Con questo caldo sto impazzendo” oppure “è talmente caldo che non ragiono più”. Quante volte ci siamo trovati a dire o pensare queste frasi nelle estati degli ultimi anni, caratterizzate dagli effetti dei cambiamenti climatici che portano anche nel nostro territorio un caldo estremo, torrido, umido e persistente, anche per periodi di tempo prolungati. Condizioni che, ce ne accorgiamo tutti, rendono difficili anche le attività più semplici della normale quotidianità, come concentrarsi o ragionare su ciò che si sta facendo.
Non solo: in periodi come questi è facile scoprirsi maggiormente nervosi, irascibili e aggressivi, anche in situazioni innocue. Ebbene, non si tratta di qualcosa di straordinario, ma delle normali reazioni fisiologiche che il nostro organismo, soprattutto dal punto di vista psicologico, produce quando si trova di fronte all’impatto del caldo estremo. Il caldo dà alla testa, dunque? Sì, e a dirlo è la scienza.
Gli studi
Sono diversi, infatti, gli studi neuroscientifici che hanno dimostrato l’esistenza di un collegamento diretto tra le alte temperature e il cambiamento nel comportamento e nell’attività mentale delle persone.
“ Uno studio dell’Università dell’Iowa – spiega lo psicologo e neuroscienziato Lorenzo Dornetti – aveva dimostrato già nel lontano 2001 l’associazione tra aumento di temperatura e aggressività degli individui.
Qualche esempio. In estate aumenta il numero dei crimini violenti, chi ha un’auto con l’aria condizionata spenta o poco efficiente suona il clacson più spesso di chi guida al fresco.
Inoltre, il numero dei pensieri contraddistinti da rabbia cresce se la temperatura supera i 30 gradi”. Ma non è tutto. Come detto, un’altra reazione tipica quando ci troviamo di fronte a temperature molto alte è un senso di difficoltà nella concentrazione e nel ragionamento. Anche questa è una risposta puramente fisiologica, come dimostrato da una ricerca scientifica più recente: nel 2016, nello specifico, uno studio dell’Università di Harvard aveva dimostrato l’impatto diretto (negativo) delle elevate temperature sulla lucidità e la velocità cognitiva.
Lo studio si basava sul ‘Test di Stroop’, uno strumento che rileva i tempi impiegati per risolvere compiti di crescente complessità, applicato a due gruppi di studenti che avevano le stesse caratteristiche, con un’unica differenza: la temperatura della stanza in cui si svolgeva l’esperimento. Risultato? Le prestazioni degli studenti che si trovavano nella stanza più calda erano costantemente inferiori rispetto al gruppo dell’altra stanza, quella più ‘fresca’. In sostanza, dunque, le neuroscienze confermano i luoghi comuni più diffusi: il caldo ci rende più aggressivi e meno lucidi.
Ma perché questo avviene?
“Quando fa più caldo del normale – continua Dornetti – si verifica l’alterazione di alcuni circuiti neurali. Gli studi neuroscientifici hanno verificato che le aree cerebrali più colpite sono la corteccia orbito-frontale e quella prefrontale, due aree del sistema nervoso connesse al controllo di sé e alle prestazioni mentali complesse.
Per dirla con le parole dello psicologo premio Nobel per l’Economia Daniel Kahneman, quando fa caldo si usa il ‘sistema 1’, ovvero processi mentali impulsivi e irrazionali; al fresco si attiva il ‘sistema 2’: tenendo maggiormente sotto controllo l’emotività, si realizzano scelte più razionali che richiedono operazioni mentali complesse. Ma questo non significa che chi vive in climi più caldi sia incline a prendere decisioni meno efficaci rispetto a chi vive in ambienti più freddi. La differenza è dovuta piuttosto alle deviazioni rispetto a una temperatura abituale e non solo al livello di temperatura in senso assoluto”.
L’impatto sulla quotidianità
Tutto questo si traduce, ovviamente, sulla vita di tutti i giorni. Un particolare effetto dei cambiamenti psicologici portati dal caldo, infatti, è quello sul modo che abbiamo di fare acquisti e, quindi, nella gestione del nostro denaro.
Un tema trattato a livello internazionale sul Journal of Marketing dai professori Amar Cheema e Vanessa Patrick: ad alte temperature, i clienti scelgono l’opzione che richiede minor sforzo mentale, prediligono prodotti che già conoscono e soluzioni meno complesse e rimandano le decisioni impegnative.
Non solo. “ Facendo un altro esempio, – aggiunge il dottor Dornetti – È nell’esperienza comune di chi lavora nei negozi di telefonia che i clienti, posti di fronte alla scelta tra due piani telefonici, in una stanza fresca facciano i conti e scelgano il più conveniente, mentre al caldo scelgano sulla base del prezzo apparente, senza approfondire i contenuti dell’offerta. Ma c’è di più: quando devono scegliere tra due prodotti, uno innovativo e l’altro tradizionale, i soggetti nelle stanze calde sono più propensi a scegliere il prodotto tradizionale, come se non volessero elaborare nuove informazioni”.
Il ‘Piano Caldo’ di Rimini
Rimini (e tutta la Romagna) si trova a dover combattere con il caldo estremo proprio in queste settimane.
La grande ondata di caldo proveniente dall’Africa ha alzato notevolmente le temperature del nostro territorio, situazione che, secondo le previsioni, non finirà nell’immediato futuro (si possono toccare a Rimini anche i 35 gradi, fin dalle prime ore della giornata). In questa situazione critica, il Comune di Rimini rende noto che non si ferma, e anzi aumenta l’attività del Piano di emergenza del Nucleo Fragilità Anziani.
Sono soprattutto gli anziani, infatti, a soffrire l’attuale situazione climatica, in particolar modo quelli che già presentano problemi di salute o che si trovano da soli. “ Sono circa un migliaio quelli seguiti su tutto il territorio – fa sapere l’Amministrazione riminese – che vengono monitorati telefonicamente, testando non solo il loro stato di salute ma anche quello psicologico. Una telefonata che nei casi più gravi può far scattare la segnalazione ai servizi sanitari per il pronto intervento”.
“Non si tratta solo di attenzioni per prevenire l’isolamento degli anziani e il loro conseguente disagio. – precisa l’Assessore ai servizi Sociali Kristian Gianfreda – Nel Piano Emergenza Caldo sono inserite anche altri tipi di attenzioni orientate a prevenire le criticità più gravi. Oltre alle telefonate, infatti, sono previste per alcuni casi specifici visite domiciliari e coordinamento con i servizi sociosanitari e di pronta assistenza.
Le principali azioni previste dal Piano contemplano in primo luogo lo stretto raccordo tra gli enti locali e l’Ausl, con i medici di medicina generale, con le associazioni di volontariato e le organizzazioni no profit per rendere gli interventi sinergici e quindi più efficaci”. Il numero di telefono per le segnalazioni è 0541.1490572, utilizzabile da parte di cittadini e familiari, o degli anziani stessi, per dare avviso su situazioni di particolare disagio.