C’ è un dossier, realizzato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), e dedicato alla qualità dell’aria in 344 città europee, di cui andrebbe tenuto conto. Il dossier, che risale al giugno dell’anno scorso, e utilizza dati del 2020 e 2021, esamina, e valuta, l’aria delle città facendo riferimento alla presenza e concentrazione delle particelle PM2,5 (le polveri sottili più piccole, dopo le PM10, che per questo penetrano più facilmente nei polmoni) e stila una classica che va, a scendere, da buona (valore annuale PM 2,5 non superiore a 5 g/ m3), a normale (PM2,5 compreso tra 5 e 10 g/ m3), accettabile (PM2,5 compreso tra 10 e 15g/ m3), scadente (PM2,5 compreso tra 15 e 25g/ m3) e pessima (PM2,5 superiore a 25g/m3). In base alla concentrazione di questo inquinante,tra i componenti più importanti per la qualità dell’aria, l’Agenzia Europea per l’Ambiente, ha fatto la sua classica che vede al primo posto la città di Umeà, in Svezia, per seconda Faro, in Portogallo, in terza posizione Funchal, capitale dell’isola portoghese di Madeira. Tre città dove la concentrazione annuale di PM2,5 non arriva a 4g/m3. Di questa lista, la prima città italiana, è Sassari, in sedicesima posizione, dove la qualità dell’aria viene classificata come ‘normale’. E Rimini? Con una concentrazione di PM2,5 di 17g/ m3 (15 g/m3 nel 2021) per rintracciarla dobbia mo scendere alla 289ª posizione, tra le città dove l’aria che si respira è definita ‘scadente’, cioè piuttosto inquinata. Un dato che dovrebbe far riflettere.
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