Vangelo, Dottrina sociale e Costituzione.
La cura di solito viene considerata come un’attività prettamente familiare, da svolgersi nello spazio privato, i cui effetti benefici si esauriscono nell’ambito domestico.
Occorre ora trasferire questa attenzione allo spazio pubblico, acquistare un valore politico, diventando uno dei modi con cui cittadini, sempre più lontani dalla politica e dalle istituzioni, riempiono e fanno vivere la Città e questo grazie ad attività di cura dei beni di tutti, svolte con la stessa attenzione e la stessa passione con cui normalmente ci si prende cura dei beni propri. Insomma, la Città è casa tua.
Ma la prima cura pubblica che occorre avere è quella del voto. Possiamo essere cento volte scontenti di come va la politica, ma l’astensione non potrà mai essere la risposta, perché le comunità nascono dal basso e solo così rigenerano la politica. Perché chi sarà eletto governerà comunque, anche se nominato da una minoranza.
Anche il mondo cattolico è sollecitato da un astensionismo crescente, se è vero che tocca almeno un elettore su due che partecipa alla messa domenicale. Su queste scelte ognuno dovrà interrogarsi. C’è poi da sanare, anche a Rimini, una incomunicabilità fra centro e periferia, mondi diversi, non sempre ascoltati.
I partiti poi, invece che forieri di istanze della gente, sembrano sempre più potenti comitati elettorali, con alleanze basate su interessi molto particolari, a volte incomprensibili, a volte nascosti.
Le elezioni amministrative sono comunque quelle più vicine alla vita della gente, perché gli elettori prima ancora che votare la forza politica premiano i candidati che conoscono direttamente, candidati che però spesso, troppe volte, dimenticano il territorio che li ha eletti, quasi fossero un corpo estraneo al loro elettorato.
A tutti loro invece vorremmo chiedere una doppia attenzione, dai bisogni della gente nel quotidiano (città pulite e sicure, gestione del traffico, cura dei deboli) a quei progetti che aiutino a garantire un’idea di sviluppo della Città. Alzare lo sguardo aiuta a vedere più lontano.
Ai candidati di formazione cattolica ricordiamo che non basta essere cattolici per amministrare bene, occorre anche essere onesti e capaci; dai frutti si riconoscono e non dalle intenzioni o dalle dichiarazioni. Certo c’è del lavoro da fare, come invita Papa Francesco nella Fratelli Tutti: “ Bisogna formare coloro che si prodigano per il bene comune a riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare un’amicizia sociale che includa tutti” senza esclusioni. “ Questa carità politica presuppone di aver maturato un senso sociale che supera ogni mentalità individualistica”.
Un’ultima indicazione: sempre meglio scegliere candidati che costruiscono invece di demolire, che affrontano i problemi invece che suscitare paure, che guardano in faccia alla realtà senza rifugiarsi negli slogan.