Riccione è pronta a ospitare l’ormai storico Tafuzzy Days, festival indipendente dove regnano la musica, l’arte, la cultura e il divertimento. Il Tafuzzy non è soltanto una bella esperienza per gli spettatori ma anche per gli artisti, che hanno la possibilità di mettersi in gioco ed esprimere se stessi. Dalla locandina del Tafuzzy Days: “Cantiamo e scriviamo in italiano. Suoniamo POP con approccio LO-FI, testardaggine PUNK, visionarietà FOLK e spacconeria HIP HOP. Amiamo acume, ironia e capacità evocativa. Apprezziamo simpatia e leggerezza perché ci piace stare bene”. Una sintesi perfetta.
Quest’anno Tafuzzy Days, che proprio l’estate scorsa ha tagliato l’importante traguardo della 20esima edizione, aspetta il proprio pubblico di appassionati dal 17 al 19 agosto, garantendo un’esperienza incredibile. Un’avventura, dunque, lunga oltre due decenni. Com’è cominciata? Facciamo un tuffo nel passato per scoprire com’è nato e il sentimento che c’è dietro a questo evento ormai storico.
Alle origini del Tafuzzy
Siamo nel 2003 quando alcuni ragazzi, con la passione per la musica e il desiderio di suonare, danno inizio al ciclo di serate estive sotto la luna di Riccione. A raccontare è Davide Brace, tra gli ideatori del progetto. “Erano i primi anni 2000, cominciavano a prendere piede i primi social sul web, gli esperimenti di festival collettivi erano appena iniziati, era molto più difficile per artisti emergenti riuscire a passare per radio o farsi conoscere al grande pubblico. Noi volevamo suonare e sentirci parte di una scena. Tanto valeva farci il nostro festival”. E proprio Davide è l’artefice, seppur in diretto, del nome del progetto. “Tafuzzy deriva da varie storpiature del mio nome, ad opera di Isabella, una poetessa riccionese e all’epoca mia compagna di classe. Tafite, Daviduzzi, Tafituzzi, Tafu, Tafuzzy”. Inizialmente era solo una serata tra amici, per mangiare, bere e suonare in compagnia, ma quella che era solo un’idea si è evoluta in un obiettivo e in un percorso. “Ai banchetti dei vari MEI e MI AMI (il ‘circuito’ dei festival di musica indipendente), conoscevamo persone e ci facevamo conoscere, si faceva un volantino, lo si portava in giro nei bar o alle altre feste, si mandava una newsletter, si scriveva in qualche forum e si chiamavano amici a rotazione”. La svolta arriva qualche anno dopo, nel 2007, quando il Comune di Riccione affida al Tafuzzy il palco del Castello degli Agolanti. Da lì si comincia a fare più sul serio, il progetto diventa un vero e proprio evento, gli artisti e il pubblico raddoppiano. Vengono chiamati artisti della zona basandosi su quello che gli organizzatori hanno potuto conoscere e scoprire durante l’anno precedente. L’obiettivo è trovare artisti nascosti e chiamare chi ha entusiasmato di più. È questo che rende il festival particolare e ne definisce l’identità, sempre con quello slancio avanguardistico e contemporaneo che porta gli organizzatori a voler scoprire e conoscere sempre di più. Arrivati a questo punto ci si può chiedere: da dove viene un nome come Tafuzzy?
“Quando Bart dei Cosmetic seppe che mi chiamavano così fece un sito internet per prendermi in giro. Il sito della Tafuzzy Inc. Azienda che si occupava di organizzare serate con band romagnole abbinate a prodotti alimentari locali. Lì nacque la cosa. Una volta che c’era un sito su, cominciammo ad usarlo.”
Non solo musica
Per il palco del Castello degli Agolanti sono passati tanti bravissimi artisti, alcuni dei quali hanno fatto strada nel mondo della musica. Per citarne alcuni: Calcutta, Lo Stato Sociale, Giovanni Truppi, Miss Keta, Extraliscio. “Nel caso qualcuno fosse interessato a farsi avanti e sottoporre materiale, potrà farlo durante il prossimo autunno-inverno, per le prossime audizioni”, sottolineano gli organizzatori. Ma Tafuzzy Days non è solo musica. Durante gli eventi, infatti, all’interno del Castello degli Agolanti sono sempre presenti mostre con illustrazioni e installazioni audio-video, il tutto contornato da banchetti con cibo, bevande e autoproduzioni: dischi, stampe, fumetti, t-shirt, abbigliamento. L’ingresso al festival è a offerta libera, aperto a tutte le età. Inoltre, le serate sono possibili grazie all’aiuto di un nutrito gruppo di volontari che negli anni sono cambiati, ma che per fortuna sono sempre più numerosi e affiatati.
Lo spirito che anima il Tafuzzy è quello di un festival di musica e cultura indipendente dove emerge il “desiderio di divertirsi insieme, condividere quel tipo di bellezza che va un po’ ricercata perché per sua natura non scalpita per mostrarsi a tutti costi, fregandosene delle mode e delle regole di mercato, per scoprire che senza si sta meglio”, aggiunge Davide Brace. Questo desiderio di esprimersi non ha fermato la squadra del Tafuzzy neanche in un anno come il 2020, quando la pandemia fece emergere tante difficoltà: la musica ha continuato, seppur accompagnata da qualche restrizione, che non ha fermato lo spirito del festival.
E ora?
Quest’anno si distingue dai precedenti, perché gli organizzatori vogliono accompagnare la propria creatura tra le braccia di ragazzi più giovani per garantire al festival la vivacità di spirito che l’ha sempre caratterizzato. Con il consueto desiderio di ascoltare nuove voci che attendono solo di farsi sentire. Per conoscere al meglio il progetto, Tafuzzy è presente su varie piattaforme social (Instagram in primis).
Sono tante le emozioni che accompagnano ormai da anni questo festival, dove “le passioni condivise possono creare bellezza duratura”. È stato e sarà un luogo di riferimento per tante persone, dove si può percepire “la bellezza di creare dal nulla un percorso insieme agli amici e farlo durare nel tempo nonostante le difficoltà”.
Daria Natarova Mauri