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Ormai i personaggi politici, da quelli cittadini ai leader nazionali, non perdono un colpo (o i loro social media manager, per chi li ha). Se succede un’impresa di un loro compaesano o connazionale – sportiva, culturale, professionale o quant’altro – la rilanciano con enfasi sui social invitando i loro followers ad esultarne insieme a loro.

Una medaglia d’oro storica alle Olimpiadi? Un’italiana che si fa valere lassù dove osano gli astronauti? Una rock band italiana che spopola nel mondo? O a livello più locale l’enfant du pays che vince un premio nazionale o si impone in uno sport fino a prima magari pure ignorato? E mettiamoci, uscendo dalla modalità esultante, anche il ricordo dell’illustre personalità appena scomparsa. Tutto va rilanciato a stretto giro prima che lo facciano gli altri.

Ogni tanto va bene, lo fanno anche i comuni mortali. Fatto sistematicamente, mi lascia qualche perplessità. È forse il personaggio politico di cui sopra preoccupato che mi sia perso una notizia? Ne sono grato, ma pur essendo una persona abbastanza distratta cerco di tenermi informato sulla stretta attualità. È la ricerca di like e attenzione? O forse ‘appoggiarsi’ alle imprese altrui, e non sto dicendo approfittare sia chiaro, può servire a colmare l’ormai cronica incapacità della politica di appassionare le genti con le proprie, di gesta? Non saprei. So solo che l’assenza dell’Italia ai Mondiali, per gli esultatori professionisti, è davvero un brutto colpo.

Maurizio Ceccarini