Oltre 2mila spettatori per il primo festival di musica cristiana, il 2 settembre sulla spiaggia di Igea Marina. La cornice del ‘Joy music fest’ è quella del Beky Bay, uno dei simboli della musica live dell’estate riminese. Pensato da tempo, rallentato dalla pandemia, il festival ha visto alternarsi sul palco le band più in voga del panorama della Christian music giovanile italiana, dai The Sun al Gen Verde, dai Reale a Debora Vezzani, e ancora Kantiere Kairos, Laboratorio del suono Sermig, Dario Urbano.
“La giornata è stata pensata in maniera bella”, racconta don Marco Foschi. I cancelli del Beky Bay si sono aperti dalle 15, ma i fan hanno iniziato a radunarsi dal mattino al parco Pavese per la messa concelebrata da don Marco con il conduttore del festival don Alberto Ravagnani (160k di followers su Instagram e quasi 100mila su Tiktok), e i sacerdoti che hanno accompagnato a Bellaria giovani da tutto il centro nord Italia, tra cui don Massimo da Forlì, don Gianluca da Livigno e fra Matteo da Peschiera del Garda.
“La gioia cristiana è una gioia partecipata, non è una gioia conquistata”, ha sottolineato don Alberto nell’omelia. “Vieni prendi parte alla gioia del tuo padrone dice il padrone. La nostra gioia vera, quella che poi effettivamente ci mette la pace nel cuore è prendere parte alla gioia di Dio”. Esperienza che viviamo “quando mettiamo a frutto i talenti. Ma cosa sono i talenti? Non sono solo quelli che hanno i bravi musicisti a cui noi questo pomeriggio batteremo le mani. I talenti sono tutto ciò che ci viene dato da Dio e che non abbiamo in principio scelto noi. Anche le persone sono dei talenti, gli amici. Le inclinazioni, le capacità, le possibilità, le posizioni a partire da cui noi possiamo esprimerci. Tutto questo è talento e, se noi in nome di Dio per fedeltà a colui che ce l’ha dato, ci mettiamo in moto per metterlo a frutto, se ci attacchiamo a Dio, allora oggi torneremo a casa con la gioia piena nel cuore”.
Dopo la messa, il pranzo allo stand gastronomico. Tutto è stato curato dalla comunità di Bellaria Igea Marina. “Hanno risposto in maniera incredibile”, racconta don Marco, “con una quarantina di volontari, tra giovani e adulti, e preparare la celebrazione, l’accoglienza ai ragazzi. Ho visto una disponibilità e un’armonia senza precedenti. E i partecipanti hanno lasciato tutto pulitissimo, prima di dirigersi verso il concerto”, sottolinea don Marco.
“Bello e festoso”, il clima durante tutta la giornata. “Sembrava quasi una Gmg”, spiega don Marco. “Durante il concerto fino a tarda sera siamo stati in quattro sacerdoti a confessare e abbiamo sempre avuto la fila. E’ stata una sorpresa incredibile.E’ stata un’esperienza di Chiesa viva, non solo grazie alla musica ma anche con la voglia di creare una nuova identità di cristianità, molto più centrata su un Gesù vivente, Risorto”.