Mille visitatori a settimana. Questa è la media degli ingressi alla mostra L’oro di Giovanni, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dedicata al capostipite della scuola pittorica del Trecento Riminese. Un innegabile successo, capace di varcare le porte della città di Rimini ma anche della stessa provincia.
“ Un ambito ben più esteso della sola città capoluogo – assicura Mauro Ioli, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – attendeva un evento che riponesse al centro della comunicazione culturale la scuola pittorica del Trecento Riminese.
Il successo della mostra, delle conferenze e dell’offerta di visite guidate, conforta la Fondazione e al contempo indica una strada”. Ioli chiama direttamente in causa il Comune di Rimini, sindaco e assesssore alla Cultura che sono riuniti nella persona stessa di Sadegholvaad. “Quando avrò l’occasione sarà interessante incontrare il nuovo Sindaco di Rimini, che ha tenuto per sé la delega alla Cultura, per capire qual è il suo progetto su un patrimonio che pone e valorizza Rimini nei libri di storia della pittura. Conosco l’eredità della precedente Amministrazione, ma vorrei capire se è immaginabile un cambio di passo, un mutato orizzonte di reciproche relazioni, cioè se è possibile passare da una visione dirigista di ciò che -in questo caso- è bene per la città, ad una partecipativa e aperta.
Sono fiducioso, noi abbiamo dimostrato coi fatti quale debba essere la pietra angolare di ogni progetto di valorizzazione del Trecento Riminese. È iniziata una fase amministrativa nuova che la Fondazione, in virtù del rilevante proprio patrimonio d’arte e culturale ed anche della sua innegabile credibilità, guarda con attenzione, augurandosi che possa essere improntata ad una logica di collaborazione”.
La Fondazione dunque “ deve essere riconosciuta fondamentale protagonista di una nuova stagione di valorizzazione di questo patrimonio artistico e culturale”.
L’esposizione, aperta il 18 settembre, si è conlusa il 7 novembre. Ingresso alla mostra è gratuito, così come le visite guidate, curate da tre studentesse universitarie formate e assistite dai curatori della mostra, Daniele Benati e Alessandro Giovanardi.
Negli ultimi giorni, si è persino registrato un incremento di visite guidate gratuite per vedere da vicino la maestosa croce della chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro, capolavoro del capostipite della scuola pittorica del Trecento Riminese.
In mostra, sono state affiancate all’opera di Mercatello, la croce dipinta da Giovanni per la chiesa di San Lorenzo a Talamello, il più piccolo crocifisso ‘Diotallevi’, sempre di Giovanni, dei Musei Comunali di Rimini, la croce sagomata dell’Antiquario Moretti di Firenze, il crocifisso Spina del maestro di Montefiore e la testa di Cristo di Giuliano da Rimini, questi due ultimi di proprietà della Fondazione stessa e in deposito nei Musei Comunali.
Al termine dell’esposizione, a 86 anni dall’ultima sua esposizione in mostra a Rimini, l’unica opera datata e firmata da Giovanni, capostipite della Scuola Riminese del Trecento, tornerà nella chiesa marchigiana.