Otto donne imprenditrici, otto storie di chi ha lottato per l’indipendenza economica, otto imprese che, superata la fase del lockdown, sono testimonianza di ripartenza. Queste otto donne imprenditrici sono state premiate dal Comune di Rimini in occasione del centenario della giornata internazionale della donna.
Quella a cui ha partecipato questa mattina il Vice Sindaco Chiara Bellini, è stata una premiazione dal grande valore simbolico. Proprio l’8 marzo, nel centenario della giornata internazionale della donna, il Comune di Rimini ha voluto premiare le imprenditrici riminesi di successo che, grazie alla loro sensibilità, sono state capaci di guardare al futuro con creatività. Si tratta del primo evento dedicato alle donne del cartellone “L’otto sempre”.
La “squadra” delle donne premiate comprende: Valentina Aureli (SCM GROUP); Giulia Azzurri Fattori (Sovrana Hotel & SPA); Elena Borghi (GROUP SRL); Elisabetta Brocculi (SAPORI FEDELI); Giorgia Brugnettini (assemblaggio di quadri elettrici); Isabella Fabbri (allevamento cavalli da corsa); Renata Mantovani (Cooperativa Sociale Onlus); ed Elisa Maroncelli (HAPPINESS GROUP società cooperativa).
Nel salutare le imprenditrici, il vicesindaco Bellini ha voluto leggere alcuni passaggi di una lettera da lei scritta e rivolta a tutte le donne. “Essendo fiera di essere donna, posso dire di aver imparato sulla mia pelle cosa significhi essere discriminata in quanto tale.
Vivendo in una società che appare equa e paritaria ma che non lo è a causa di fattori culturali come il tema del divario salariale tra i generi, o in ogni contesto professionale dove ci sia un’organizzazione gerarchica di tipo piramidale, dove le donne sono quasi sempre alla base. La vera svolta può passare solo attraverso un cambio di mentalità che riconosca alle donne la loro dignità e la loro uguaglianza”.
La Bellini ha poi proseguito, chiamando in causa anche la figlia. “Riferendomi a mia figlia ed a tutte le donne giovani come lei, vorrei dire oggi di non farvi mai influenzare sulle vostre scelte e non credere mai alle persone che credono che i lavori siano o maschili o femminili. Per garantire ciò che dico, come amministratrice, sono convinta di dover lavorare per eque possibilità, visto che una uguaglianza di per sé è difficile da ottenere”.
“Sono donna e combatto per esserlo, soprattutto da quando svolgo un ruolo che fino a poco tempo fa era unicamente di appannaggio maschile. Perciò concludo: care donne, di tutte le età, è il tempo di rivendicare con fermezza i nostri diritti e i nostri bisogni, così come i nostri desideri in quanto donne, dalla società in cui viviamo”.
Giulia Di Muro / Diego Malpeso