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Ambientalisti o semplici disturbatori?

di MARTINA BACCHETTA

“Questa è la nostra solenne responsabilità. I diritti sacri richiedono un sacro dovere di difenderli. E finché tutti non saranno liberi, nessuno di noi sarà libero. Le nostre mani non reggono armi e i nostri cuori sono aperti”.

Parole cariche di ardore e di temeraria consapevolezza, quelle pronunciate da uno dei portavoce di Ultima Generazione, campagna italiana di disobbedienza civile nonviolenta che, come scritto sul proprio sito, dal 2021 unisce cittadini preoccupati per il futuro climatico del Pianeta e quello che verrà dopo. Attivisti convinti che, con azioni di disturbo, si possa sensibilizzare sugli errori che si continuano a fare sul tema del rispetto ambientale e dei cambiamenti climatici, e sull’impatto che questi avranno fino al momento in cui non si potrà più tornare indietro. Il loro nome già svela le loro preoccupazioni: ‘ultima generazione’ perché, se si continua a non intervenire, non ci sarà spazio, tempo, modo per un’altra generazione di vivere e di far vivere la Terra.

Quali le loro richieste? Chiedono al Governo italiano di interrompere la riapertura delle centrali a carbone, di non proporre nuovi progetti di trivellazione ed estrazione di gas naturale e incrementare l’energia solare ed eolica.

E come lo chiedono? Il loro modus operandi è molto semplice, ma di evidente effetto. Attuano delle condotte di disturbo indirizzate al singolo cittadino. Come?

Bloccando le strade principali di grandi città sedendosi a terra esibendo uno striscione e gridando parole di incoraggiamento ad intervenire immediatamente in favore del surriscaldamento climatico e le sue deleterie conseguenze, per fare un esempio. Oppure entrando nei musei e incollandosi (letteralmente) alle opere d’arte più famose, come accaduto di recente con la Primavera del Botticelli, solo per citarne una: “All’interno dell’opera di Botticelli sono dipinte più di 500 specie vegetali: davanti ad un collasso ecoclimatico, potremo mai vedere una Primavera bella così?” strepitano a gran voce gli attivisti. O ancora, gettando sui quadri più acclamati e evocativi, come i famosi campi di grano di Van Gogh, composti di colla, vernice o ingredienti naturali.

Riguardo a quest’ultima azione, i portavoce di Ultima Generazione si giustificano: “Prima ci consultiamo con restauratori professionisti per sapere come agire, quale colla usare o quanta pressione si può esercitare per evitare danneggiamenti all’opera”. Tutti comportamenti che secondo i loro calcoli e pensieri dovrebbero destare preoccupazione e sensibilizzazione sull’argomento nella mente e nel cuore del cittadino medio e spingerlo, quindi, a fare qualcosa di concreto o ad aiutarli a farsi sentire ai ‘piani alti’, dove chi di dovere può effettivamente prendere decisioni importanti.

Metodo efficace o controproducente? Il parere dei giovani Ma può funzionare una condotta del genere? Cosa ne pensa davvero il cittadino medio? Ne parlano alcuni ragazzi di Rimini, giovani come giovani sono gli

attivisti di questa campagna nonviolenta e preoccupati (seppur con modalità espressive diverse) esattamente come loro.

“Più che sensibilizzazione e comprensione, i cittadini disturbati da questi metodi provano rabbia e odio. – afferma decisa Stella, 25 anni, di Rimini Lo scandalo mediatico possono crearlo in completa autonomia in altri modi, non certamente bloccando il traffico e obbligando le persone a rimanere in coda, anche con il motore acceso.Si parla di cambiamento climatico? Di surriscaldamento e di inquinamento? E cosa ne pensa Ultima Generazione, quindi, di tutte quelle macchine ferme a consumare smog in attesa di ripartire? È un controsenso, forse. Per quanta ragione possano avere, per quanto giusta possa essere la causa, esistono altri modi per coinvolgere l’opinione pubblica. Perché se io mi trovassi davanti a loro che sventolano bandiere e striscioni con frasi d’effetto gridando di intervenire, la prima cosa a cui penserei, bloccata nel traffico o davanti a un quadro che adoro imbrattato di colla o simili, non è certo quella di immolarmi per la causa, quanto piuttosto ad un modo per fermarli”.

“Ho sentito parlare di questa campagna nonviolenta diverse volte – annuisce Federico, 22enne di Riccione, con uno spirito forse più speranzoso e coinvolto – ed è forse proprio questo il punto. Vogliono che se ne parli, se ne discuta e anche adesso stiamo esattamente facendo quello che vorrebbero. Questi attivisti non chiedono sostegno e consenso. O meglio, gli serve, ma non lo pretendono. Chiedono che l’opinione pubblica si infervori a tal punto da far qualcosa e, spargendo la voce, qualcosa la stiamo già facendo. Puoi non trovarti in accordo con i loro metodi, maecco che il loro obiettivo lo raggiungono ugualmente. La causa interessa tutti noi, nessuno escluso. E se anche ti viene da sbuffare a pensare alle loro azioni di disturbo, sicuramente discutibili, il problema non cambia. Il Pianeta sta gridando aiuto e noi dobbiamo soccorrerlo prima che davvero le nostre mani siano legate da un ‘non si torna più indietro’”.

Anche Rim, 24 anni, scocca una freccia di totale disappunto sulle modalità di questi attivisti. Ma ciò non toglie che anche lei, come moltissimi giovani, è angosciata quanto loro: “La definiscono ‘campagna nonviolenta’ perché effettivamente non aggrediscono le persone e non hanno armi in mano, ma il loro modo di fare istiga i cittadini ad atti aggressivi, rancorosi e risentiti, anche se verso di loro e non nei confronti del Governo o delle istituzioni. La causa di Ultima Generazione è più che giusta, ma secondo quale logica una persona bloccata per più di due ore nel traffico, facendo magari ritardo al primo giorno di lavoro, ad una visita medica, ad un appuntamento importante o simili, possa anche solo prendere in considerazione che ci si debba svegliare e fare qualcosa sul tema della crisi ambientale? Si tratta di un metodo machiavellico e sbagliato: ‘il fine giustifica i mezzi’ non è affatto una scusa valida. Si tratta di dover trasformare le nostre abitudini, credenze, convinzioni, è qualcosa di più profondo. Non otterranno il sostegno del cittadino comune creandogli disagio e fastidio”.

Come agire per sensibilizzare in modo efficace, dunque?

“Credo che l’unico modo per intervenire sia attraverso un tipo di sensibilizzazione giusta, attraverso la conoscenza e una propaganda non violenta, non disturbatrice, invece produttiva e positiva. – prosegue la giovane – È necessario informarsi, ricercare il più possibile con spirito critico edio, nel mio piccolo, lo faccio già. Parlando, ad esempio, di energie alternative, esistono anche altre possibilità ad impatto ambientale praticamente nullo, come il nucleare ad esempio. Le persone hanno in media una percezione piuttosto spaventata e sbagliata in quanto ad energia nucleare, e la additano spesso e volentieri come pericolosa e rischiosa. La scienza, invece, spiega e dimostra che il nucleare è pulito e sicuro e può dare un grande contributo, anche più delle rinnovabili, a combattere il riscaldamento globale. Chi meglio degli scienziati può dare una risposta alle tante domande che noi, Ultima Generazione e i cittadini stessi di questo Pianeta in difficoltà, ci poniamo?”.