Lo dico subito a scanso di equivoci. Il 99% dell’opinione pubblica ha avuto un atteggiamento responsabile nei confronti del disastro in Romagna. In primis chi ha dato una concreta mano in loco, ma anche chi ha donato materiale utile o denaro tramite canali riconosciuti e chi, semplicemente, ha partecipato in modo composto all’angoscia di chi ha perso i propri beni sotto il fango. C’è poi la fisiologica percentuale di chi si è scatenato sul pc, suddivisa a sua volta in due sottocategorie.
Un 1% che chiameremo ‘dittatoriale’ che ha arbitrariamente deciso chi sarebbe dovuto andare a spalare il fango: politici (in generale o di un determinato schieramento), calciatori, influencer, giornalisti etc etc… Qualche rappresentante delle categorie in questione c’è pure andato ma tendenzialmente al dittatore interessa poco.
Un 1% che chiameremo ‘anarchico, che pensa che l’organizzazione della macchina del ripristino per un disastro di tali proporzioni si possa organizzare in due minuti con un post: chi c’è c’è e vada pure dove e quando gli pare, basta la presenza e in qualche modo si fa.
Laddove una delle prime iniziative delle istituzioni coinvolte è stata ovviamente quella di creare un riferimento online per raccogliere e coordinare le adesioni di chi voleva portare il proprio impegno.
Ma 99+1+1 non torna, si potrebbe obiettare. A dire il vero dittatore e anarchico sono spesso la stessa persona: a spalare ci deve andare chi dice lui e come vuole lui. Che a sua volta preferisce, piuttosto che farsi i calli sul badile, farseli sulla tastiera.