In occasione della Fiera di San Michele (1 e 2 ottobre), si disputeranno nello sferisterio clementino le semifinali italiane di Gioco del pallone al bracciale. Torna così finalmente quello sport che, in tempi passati, ha portato la città agli onori delle cronache.
Gianluca Cesari, presidente dell’Associazione sportiva Amati, racconta entusiasta che il gruppo si è formato di recente per dare nuova vita a quello nato circa 30 anni fa e poi scemato nel tempo: “La volontà è quella di riportare il gioco a Santarcangelo e, piano piano, di ricostituire una squadra. Gli sforzi sono per ora concentrati sui bambini. I membri del direttivo sono stati istruiti per insegnare e, assieme alla federazione italiana, organizzeremo corsi nelle scuole per coinvolgere le nuove generazioni in quella che è stata una disciplina davvero importante per la città e per i santarcangiolesi”.
Il gioco infatti fa parte delle tradizioni che legano Santarcangelo con la sua gente, che uniscono personaggi, passioni, cultura e usi popolari. L’associazione stessa prende il nome da un concittadino (Lorenzo Amati, 1880-1963) che è stato tra i pallonisti italiani più illustri del passato. Lo svolgimento delle semifinali nazionali di pallone al bracciale sarà un’occasione unica per riportare l’attenzione su un gioco che risale addirittura al Rinascimento e che, fino al 1921, ha rappresentato lo spettacolo atletico più popolare d’Italia.
A corredo delle partite, venerdì 30 settembre sarà inaugurata nei locali del Musas una mostra con parte dei materiali del vecchio museo. Forse non tutti sanno infatti che, all’inizio degli anni ’90, le antiche carceri mandamentali di Via Massani custodivano il Museo del Gioco al bracciale e del tamburello. “È rimasto attivo più o meno tre anni – dice Arrigo Giorgetti, uno dei fondatori – e raccoglieva cimeli, foto, pubblicazioni, coppe, uniformi, bracciali (uno addirittura del 1500). Quando fu chiuso per problemi di stabilità dell’edificio, il materiale venne riposto in alcuni grossi scatoloni e portato al Met in attesa di trovare un luogo adatto per riallestirlo”. La speranza oggi è che si trovi presto un nuovo spazio per un’esposizione in forma stabile “anche se – continua Giorgetti – il vecchio torrione delle mura malatestiane era davvero la location perfetta, perché affacciato sullo sferisterio, il luogo deputato alle dispute di gioco”. Il campo a ridosso della cinta muraria della città fu in effetti realizzato nel ’700 proprio per ospitare il gioco del pallone a bracciale ed è ritenuto, tuttora, uno dei meglio eseguiti e conservati di tutto il Paese.
Un appuntamento quindi molto atteso per Santarcangelo quello di sabato 1 ottobre, che prevede a partire dalle ore 10 le ‘finaline’ (5°/6° e 7°/8° posto) e nel pomeriggio, dalle ore 15, le semifinali italiane di gioco al bracciale. In serata invece lo sferisterio accoglierà giocatori di Serie A che si uniranno ad alcuni santarcangiolesi per una partita dimostrativa di tamburello.
Roberta Tamburini