Alessio Petrillo ha 23 anni, viene da Rimini e studia giurisprudenza a Bologna. Il suo amico, Francesco Pasquinelli, è un anno più grande e frequenta la facoltà di ingegneria. Come si sono ritrovati questi due giovani addirittura a dirigere la realizzazione di un cortometraggio? È stata la loro grande passione per il cinema a guidarli e a spingerli a mettersi in gioco. L’idea viene proprio da loro, che sebbene non frequentino studi mirati o corsi accademici, da amatori della cinepresa hanno deciso di prendere posto sulla sedia del regista, cimentandosi in questo progetto partendo completamente da zero. Zero come il budget a loro disposizione, poiché il tutto è stato realizzato senza finanziamenti o sovvenzioni esterne, ma grazie alle tante persone che si sono sentite coinvolte e volontariamente hanno dato il proprio contributo al meglio delle loro possibilità. Così ha preso vita Incanto, cortometraggio di 9 minuti pubblicato per la prima volta il 16 agosto su YouTube (sul canale CDL Prods) e, in seguito, protagonista anche di una proiezione a San Giuliano, nella zona recentemente riqualificata dell’hotel delle Nazioni, resa possibile grazie a Ci.Vi.Vo. e al Comitato turistico di San Giuliano, alla quale hanno preso parte circa 60 persone in una bella serata estiva.
A raccontarci la propria esperienza in prima persona è proprio Alessio, che ha espresso tutta la soddisfazione per la riuscita di questo progetto, in grado di dimostrare il valore delle passioni, della collaborazione e soprattutto che l’impegno e la dedizione, se perseguiti con costanza, alla fine vengono ricambiati.
Alessio, com’è nato il tuo interesse per il cinema?
“Tutto ha origine quando, poco più che bambino, venni a contatto con i film di Sordi e Fellini. Inizialmente non riuscivo a comprenderli, ma li ammiravo per quell’alone di mistero e di stravaganza che li circondava: così è scaturita la voglia di andare al cinema, e ha preso vita questa mia passione che mi spinge a scrivere idee, soggetti, piccole sceneggiature. In particolare penso che il regista che più mi abbia fatto innamorare di questo mondo sia stato proprio Fellini, anche per via del legame che unisce sia me sia lui alla città di Rimini”.
Qual è la storia che ‘Incanto’ racconta?
“La vicenda si sviluppa all’interno di un hotel, nel quale si sta svolgendo un’asta prestigiosa: oggetto di contesa un preziosissimo quadro, che tutti cercano di accaparrarsi per potersi lasciare alle spalle i vecchi amori traditi. Quest’asta però non è altro che frutto dell’assopimento e dei ricordi di un anziano, che rivanga le proprie memorie, rievocando gli antichi amori del passato. Una volta ridestatosi, l’uomo trova tra i corridoi dell’hotel proprio l’opera d’arte che si era immaginato, e la porta via con sé, così come con sé reca gli affetti ormai trascorsi, serbati nel bene e nel male”.
Dove si sono svolte le riprese?
“Al Grand Hotel di Riccione, gentilmente concessoci dalla proprietà. Siccome l’albergo al momento non è attivo, abbiamo potuto usufruire di alcuni spazi in disuso, che abbiamo dovuto sistemare prima dell’inizio delle registrazioni: è stato svolto un vero e proprio lavoro di manutenzione del set, che ha visto dedicarci non solo alle pulizie, ma anche a vere e proprie attività di manodopera per mettere a posto tutte le aree che ci servivano, allo scopo di ricreare un’ambientazione adeguata”.
Com’è stato possibile realizzare questo cortometraggio senza alcun finanziamento?
“Grazie alle tantissime persone che ci hanno offerto il proprio contributo. Sono stati in molti a darci una mano: chi aveva più competenze in campo cinematografico ha fornito l’aiuto più professionale, ma è stato fondamentale anche il lavoro di chi ha partecipato focalizzandosi su aspetti meno specifici e tuttavia essenziali per la realizzazione del progetto. Alla fine abbiamo creato un gruppo che contava circa una quarantina di persone tra attori, comparse, costumisti, curatori della location e altre figure di supporto che ci hanno consentito di realizzare il nostro progetto amatoriale in maniera più professionale possibile, come ci eravamo prefissati”.
Come valuti, in definitiva, il percorso che vi ha condotti a questo risultato?
“È stata davvero una grande esperienza, che ha dimostrato come piano piano l’impegno dia i suoi frutti e possa donare grandi soddisfazioni. Dopo questo cortometraggio ho ricevuto alcuni contatti e ottenuto qualche proposta per il futuro: ancora sto valutando e vedremo cosa succederà, ma voglio sottolineare come da cosa nasca cosa: vale davvero la pena di mettersi in gioco!”.
Andrea Pasini