Ogni anno ci sono delle date, degli eventi, a scandire lo scorrere del tempo: il primo dell’anno, la Pasqua, il Ferragosto, il Natale. Dai primi anni duemila c’era un evento, molto importante per me e per tanti riminesi, che seguiva di poco il Santo Natale e precedeva di pochi giorni la partenza da Rimini della dottoressa Marilena Pesaresi, che si accingeva a raggiungere quella che da molti decenni era la sua seconda (ma forse prima ) casa: Mutoko e il suo Ospedale. Era la serata a Lei dedicata. Si chiamava Rimini For Africa ed era organizzata dalla Diocesi di Rimini in collaborazione con l’ Associazione Verso Mutoko, poi confluita nella Fondazione Marilena Pesaresi Onlus. Era un evento che si rinnovava ogni anno e che ci riportava alla dimensione spirituale del Natale appena trascorso, che ci riempiva di gioia più di ogni altro dono: la possibilità di incontrare da vicino Marilena che tornava a Rimini per qualche giorno in occasione delle feste. La sua presenza tra noi ci ha fatto sempre riflettere sulle cose importanti della nostra esistenza. Marilena ci ha trasmesso la sua energia donandosi a noi con la sua immensa generosità.
Marilena tornava a casa sicuramente stanca per il suo gravoso impegno a Mutoko, ma tantissimi di noi la cercavano, volevano vederla, volevano sentire la Sua voce, volevano invitarla ai loro incontri. Ebbene, Marilena non diceva di no a nessuno, disponibile per tutti, proseguiva qui la sua opera missionaria di aiuto e guida per gli altri, continuava a donarsi ai suoi amici riminesi come, in un altro modo e in un altro mondo, faceva con quelli africani.
Nel 2017 Rimini For Africa non si tenne perché Marilena era già molto ammalata e affaticata. Alla fine del dicembre 2018 Marilena ci ha lasciato per raggiungere le immense savane del cielo.
Spesso mi capita di ripensare a Marilena, che mi ha affascinato fin dal primo incontro con lei perché per me, medico, rappresentava la più alta espressione della nostra professione. Era la perfetta sintesi di scienza ed etica, di capacità professionale ed amore per gli altri. Altri, oltretutto, in condizioni di vita molto disagiate. Pensando a Lei, ripercorro le tappe della sua vita immaginandola là, nella sua Africa, per tanti anni dopo che, laureatasi nel 1963, vi era approdata la prima volta iniziando la Sua attività di medico missionario.
Dapprima in Zambia dove ha vissuto per oltre dieci anni instaurando un rapporto fortissimo con la gente del luogo che la chiamava “ La Donna dal cuore grande”. Un periodo della sua vita che sempre ricordava con profonda nostalgia e commozione; anni eroici durante i quali salvò la vita a tanti, anche a persone assalite e gravemente ferite da animali feroci.
Dopo aver trascorso dieci anni in Zambia, nel 1983 viene chiamata da monsignor Chakaipa a Mutoko per prendere il posto della dottoressa martire Luisa Guidotti, trucidata durante la guerra civile. L’Ospedale, dopo gli anni della guerriglia che aveva interessato il Paese, era stato quasi abbandonato ed era in pessime condizioni.
La dottoressa Pesaresi, come spesso riferiva, era preoccupata per l’impegno che l’aspettavama confidava nell’aiuto del Signore ed era desiderosa di trasformare in realtà un sogno che le sembrava bello ed impossibile, quello di ridare vita all’Ospedale. Sotto la sua guida l’Ospedale va incontro ad una sistematica e consistente opera di ristrutturazione. In pochi anni il suo volto si rinnova, il personale aumenta e si arricchisce di nuove professionalità, si costruiscono alloggi per i medici e per gli infermieri che prestano la loro opera, nasce una scuola infermieri e, attratti dalla bontà dell’assistenza, malati provenienti dalle aree limitrofe, ma anche da molto lontano, riempiono i reparti affidando la loro salute a Marilena e ai suoi collaboratori. Emergono già in questo periodo le doti anche manageriali di Marilena.
La forza di Marilena è stata sempre anche quella di porsi come punto di riferimento per tanti altri soggetti, persone singole o gruppi, che, “innamorati” di lei e dei suoi progetti, anche a prima vista, hanno voluto farle sentire ciascuno a suo modo, la loro vicinanza. Così molti medici, riminesi e non, infermieri e persone dalle attività più diverse, si sono affiancate per periodi più o meno lunghi a Marilena, rendendo possibile, anche con importanti supporti economici, la buona riuscita di molti progetti da attuare presso l’Ospedale di Mutoko ed ideandone altri.
L’Ospedale è stato via via ampliato ed oggi con 120 posti letto serve una popolazione di molte migliaia di abitanti che vivono in piccoli villaggi disseminati nel territorio del distretto rurale di Mutoko. Non posso dimenticare inoltre le lunghe file di pazienti che ogni giorno affollavano l’ambulatorio di medicina generale e quello di pediatria, curato personalmente da Marilena.
Marilena ogni giorno, con il suo camice bianco immacolato, visitava i pazienti ricoverati ed ambulatoriali: seria, professionale, decisa, capace di un sorriso e di una carezza ma anche di reprimende a chi non rispettava le sue indicazioni o si era presentato alle sue cure troppo tardivamente (c’era ancora l’abitudine di consultare gli stregoni locali prima di rivolgersi all’Ospedale).
Parallelamente, avendo come fulcro l’Ospedale, sono nati altri progetti tra cui importantissima “ Operazione Cuore”, fortemente voluta da Marilena e suo fratello Tonino e sviluppata dai loro collaboratori, medici ed infermieri di Rimini e non solo, con l’aiuto di tante famiglie riminesi che hanno ospitato i piccoli pazienti, della Diocesi, della Caritas, delle Istituzioni Comunali, Provinciali e Regionali. “ Operazione Cuore” ha provveduto a portare in Italia, presso la Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale Infermi di Rimini, un grande numero di bambini dello Zimbabwe con malattie cardiache necessitanti di cure cardiochirurgiche non praticabili in quel Paese.
Ma Marilena non si è occupata solo di coloro che avevano problemi di salute.
Ha contribuito all’assistenza dei bambini del vicino orfanotrofio, che considerava tutti figli suoi e si è adoperata perché prendesse il via il progetto di adozione a distanza per i bimbi più bisognosi di aiuto.
Ora che Marilena ha compiuto il suo percorso terreno nella Fede e all’insegna, come diceva lei, di un amore senza riserve, a Mutoko, a dirigere l’Ospedale c’è il dott. Massimo Migani, uomo di profonda fede, riminese, odontoiatra che sta ulteriormente sviluppando le attività dell’Ospedale e l’assistenza sul territorio adiacente.
Marilena può essere felice non solo per essersi presa cura di tante persone malate e bisognose, non solo per avere portato in quelle terre lontane la testimonianza della sua Fede, ma anche per aver saputo trasmettere un messaggio di Amore destinato a rinnovarsi negli anni e per aver trovato in Massimo, con l’aiuto del Signore, la persona giusta cui trasferire la forza della propria Fede e il proprio amore per gli altri a garanzia della continuità della sua opera, sempre nel cuore del nostro Vescovo, monsignor Francesco Lambiasi, e di tutti noi.
dott. Leonardo Cagnoli
Presidente Fondazione Marilena Pesaresi Onlus