L’epoca del Covid-19 è allo stesso tempo, volenti o nolenti, l’epoca dei ristori. Nell’ultimo anno si è parlato tanto delle categorie più colpite dalla pandemia che, giustamente, hanno rivendicato allo Stato un aiuto per sopravvivere. Tra queste, però, ce n’è una che è tra le più in difficoltà sin dalle primissime fasi della pandemia, ma che ancora oggi passa molto (troppo) inosservata: la categoria delle agenzie di viaggio e dei tour operator. La mobilità sul territorio nazionale e all’estero è sostanzialmente bloccata da mesi, avvicinando allo zero le possibilità di lavoro del settore viaggi. Settore che in Emilia-Romagna conta 600 agenzie e tour operator, 100 in provincia di Rimini. Qual è, dunque, la situazione delle agenzie di viaggio nel territorio riminese, che di turismo vive? Risponde Giovannino Montanari, titolare dell’agenzia viaggi Montanari Tour e presidente degli agenti di viaggio della provincia di Rimini e San Marino.
Montanari, perché non si parla del settore delle agenzie di viaggio?
“Ci troviamo di fronte a uno scoglio da superare, sia a livello locale sia nazionale: quando, sulla stampa e sui media, si parla del settore del turismo, tutti si riferiscono solo agli albergatori. Ma, ovviamente, così non è, perché la filiera di questo settore è molto più complessa. E questo è un problema centrale oggi, che non permette di avere una prospettiva generale sul tema. Da questo punto di vista, dunque, le agenzie di viaggio non sono considerate proprio al pari rispetto ad altri operatori”.
Una poca considerazione che si traduce anche sul piano dei ristori?
“Devo dire che, dal punto di vista del sostegno, recentemente sono stati previsti ristori specifici per agenzie di viaggio e tour operator, cosa che non era mai avvenuta prima. Ristori, arrivati alla fine dell’anno, commisurati al fatturato perso nel 2020: sostegni, però, che non sono ancora completi, perché ad oggi sono arrivati solo quelli relativi al periodo marzo-luglio dell’anno scorso. In attesa di risposte, però, va detto che sui ristori le agenzie non sono state dimenticate”.
Non per tutti, però, queste forme di aiuto saranno sufficienti per sopravvivere.
“Purtroppo, nel nostro territorio, si prevede che un 10-15% di agenzie di viaggio non riapriranno più. Ben vengano i sostegni, ma ad oggi questi operatori sono completamente fermi: noi lavoriamo sulla mobilità, sugli spostamenti, e con le regioni chiuse ci è stato precluso anche un eventuale mercato italiano. Per intenderci, porto la mia esperienza: dal primo gennaio 2021 a oggi non ho ancora emesso una fattura”.
Guardando alla situazione sostanzialmente sotto controllo della scorsa estate, c’è ottimismo verso la prossima stagione, anche considerando l’arrivo dei vaccini?
“La situazione non è facile da risollevare: il settore, dall’inizio dell’emergenza, ha perso tra l’85 e il 95% del fatturato. Siamo in ginocchio. Guardando al futuro, mettiamola in questo modo: se entro l’inizio dell’estate, come promesso dal Presidente Draghi, circa la metà della popolazione nazionale sarà vaccinata, la stagione estiva sarà ancora salvabile, permettendo di raggiungere un fatturato almeno del 40-50% rispetto alla normalità, che ci permetterebbe di sopravvivere e affrontare il 2022 ad armi affilate. Ma occorre certezza subito, perché il turismo organizzato, che è quello delle agenzie di viaggio, necessita di un lungo tempo di preparazione e programmazione”.
Certezza che è mancata, fino ad oggi.
“Sì. Proprio perché vive di programmazione, il nostro settore non può stare in questo costante tira e molla tra aperture e chiusure. La maggior parte degli operatori con cui mi sono interfacciato è concorde nel dire che avrebbe preferito una pressione anche maggiore, addirittura una chiusura totale delle attività, per far calare i contagi in tempi rapidi e programmare al meglio la stagione turistica”.
Il turismo scolastico è il settore che più ha risentito della crisi pandemica
Le agenzie di questo comparto hanno perso il 99% del fatturato
“Nel 2019 ho fatturato 10 milioni di euro. Dal 23 febbraio 2020 a oggi, ho venduto servizi solo per 4.000 euro”
All’interno del settore delle agenzie di viaggio, c’è chi vive una situazione di ulteriore crisi, a causa della propria specifica attività: le agenzie che si occupano di viaggi scolastici. Le gite, infatti, sono vietate per legge addirittura da prima del lockdown, quando il 23 febbraio 2020 le scuole sono state chiuse.
Ci racconta la situazione a Rimini Samuele Zerbini, responsabile nazionale del turismo scolastico per AIDiT (Associazione Italiana Distribuzione Turistica) Federturismo di Confindustria e direttore della riminese Sale Scuola Viaggi, una delle maggiori agenzie d’Italia specializzata in progetti di viaggi scolastici.
“Rimini è sede del principale centro di aziende che si occupano di turismo scolastico. Di conseguenza, Rimini da questo punto di vista, sta soffrendo tantissimo. Per intenderci: l’agenzia che dirigo, l’anno prima della pandemia fatturava 10 milioni di euro, mentre dal 23 febbraio 2020 a oggi abbiamo venduto servizi per 4.000 euro. È venuto completamente a mancare il cliente, cioè le scuole, quindi siamo completamente fermi da più di un anno, con dipendenti in cassa integrazione e una grande incertezza per il futuro. Le agenzie del turismo scolastico hanno perso, in un anno, il 99% del fatturato”.
Guardando a oggi, per sopravvivere bisogna fare affidamento ai ristori. Qual è la situazione da quel punto di vista?
“I ristori sono arrivati, seppur ancora non in modo completo, ma dobbiamo dire che da questo punto di vista il Governo ci ha protetto. Sono i ristori che ci hanno permesso di non fallire. Ma, verosimilmente, per tornare a una piena programmazione delle nostre attività dovremo arrivare alla primavera del 2022, che significa dover resistere un altro anno quasi a zero”.
Non potendo svolgere le vostre attività, avete cercato di convertire i vostri progetti per le scuole in altro modo?
“Sì, abbiamo creato un sistema di progetti online: visite guidate a distanza, formazione su vari temi legati al viaggio o a particolari ricorrenze, come ad esempio il recente evento online dedicato al Giorno della Memoria, che è stato l’evento più visto della storia della scuola italiana, con 280mila persone collegate in tutta Italia. Abbiamo organizzato progetti di alternanza scuola-lavoro, con tutor online che si interfacciano con gli studenti da tutta Europa. E, infine, abbiamo un canale youtube in cui, ogni settimana, trasmettiamo delle dirette su temi legati al viaggio e alla scuola, che sono molto seguite. Lo scopo di tutti questi progetti, però, non è certamente un ritorno economico (la maggior parte di essi li regaliamo), ma la volontà di rimanere presenti, far capire che non abbandoniamo la scuola, che ci siamo ancora, seppur in forma diversa. E che non vediamo l’ora di ripartire”.