È fonte di vita, di ricchezza, di nutrimento; è stata elemento imprescindibile per l’evoluzione umana segnando il passaggio dall’uomo nomade a quello sedentario, ricopre ben i due terzi della crosta terrestre: l’acqua.
Rimini ha festeggiato la Giornata Mondiale dell’acqua con il volume Madre Acqua, scritto da Oreste Delucca per Amir.
Un autore “curioso e amante della ricerca”, come egli stesso si definisce; un appassionato di storia, di archeologia e soprattutto di archivi, con un’instancabile sete di conoscenza e voglia di riscoprire il territorio locale sotto ogni sua sfaccettatura.
Delucca ripercorre le origini della civiltà del territorio riminese ponendo al centro della trama l’elemento primordiale per eccellenza che ha segnato tutte le tappe del processo dello sviluppo umano.
Ad ispirare il titolo dell’opera vi è il filosofo greco Talete: “L’acqua è origine e grembo materno di tutte le cose”. Il racconto è una sorta di carrellata storica suddivisa in 60 capitoletti che partono dalla nascita dell’acqua, diventando poi una sequenza di flash di una memoria collettiva locale.
Spiega lo scrittore: “ C’è il Ponte di Tiberio, simbolo e orgoglio riminese che si affaccia sul fiume Marecchia. Poi l’età Medievaleche conia le prime macchine idrauliche e più tardi i mulini idrici, la vera benzina del Medioevo”.
Dall’età paleolitica a quella neolitica, dal concetto di città che diventa tale poiché le sue sponde erano bagnate dal mare, all’intuizione post-moderna di acqua come risorsa di balneazione: l’opera di Delucca rappresenta un contributo a un dibattito necessario di forte attualità.
“ Il tema è complesso ne sono consapevole, ma riguarda tutti noi, un mio grande rammarico è quello che sono cosciente del fatto che lascerò ai miei figli e alle future generazioni un posto sempre meno abitabile. – confessa l’autore – L’ultima parte del libro l’ho dedicata a una riflessione sulle problematiche della società attuale presenti sia a livello locale che su larga scala”. Dal riscaldamento globale all’inevitabile conseguenza dello scioglimento dei ghiacci, dall’aumento del livello del mare allo smaltimento delle acque nere: lo scrittore tocca tutti i grandi drammi del cosiddetto Secolo Breve.
“ Non si tratta solo di incentivare uno stile di vita più sostenibile, c’è tanto altro su cui ancora bisogna necessariamente lavorare: basti pensare che se vi fosse realmente un innalzamento del mare, le spiagge di Rimini tornerebbero al punto zero: senza attività balneari e distruggendo un modello di economia su cui poggiano tanti cittadini.
Non possiamo continuare a far finta di non vedere quello che sta succedendo intorno a noi, – prosegue l’autore – stiamo andando verso l’orlo del baratro continuando a tenere l’acceleratore ingranato al posto di frenare, fermarsi e riflettere”.
Federica Tonini