L’Italia e il mondo (almeno quella parte che può permettersi di farlo) sprecano ancora troppo cibo. Certo, le cose sono diverse (e molto) rispetto al passato, ma ancora non abbastanza. E occorre subito dire che noi italiani siamo tra i più attenti proprio nel non buttar via inutilmente il cibo. Eppure a conti fatti, nel 2021 si è ripreso a sprecare più cibo (+15%) di prima della pandemia.
Nel mirino di tutti noi cittadini disattenti sono soprattutto pane, frutta e verdura, gli alimenti più facilmente deperibili; oppure quelli cucinati ma avanzati. Una montagna di cibo perduto. Si tratta di 595,3 grammi a persona alla settimana di alimenti sprecati (quasi 31 chilogrammi all’anno). Che, detto in soldoni, significano 7,37 miliardi di euro (fonte campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna).
Tutto questo, viene rilevato dalle più importanti ricerche sull’argomento, accade per disattenzione, incapacità di calcolare bene le proprie necessità, vera e propria diseducazione alimentare. Anche se, come detto sopra, proprio l’Italia è il paese in testa alla classifica dei “più attenti” al buon uso del cibo. Quindi che fare?
Iniziare dalla cura nel riuso degli alimenti avanzati, per finire con il miglioramento del calcolo dei reali fabbisogni delle famiglie e passando per una più forte sensibilità verso le situazioni in cui ciò che viene sprecato diventa preziosa risorsa.
E senza dimenticare che in molte occasioni lo spreco inizia proprio dai campi. “Il cibo che resta dopo pranzi e cene – dice la Coldiretti -, rappresenta una fetta rilevante degli sprechi alimentari che possono essere combattuti con la riscoperta dei piatti del giorno dopo, che valorizzano gli avanzi e aiutano a conservare e trasmettere le tradizioni culinarie del passato alle nuove generazioni”.
NaturaSì, tuttavia, ricorda che “guardando al solo reparto ortofrutta, in Italia e nel resto d’Europa, il 21% dello spreco di frutta e verdura avviene direttamente nei campi (dati Fao)”.
E mentre gli allevatori dicono che è facile “ non sprecare” la carne con i numerosi riusi gastronomici, Cia spiega che proprio le nuove politiche agricole europee possono incentivare le pratiche agricole più attente all’ambiente e contemporaneamente al corretto uso delle risorse e dei prodotti con, per esempio, “ la possibilità di prolungare la durata di conservazione di frutta e ortaggi per realizzare un sistema alimentare sostenibile”.
Percorso complesso, comunque, quello della lotta allo spreco. Che deve essere intrapreso.
Perché proprio lo spreco è uno scandalo, come ricorda la Coldiretti, “ in una situazione in cui più dell’8% di tutta la popolazione italiana rischia la povertà alimentare nei prossimi mesi, avendo budget risicati per cui la fiammata inflazionista è sufficiente per metterli in difficoltà nel garantirsi i pasti sempre”. E quindi? Se da un lato si segnala la ripresa degli sprechi dall’altro si registra anche l’aumento delle iniziative di solidarietà alimentare per dare una seconda vita al cibo avanzato.
Andrea Zaghi