Novità per i bagnini in missione a Roma
Rinnovo delle concessioni balneari e aumento dei canoni: due buone nuove. Se le sono riportate a casa i bagnini, ieri in missione a Roma per partecipare al tavolo tecnico ministeriale sulla mappatura delle spiagge italiane.
Riguarda una sentenza del consiglio di Stato, la notizia che sembra al momento più concreta. Accogliendo il ricorso di un concessionario di Rosolina Mare (Rovigo), i giudici hanno di fatto bocciato l’aumento del 25,15 per cento sui canoni delle concessioni balneari introdotto dal governo lo scorso dicembre. Il consiglio di Stato ha inoltre chiesto al Tar del Lazio di fissare in tempi brevi un’udienza per definire il procedimento di impugnazione del decreto ministeriale. Nell’immediato, quindi, le associazioni di categoria escludono ricorsi a cascata. “C’è da vedere prima se la sentenza interesserà solo quel concessionario o automaticamente tutti, dopodiché ci muoveremo di conseguenza. Siamo pronti a tutelare gli interessi dei nostri iscritti”, spiega Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali. “Potrebbe anche succedere – continua Vanni – che sia lo stesso governo a a rimodulare l’aumento del canone secondo parametri più in linea con l’inflazione e gli auemnti Istat”. Solo successivamente, quindi, si valuterà se presentare ricorso.
Spiagge, mappatura al via
L’altra novità riguarda la questione del rinnovo delle concessioni. I tecnici ministeriali hanno presentato alle associazioni di categoria una prima bozza di mappatura, ottenuta incrociando i dati forniti dalle Regioni al demanio. Tuttavia, “al momento il governo ha ammesso di essere in possesso solo di dati grezzi, dando appuntamento al prossimo 20 luglio per un ulteriore aggiornamento”. Lo spiega il sito di settore Mondobalneare. Significa che la riunione di ieri non è stata in grado di stabilire se la risorsa demaniale balneare in Italia sia scarsa e quindi da mettere a bando, come stabilito dalla direttiva Bolkestein. Al contrario, qualora risultasse presente e libera in abbondanza da permettere il rilascio di nuove concessioni, la situazione sarebbe diversa. In questo caso, e solo in questo, la stessa direttiva Bolkestein non prevederebbe la messa all’asta delle concessioni già esistenti. E tutto il settore potrebbe tirare un bel sospiro di sollievo.
“L’articolo 12 della direttiva Bolkestein dice chiaramente che se la risorsa, il bene, non è scarso il governo può legiferare per un’assegnazione delle concessioni fuori dalla direttiva. Il tavolo tecnico è chiamato a questo tipo di valutazione. Dall’analisi preliminare sui primi dati, risulta un’abbondanza di bene demaniale, tale da far ben sperare su una fuoriuscita delle concessioni demaniali dalla direttiva Bolkestein. E’ vero, sono dati da depurare e valutare, prima che con essi il governo possa andare in Europa e sostenere un’eventuale tesi di non scarsità, ma noi siamo (cautamente ottimisti). Dal primo conteggio, infatti, risultano esclusi i beni demaniali lacuali e fluviali che, una volta inseriti, non dovrebbero far altro che migliorare la situazione, dal nostro punto di vista”, sottolinea Vanni.
Il presidente dei bagnini si appella al governo affinché il lavoro di mappatura sia completato con una certa urgenza. In ogni caso, però, resta il solito nodo da sciogliere sopperendo alla mancanza, in Italia, di una legge in grado di dare un ordine (e con esso prospettive e strategie) al settore. “Questo governo si è speso in maniera forte, sbilanciandosi a favore della categoria, in difesa delle imprese italiane. Il rischio dato dalle eventuali aste è che imprese straniere vengano a godere di un’industria dell’accoglienza che è nata proprio in Italia. Quest’anno festeggiamo i 180 anni del primo stanbilimento riminese, il turismo balenare è nato nella nostra terra. Siamo stati i capostipiti, abbiamo fatto scuola insegnando al mondo intero come si fa. Il turismo balneare è un’eccellenza made in italy che sarebbe un peccato svendere all’ultimo arrivato. Il sorriso romagnolo con cui genitori e nonni ci hanno insegnato ad accogliere è un bene che l’Italia deve custodire, coltivare e difendere”.