La chiesa Collegiata di Santarcangelo necessita di interventi importanti (tra 1.500.000 e 2.000.000 di euro) e urgenti, c’è il rischio concreto di chiusura. La parrocchia di Santarcangelo si è interrogata sul da farsi e ha trovato una possibilità nell’alienazione della chiesa del Suffragio, davanti a piazza Ganganelli. L’edificio “riscuote” l’interesse dell’Amministrazione Comunale che ne farebbe un centro per la comunità. Sulla vicenda si sono sollevate polemiche, prese di posizione e pareri diversi.
L’unica proposta alternativa a quella avallata dal Consiglio Pastorale e dal Consiglio Economico della parrocchia, è quella che prevede la cessione del Centro Giovani San Bartolo al posto del Suffragio.
Una soluzione che non trova d’accordo l’Economo Diocesano. Don Danilo Manduchi spiega le sue ragioni (condivise anche dalla parrocchia e dai suoi operatori) in un lungo, appassionato e articolato intervento.
In merito al non procrastinabile intervento di restauro della chiesa Collegiata di Santarcangelo di Romagna, e alla strada intrapresa dalla parrocchia di San Michele di ricerca dei fondi necessari a tale urgentissimo intervento, l’Economo diocesano, don Danilo Manduchi, interviene per fornire alcune informazioni utili a riportare il dialogo su un corretto binario.
È al vaglio una proposta di alienazione della chiesa del Suffragio a Santarcangelo per ‘salvare’ la Collegiata, per la quale si registra l’interesse del Comune di Santarcangelo.
L’Economo diocesano entra nel merito dell’unica proposta alternativa realistica ricevuta: quella di alienare al Comune di Santarcangelo non la chiesa del Suffragio bensì il Centro Giovani di San Bartolo.
“Riporto di seguito le motivazioni che, a mio parere, fanno preferire non la seconda ma la prima ipotesi:
- Si è scelto di erigere il Centro Giovani oltre 15 anni fa. Una struttura educativa per i giovani era stata sollecitata proprio dalle realtà amministrative e sanitarie del territorio, che lamentavano una carenza di attenzione ai giovani e auspicavano che la Chiesa, con la sua grande tradizione educativa, se ne facesse carico.
Allora le condizioni economiche della parrocchia lo consentivano. Oggi di un tale intervento non si potrebbe neanche parlare. - Il Centro Giovani non ha sforato le previsioni di spesa.
Questo è in sintesi il bilancio dell’opera:
- Costo preventivato = 1.830.000
- Costo effettivo = 1.818.460 euro (11.540 euro in meno rispetto al preventivo)
- Pagato ad oggi = 1.592.164 euro (in buona parte con fondi 8×1000 Chiesa Italiana e Diocesi di Rimini; vendita di 1 appartamento; mutuo bancario; offerte delle persone)
- Il mutuo bancario di 200.000 euro acceso deve ancora essere saldato per 150.000 (costa circa 10.000 l’anno, costo sostenibile dalla parrocchia)
- È stata avanzata anche la proposta di una gestione mista del Centro Giovani da parte di Comune/Parrocchia, una idea che non convince proprio per lo scopo educativo proprio di una struttura parrocchiale, diverso e specifico rispetto a quello di una struttura pubblica.
Una gestione mista andrebbe inoltre incontro a problemi burocratici legati alle responsabilità civili e amministrative ecc. - Ogni amministratore saggio programma le proprie spese in proporzione alle forze disponibili. Proprio per questo motivo il Consiglio Pastorale e il Consiglio Economico della parrocchia di San Michele di Santarcangelo ha pensato di verificare la strada dell’alienazione della chiesa del Suffragio. All’orizzonte non vi sono infatti altre risorse adeguate ad affrontare la ingente cifra necessaria di circa 1.500.000/2.000.000 euro per intervenire sulla Collegiata.
Il Centro Giovani vale più di 2 milioni di euro, un budget che in questo momento non trova offerenti: cedere tale struttura per una cifra molto minore del suo valore sarebbe una ‘vendita’ o una ‘svendita’? - Sempre percorrendo la strada di una vendita e non di una svendita, se il ricavo della vendita del Suffragio non si dovesse avvicinare alla cifra necessaria, tutta l’operazione rischia di naufragare. Né la parrocchia di San Michele né la Diocesi di Rimini possono permettersi di accendere un altro mutuo per più di 100.000 euro, perché economicamente non sostenibile.
- Il motivo vero, reale, importante che farebbe preferire la cessione del Centro Giovani al posto di quella del Suffragio è quella del legame affettivo e di fede che la gente ha verso quel luogo.
Ma le persone e i fedeli hanno giustamente molto a cuore anche il lavoro reale di pastorale giovanile e intergenerazionale. La città conta quattro chiese e nessun luogo di aggregazione giovanile, eccettuato il Centro Giovani. Non ripetiamo tutti quanti ogni giorno che sono proprio i giovani il nostro futuro?
Ogni cessione di beni appartenenti alla parrocchia (ma anche alla Diocesi) è dolorosa, tanto più – ne siamo ben consapevoli! – quando si tratta di edifici in cui le persone hanno pregato con e per i propri cari, fino ad accompagnarli nell’ultimo viaggio terreno, in attesa di ricongiungersi al Padre.
Purtroppo siamo di fronte a scelte importanti e non più rimandabili. Tenendo conto di tutte le considerazioni fatte, e al termine di un discernimento accurato e partecipato, la Diocesi e la Parrocchia di Santarcangelo ritengono più opportuna – e quindi confermano – la scelta di verificare la possibilità di alienare la chiesa del Suffragio per ‘salvare’ la Collegiata”.