GIANLUCA DI GIULIO. A 51 anni, il centrocampista, ha vinto la Coppa Emilia
I tifosi biancorossi lo chiamavano il metronomo, tanta era la sua capacità di scandire il tempo di gioco del Rimini di mister Leo Acori e del presidente Vincenzo Bellavista.
Il suo nome? Gianluca Di Giulio, brindisino, 51 anni, centrocampista di valore che meritava ben altri palcoscenici. In maglia biancorossa ha debuttato nel gennaio 2002, quando la dirigenza riminese lo prelevò dal Benevento, fino al 2006, quando il Verona lo strappò al Rimini a parametro zero. Cinque campionati tutti esaltanti, culminati con la promozione dalla C2 alla C1 e dalla C1 alla serie B. Tanti ricordi che quando sono belli vengono conservati nel profondo dell’animo.
“Sono stati gli anni più belli della mia carriera – attacca Di Giulio – con due promozioni, l’ultima delle quali esaltante, dalla C alla B, con una cavalcata incredibile, perdendo solo due partite e misurandoci con squadre dalla storia importante”.
Qualcuno si chiederà il perché di questa intervista? Semplice, Digiù a 51 anni, compiuti proprio il 17 febbraio scorso, ha indossato maglia, calzoncini e scarpette ed è tornato a calcare il terreno di gioco di un campo di calcio.
Come è successo?
“Mio cugino Fabrizio Giglio, presidente del Real Riccione (nella foto proprio con Gianluca Di Giulio e la Coppa vinta), squadra di Seconda categoria, essendosi qualificato per la fase finale della coppa Emilia mi ha chiamato a Brindisi, chiedendomi se me la sentivo di dare una mano”.
Nonostante i 51 anni?
“Esatto! Ho fatto presente che alla mia età il contributo che potevo dare non era proprio il top, ma non c’è stato verso di fargli cambiare idea, così ho detto sì e sono salito a Rimini”.
E la scelta del presidente Giglio è stata vincente. Il Real Riccione, infatti, ha vinto la coppa Emilia di categoria.
“Abbiamo vinto ai rigori la semifinale contro il Rimini United e la finale, per 1-0, contro il Borgo Marina 012”.
Hai giocato sempre tutti i 90 minuti di gara?
“In semifinale ho giocato 95’. Alla fine ero stremato, pieno di acciacchi. E, infatti, in finale, il fisico mi ha presentato il conto e così alla mezz’ora son dovuto uscire per un piccolo stiramento dietro la coscia”.
Il mister del Real Riccione è un certo Alfredo Cardinale, altro ex talentuoso centrocampista del Rimini.
“Alfredo è giocatore e allenatore. Abbiamo fatto coppia nel modulo 4-3-3. Pensi che a centrocampo, noi due, sommavamo la bella età di 97 anni”.
A differenza di tanti suoi ex compagni che hanno intrapreso una brillante carriera rimanendo nel mondo del calcio, come ad esempio Dario Baccin e Paolo Bravo, tra i direttori sportivi e Luca D’Angelo tra gli allenatori, come mai ha reciso il cordone ombelicale con questo mondo?
“Onestamente avevo voglia di staccare e cambiare totalmente lavoro. Per tre, quattro anni ho fatto il rivenditore di auto a Brindisi, poi, l’anno scorso, sono tornato a Rimini per aiutare mio cugino nella gestione estiva del suo albergo”.
Dopo aver smesso di giocare a livello professionistico è rimasto a Rimini per qualche tempo, poi la decisione di tornare nella sua Puglia.
“L’intenzione mia e della mia famiglia era quella di rimanere a Rimini. Avevo anche acquistato casa a Marina centro, poi è successo che mia mamma si è ammalata gravemente e non me la sono sentita di starle lontano, così sono tornato a Brindisi per accudirla con la mia vicinanza”.
A proposito di famiglia, sua figlia Chiara ha iniziato una splendida carriera come ballerina di danza classica, moderna e contemporanea.
“Sì, Chiara promette bene. Proprio nei giorni scorsi ha vinto uno stage alla
Scala. Ha diciassette anni e per l’età non può ancora entrare in una compagnia di ballo, cosa fattibile il prossimo anno quando raggiugerà la maggiore età”.
L’ultima domanda non può che essere sul Rimini: lo segue?
“L’anno scorso sono riuscito a vederlo per tre, quattro volte. Si vedeva che era una squadra tosta, che giocava bene e ha vinto poi meritatamente il campionato.
Quest’anno non ho ancora avuto modo di vederlo giocare.
La seguo attraverso i risultati e devo dire che come primo anno, piazzandosi nella fascia sinistra della classifica, zona playoff , ha già fatto un ottimo percorso”.
Comunque, Di Giulio è qui a Rimini e se, casomai, avessero bisogno potrebbe anche arrivare una chiamata… “( ride) Mah, quando si esce dal giro, si fa fatica a rientrare”.