Non è un’ora di catechismo, solo per i cattolici, e neppure è rimasta confinata in un angolo. L’ora di religione, facoltativa, a Rimini viene ancora scelta da circa il 90% di studenti, e non solo per appartenenza religiosa. Il 25 gennaio scade la richiesta
Aiuta a “trovare risposte di senso ai ‘perché’ della vita”, educa a “una condotta ispirata ai valori etici”, fa conoscere “il cristianesimo nella tradizione cattolica, presentando il Vangelo di Gesù Cristo in un confronto sereno e ragionato con le altre religioni”: sono queste le finalità principali dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole italiane.
Anche quest’anno entro il 25 gennaio famiglie, bambini e ragazzi, sono chiamati a compiere una scelta importante, decidendo se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. Che cosa sarebbe l’arte senza la Cappella Sistina di Michelangelo, la poesia senza la Divina Commedia di Dante, la musica senza la Passione secondo Matteo di Bach, la letteratura senza i Promessi Sposi di Manzoni, l’architettura senza il Duomo di Milano, la filosofia senza Kierkegaard? Cosa sarebbe l’amore senza il Cantico dei Cantici, la dignità umana senza le parole di Gesù sui poveri nei Vangeli, la felicità senza il Discorso della montagna del Vangelo di Matteo?
“Questo insegnamento offre anzitutto alcuni strumenti per rispondere a queste domande: consente di conoscere e contestualizzare in un’ottica più ampia la storia culturale del nostro Paese e del mondo intero, attraverso le idee che la religione cristiana ha prodotto” scrivono i Vescovi italiani.
Nell’insegnamento della religione cattolica si danno anche altre possibilità: gli studenti possono confrontarsi con le domande profonde della vita. “Soprattutto nel tempo della formazione intellettuale a scuola sorgono quei quesiti che a volte ci affannano, ma che di fatto ci rendono esseri umani unici e irripetibili: chi siamo? Quale storia ci ha preceduto? Cosa dobbiamo fare per il presente nostro e dei nostri cari? Perché il dolore e la morte? Cosa possiamo sperare per il futuro in questa terra e dopo?”. Ciascuno deve trovare la sua risposta.
L’insegnamento della religione cattolica si pone proprio nell’orizzonte degli interrogativi esistenziali, che sorgono anche e soprattutto nei ragazzi. In un tempo in cui la pandemia da Covid-19 ci sta ponendo di fronte problemi inediti per l’umanità, pensiamo scrivono i Vescovi – “che le generazioni future potranno affrontare meglio anche le sfide nel campo dell’economia, del diritto o della scienza se avranno interiorizzato i valori religiosi già a scuola”.
Una solida preparazione nell’ambito religioso consente di apprezzare il mondo guardando oltre le apparenze, di non accontentarsi, di confutare le false superstizioni escludendo ogni forma di violenza in nome di Dio, di allenarsi al dialogo sempre rispettoso dell’altro, di formare una coscienza matura imparando a crescere tenendo conto degli altri e soprattutto dei più deboli.
“Siamo sicuri che l’alleanza educativa stretta tra genitori, studenti e insegnanti di religione cattolica consenta di vivere il tempo della scuola come un’occasione di reale formazione delle nuove generazioni in modo sano e costruttivo, per il bene dei nostri ragazzi e della nostra società”.
E Rimini? Si è sempre posta in controtendenza rispetto al dato regionale e in linea con quello nazionale, per molti anni la scelta dell’ora di religione è stata addirittura largamente superiore di quasi 5 punti nelle secondarie di secondo grado. Nel 2011 la percentuale totale era del 91,37%, nel 2018 si attestava all’89,32%, l’ultimo dato relativo al 2019 è di 88,42% bambini e ragazzi ch scelgono l’ora di religione.