Quarantacinque anni di vita per un gruppo tutto al femminile è un grande evento da festeggiare. E festa è stata per il Soroptimist di Rimini, nato proprio nell’ottobre 1977. Una festa semplice e gioiosa con alcune amiche anche dei Club delle città vicine e con vari mariti che apprezzano e sostengono l’impegno delle mogli in questo Club di Donne Professioniste, tese a costruire insieme progetti di solidarietà, di cultura, di partecipazione attiva alla vita della propria città, con lo sguardo sempre rivolto al mondo dove il Soroptimist si espande da ben 101 anni: Europa, Regno Unito, Asia, Africa, Americhe.
L’ottimismo delle prime Donne, che si considerarono sorelle (da qui il nome Soroptimist), si unì al coraggio ed alla intraprendenza per sostenersi a vicenda ed ottenere non tanto diritti quanto la propria affermazione nel campo professionale ed imprenditoriale dove pian piano stavano entrando.
Infatti se all’inizio del secolo scorso era un’eccezione (per alcuni sconcertante) che una Donna arrivasse alla laurea universitaria, occupasse posti manageriali di prestigio o si impegnasse in una professione non convenzionale, ancor oggi nel mondo molte donne sono escluse da queste prospettive e la loro emancipazione o solo il riconoscimento della loro identità personale pare un miraggio. Ecco perché tante donne più fortunate, riunendosi nel Soroptimist International, si sono adoperate attraverso progetti multiformi per promuovere la condizione della donna nei luoghi dove vivono in difficoltà: dall’Etiopia al Perù, dallo Zimbabwe al Bangladesh. Le campagne mondiali ed europee per la Pace, per la difesa dell’infanzia, contro la fame, contro l’inquinamento atmosferico risalgono ad anni passati: una lungimiranza che ha precorso i tempi.
Oggi l’impegno è rivolto anche alla città dove il Club vive, con varie attenzioni rivolte: alle Donne vittime di violenza (creazione di “Una stanza tutta per sé” presso strutture giudiziarie e di Carabinieri), alla salvaguardia della natura (“Oasi delle api” a rischio di estinzione; “la foresta che suona”, riforestazione dopo la tempesta Vaia in val di Fiemme (distrutta dal ciclone omonimo e che forniva legname prezioso per la costruzione di strumenti musicali); “mare-da-mare” per la tutela dell’ecosistema mare e delle sue risorse) al restauro di opere d’arte (un quadro del Guercino, un prezioso testo della Gambalunghiana) alla salute, musica, teatro ecc.
Tra i progetti tutti riminesi dell’associazione c’è la ricerca sull’impatto dell’Università sulla città, ricerca finanziata in anni in cui era impensabile affrontare un tema che poi si è rivelato invece decisivo per la crescita del territorio. Da applausi anche l’iniziativa “Donne maternità segreta”, un opuscolo con informazioni e notizie utili realizzato in 10 lingue, tra cui arabo e portoghese. Nella festa di mercoledì 21 ottobre, assieme ai “riti” di apertura e di presentazione e racconto del percorso del Club, c’è stato un momento giocoso: più di 300 libri donati dalle socie, ed avvolti tutti in carta da giornale, sono stati “pescati” dai presenti all’apericena. Il ricavato è destinato ad una iniziativa che valorizza l’Ospedale “Infermi” di Rimini dotandolo di una importante strumentazione: un ecografo di alta fascia e di ultima generazione necessario per la diagnostica di patologie epato-pancreatiche.
Presidente Gabriella Vitri, ha ancora senso oggi una associazione come Soroptimist? “Certamente. È cambiato l’orizzonte rispetto a 45 anni fa, occorre vedere le cose nella prospettiva adeguata, ma la situazione femminile non è tutta rose e fiori. E noi con la mission che ci contraddistingue possiamo fare qualcosa, con la modalità di approccio con istituzioni, associazioni e la realtà esterna”. Gabriella Vitri è il ventunesimo presidente del Soroptimist Rimini. Eletta nel 2020, resterà in carica fino al 1° gennaio 2023, quando cederà il testimone a Maddalena Gambarini. Nella vita professionale, la Vitri si occupa di ufficio commerciale di un gruppo di alberghi di Rimini, e ha riversato nell’associazione tutta la sua passione e la sua sensibilità. “Dalla sua nascita, 45 anni fa, Soroptimist Rimini ci ha sempre viste impegnate su tanti e vari fronti: dalla cultura alla sostenibilità ambientale (il primo progetto del Soroptimist mondiale, 100 anni fa, verteva sul salvataggio di una foresta di sequoia, precursore delle campagne di salvaguardia ambientale che si sono poi sviluppate nel tempo). Perché tanti ambiti di intervento e di proposte? Non ci si può limitare a un solo settore, la vita va affrontata a 360 gradi”.
Il club ha compiuto 100 anni nel 2021 a livello mondiale, e 45 a Rimini. La società è cambiata, e tanto, e con essa anche il ruolo e la figura della donna. Dopo tante stagioni, ha ancora senso un’associazione che si occupa di donne come Soroptimist? “Assolutamente sì. Il club ovviamente si è evoluto come si è evoluta la società, sono cambiate le socie e le professionalità e la visione e la presenza delle donne nella società. L’associazione ha vissuto una evoluzione continua in parallelo con quella della società. Ma ci sono ancora molte e importanti battaglie da portare avanti. La situazione femminile nella società deve ancora abbattere diversi muri, ad esempio la disparità degli stipendi rispetto ai maschi, ma anche tematiche critiche come la violenza”.
Molti corpi intermedi ma anche associazioni soffrono del ricambio generazionale. Impegnarsi, anche a vario livello, sembra essere più difficile. “Anche Soroptimist deve fronteggiare qualche difficoltà di ricambio generazionale, come altre associazioni con cui siamo in contatto. Come associazione femminile forse sentiamo ancora di più questa fatica perché le donne sono molto impegnate nella gestione della casa, della famiglia, dei figli e del lavoro. Però quando scoprono l’associazionismo e il volontariato, si rendono presto che è una parte importante della vita, che gratifica e dà soddisfazione, arricchisce molto le persone e dà senso al tempo impiegato”.
Qual è la condizione per far parte di Soroptimist? “L’unica condizione è essere impegnate nel mondo del lavoro, in qualsiasi attività e a qualsiasi livello”.
Un Soroptimist che a 45 anni è vivo, gioioso e solidale, sempre in attività e pronto a spendersi per il mondo, vicino e lontano.
Silvia Tagliavini