Ciao Cicci e grazie. Giancarlo Ramberti – Cicci per gli amici – ci ha lasciati e adesso dal cielo verifica se la sua fede laica ha un fondamento, in caso contrario certo comunque di essersi guadagnato con i fatti della sua vita anche un pezzo di paradiso.
Ormai pochi lo sanno, perché purtroppo il tempo ormai non ha memoria, ma Giancarlo è stato, con la sua attività, ma soprattutto con la sua amicizia, una pietra miliare agli inizi de ilPonte.
Per oltre 10 anni le Arti Grafiche che portavano il suo cognome, sono state la casa del nostro neonato settimanale. Con pazienza prese per mano don Piergiorgio Terenzi, giovane direttore del settimanale, e lo accompagnò con i suoi consigli sulla strada di una piena professionalità nell’editoria, cosa di cui lui era maestro.
Un laico convinto ed un giovane prete, così apparentemente lontani nel progetto e nei riferimenti valoriali, che ben presto si intesero e si apprezzarono (lo faranno poi per tutta la vita) come amici fidati, sempre aperti a un dialogo sincero e senza nascondimenti.
La loro amicizia si estese poi agli altri soci, alle maestranze della tipografia e a tutta la redazione del settimanale, in un rapporto quasi familiare. Io stesso ne ho abbondantemente beneficato, come del resto la sua famiglia, la moglie, i figli, che Giancarlo chiamava a partecipare di questa amicizia comune.
Dopo aver lasciato l’azienda, il luogo d’incontro dove spesso ci scambiavamo pareri su tutto, era il palazzetto per le partite di basket, di cui condividevamo la passione. Sempre lassù in alto, nella gradinata, vicino alla postazione stampa. La notizia della sua morte mi è giunta tanto improvvisa che non ho potuto neppure rendergli omaggio nella camera ardente, ma ieri, accompagnando il grande papà di un sacerdote nel suo ultimo viaggio, tante volte il mio pensiero e la mia preghiera è andata a lui, al caro “Cicci”.
E questa mattina cercando fra le vecchie foto un mitico brindisi in tipografia nel primo anno di vita del settimanale (1976), ho rivisto centinaia di immagini di tanti collaboratori, giornalisti, tecnici, impiegati, diffusori, che hanno permesso a ilPonte di tagliare il traguardo di 47 anni di vita. A ciascuno di loro, anche ai tanti che ora sono in cielo, va un ricordo ed un grazie. Mille volti sono ancora ben impressi nella mia memoria di testimone diretto di un percorso che ha dell’incredibile, sapendo da dove siamo partiti.
Se ilPonte oggi è quel che è, il merito è loro, della disponibilità, a volte oltre misura, che in tutti questi anni ci è stata offerta, per la professionalità, per il piacere del servizio alla comunità locale ed ecclesiale e soprattutto per l’amicizia. Vorrei che il fraterno grazie che rivolgo a Giancarlo Ramberti potesse estendersi a tutti loro. Quando fra tanti anni qualcuno studierà la nostra storia si potrà davvero dire che ilPonte è giornale di chiesa e di popolo, cresciuto anche grazie alla straordinaria amicizia di un grande laico.