LA FIGURA. Un libro porta alla luce la vita e le vicende di un personaggio che fu centrale negli anni del dibattito per l’autonomia comunale di Riccione, ma che fino ad oggi era finito nel dimenticatoio. Lettere e documenti lo ricordano
In vari libri e articoli rievocanti le annose vicende che si conclusero il 19 ottobre 1922 con la conquista dell’autonomia comunale da parte dei riccionesi, compaiono regolarmente i nomi di tre personaggi che godettero di grande stima e autorevolezza per aver svolto un ruolo primario in quella “storica” battaglia. Mi riferisco al Professor Felice Carlo Pullè, al Cavalier Sebastiano Amati e all’Avvocato Ausonio Franzoni (nell’immagine).
Con la loro alta preparazione ed esperienza giuridicoamministrativa recarono infatti un contributo notevole alla Pro Riccione, ente sorto nel 1905 col precipuo scopo di conseguire il comune autonomo. A quell’organismo partecipò una cospicua parte dei proprietari, riccionesi e forestieri, di abitazioni e villini eretti in città. Com’è risaputo, le rivendicazioni degli abitanti di Riccione volte all’autogestione erano innanzitutto dovute alla scarsa attenzione e cura prestata dal comune capoluogo verso le crescenti esigenze della borgata riccionese: e questo specie in relazione al corretto espletamento di servizi essenziali, come la manutenzione e pulizia delle strade, l’approvvigionamento idrico, l’illuminazione pubblica, e via dicendo. A tal proposito si ricorda che istanze autonomistiche erano apparse nella nascente stazione balneare, sebbene espresse in modi sempre misurati, sin dalla fine dell’800, in cui Riccione era assurta, già allora, ad un ruolo di rilievo tra i luoghi di villeggiatura italiani.
Le richieste di distaccarsi da Rimini si andarono via via accentuando nel tempo, a partire dalla prima domanda formale di autonomia del 22 maggio 1910, e in forme più vigorose specialmente al termine della Prima Guerra Mondiale.
Una figura poco conosciuta
Se ben noti sono i primi due personaggi, membri di importanti famiglie del luogo, il medico Felice Carlo Pullè e l’imprenditore Sebastiano Amati, sul cui operato, soprattutto in passato, è stato scritto abbastanza, nulla al di là di una mera citazione trapela riguardo alla terza personalità, l’avvocato ed economista Ausonio Franzoni (Tavernola Bergamasca, 5 giugno 1859-Roma, 8 marzo 1934). Di conseguenza, dopo aver appurato che di costui, presidente anch’egli della Pro Riccione, non v’era traccia del suo impegno per la nostra città, mosso ancora una volta da una certa curiosità, ho avviato indagini bio-bibliografiche e archivistiche su tale intellettuale, la cui figura, stranamente, risulta ancor oggi avvolta in un’aura di mistero.
E tutto ciò, nella speranza di individuarne e illustrarne, a quasi novant’anni dalla morte, il curriculum vitae, i tratti salienti della carriera professionale e accademica. E ancora, in primis, l’impegno profuso nella partecipazione alla vita civile e socioculturale di Riccione, in anni che precedettero e seguirono il raggiungimento dell’autonomia amministrativa. Laureato in Scienze Sociali ed Economiche nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e poi docente nel medesimo ateneo, ha insegnato Economia politica e Diritto nell’Università di Roma. Ufficiale di artiglieria nel primo conflitto mondiale, giornalista, diplomatico a Costantinopoli e Odessa, si trasferisce in Paesi del Sud America e a Buenos Aires, dove risiede per dieci anni, distinguendosi come rappresentante della Camera di Commercio. Rientrato in Italia agli inizi del ‘900, in qualità di Regio Commissario dell’Emigrazione, riceve dal presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli un importante incarico sul fenomeno dell’emigrazione dalla Basilicata. Il suo arrivo a Riccione risale al 1905: quivi costruisce un villino in zona Abissinia, e partecipa da subito alle iniziative della Pro Riccione, con interventi e scritti polemici nei confronti della municipalità riminese.
Un personaggio, il Franzoni, di grande caratura intellettuale e professionale, come si evince anche dagli scritti riportati in questo saggio a lui dedicato.
Questa pubblicazione mira a sottrarre dall’oblio, ripristinandone la degna memoria, un uomo legatissimo alla città di Riccione, che ha offerto il suo disinteressato e qualificato apporto alla battaglia per l’autonomia comunale, di cui nel 2022, si è commemorato il primo centenario.
Fosco Rocchetta