diseredati alla mensa del ricco spesso fino ad ora indifferente o distratto.
L’incontro di venerdì sera intende ribadire che il mare nostrum continui ad essere spazio di incontro. Per prevenire un naufragio di civiltà. Per testimoniare passione civile. Per essere consapevoli. Per restare umani.