Il tradizionale incontro tra il Vescovo e i politici del territorio per gli auguri natalizi è stato un momento di confronto su: i giovani, la politica e la Chiesa
Nello scorso mese di dicembre si è svolto il tradizionale incontro tra il vescovo e i politici del nostro territorio, per gli auguri natalizi. In quella occasione, il tema proposto è stato quello dei giovani. La riflessione è stata introdotta da un breve video di Umberto Galimberti, video che presentava un giudizio piuttosto severo sulla realtà giovanile attuale, e sulle responsabilità degli adulti.
In seguito i presenti hanno dialogato, con serenità, rispetto e ascolto reciproco. Il focus non è stato posto sulla comprensione della situazione giovanile, quanto piuttosto su quanto si sta cercando di fare per loro e con loro, e su quanto si potrebbe fare con una maggiore collaborazione tra enti pubblici e le comunità cristiane sul territorio. Qui di seguito viene presentata la sintesi dei vari interventi.
Valutazioni e considerazioni sui giovani di oggi
Nei giovani, che hanno alte capacità di valutazione e di giudizio, vige un atteggiamento di sfiducia nei confronti delle istituzioni e della chiesa. Più in generale, queste incertezze portano alla sfiducia nel futuro. Si tratta della prima generazione in cui la qualità della vita è inferiore a quella dei loro genitori.
Il mondo degli adulti sembra non prenderli sul serio e loro non si sentono liberi dai nostri giudizi.
I tempi dilatati dello studio, del lavoro, dell’autonomia, fanno mancare loro un pensiero a lungo termine.
Anche le associazioni giovanili tradizionali fanno, rispetto al passato, più fatica a coinvolgerli. Eppure ci sono realtà, come l’Arci Gay, dove i giovani si sentono rappresentati, in cui la loro partecipazione è numerosa.
I giovani accusano gli adulti di aver consumato tutto ciò che poteva essere consumato e, dunque, di non aver lasciato nulla in eredità. Sono molto preoccupati dai cambiamenti climatici.
Tutto questo genera sfiducia nelle istituzioni in generale e anche nei confronti della chiesa, percepita lontana dai loro bisogni immediati. Sono tutte fratture che si pongono come limite alla partecipazione e generano sfiducia nel futuro che i giovani non si sentono in grado di generare.
Sebbene siano sempre connessi, in realtà sono e si sentono soli. Per quanto avvertano fortemente il bisogno di incontrarsi tra loro, vivono la fatica o la difficoltà oggettiva ad incontrarsi, lo spazio virtuale è preferito a quello fisico; questo isolamento comporta una debolezza della dimensione comunitaria; anche i loro gruppi sono sempre più chiusi o ristretti.
I giovani sono disorientati o soffocati dall’enorme massa di informazioni di cui fruiscono; come discernere il vero dal falso? Come comprendere quello che davvero conta?
È evidente il loro distacco dalla politica, anche per l’assenza di luoghi fisici, purtroppo ora quasi solo virtuali, in cui esserne in contatto.
La comunità degli adulti vive una concreta difficoltà a conoscere e ad assumere la responsabilità verso i giovani; spesso la comunità adulta è addirittura intollerante! Ed è anche difficile conoscere i linguaggi e la comunicazione dei giovani.
Quel che le amministrazioni stanno facendo
Data questa situazione, diverse amministrazioni ed enti locali stanno tentando di mettere in opera qualche scelta, qualche iniziativa concreta.
Si punta a creare dei luoghi, degli ambienti fisici dove i giovani possano incontrarsi ed esprimere i propri interessi e le proprie passioni, luoghi di aggregazione dove trovare, ad esempio, sale per prove musicali o laboratori; alcuni di questi laboratori sono propedeutici al lavoro e per diffondere la cultura dell’imprenditorialità, etc.
Queste iniziative offrono luoghi di aggregazione ritenuti validi, anche se il progetto più interessante è quello che viene chiamato “ educativa di strada”, cioè giovani che vanno ad incontrare altri giovani nei luoghi di frequentazione informali.
Possibili collaborazioni tra enti pubblici e comunità cristiana
Sono stati diversi, e piuttosto vivaci, gli interventi che hanno proposto una maggiore collaborazione tra chi si impegna nelle istituzioni e la comunità cristiana. È necessario confrontarsi e lavorare insieme (chiesa, politica e istituzioni) per cercare di coinvolgere i giovani partendo dai loro interessi e cercare di attivarli.
Sarebbe importante renderli partecipi e protagonisti della vita della comunità, della politica e della chiesa.
Per questo è necessario uscire dal tempio e ripartire dai luoghi di incontro dei giovani, guardando la realtà con i loro occhi e cercando di armonizzare i desideri ad un desiderio comune che “li” e “ci” renda felici.
Quello che stiamo facendo avrebbe un risultato di maggior effetto se fossimo in grado di “ fare rete” cioè di condividere le varie esperienze, che sono molte ed anche ricche di contenuti; così è possibile che altri e gli stessi ragazzi traggano spunti interessanti per dare maggior vigore ai loro progetti.
Una pista su cui impegnare le energie è ridurre la distanza tra i giovani e le istituzioni.
Benché sia più facile a dirsi che a farsi, resta decisivo il superamento della sfiducia e della paura che tanti giovanimanifestano nei confronti del mondo degli adulti.
Ci rendiamo conto che è importante creare un terreno comune (politica e chiesa) che ci permetta di lavorare su progetti condivisi, sulle scelte, sulle cose da fare “con” piuttosto che “per” i giovani.
Un’altra pista di lavoro consiste nel concentrare le energie possibili nella formazione perché, in ogni ambito sociale, non solo lavorativo, serve sapere ma occorre anche saper fare.
Un utile strumento potrebbe essere il monitoraggio dell’associazionismo sul territorio, soprattutto cattolico; questo sarebbe particolarmente utile nelle zone periferiche.
Gli enti pubblici potrebbero promuovere la convocazione delle varie realtà dell’associazionismo, ad esempio in una due giorni, per conoscere quanto è già presente e per coordinare le forze. Se le parrocchie fossero più attente e più disponibili, sarebbe certamente un bene; potrebbero inserirsi in progetti comuni di incontro, di dialogo, di attività concrete.
Sarebbe certamente una buona cosa convocare i giovani per raccogliere da loro le proposte per il futuro, e per renderli partecipi e responsabili di iniziative da loro stessi gestite.
don Pierpaolo Conti