Martedì 24 novembre, fra le lacrime degli uomini e la consolazione della Parola di Dio, la comunità diocesana, Vescovo, sacerdoti e popolo, ha consegnato nelle mani del Padre, l’anima buona di don Redeo Baffoni, anziano sacerdote diocesano, che ha trascorsa tutta la sua vita nella ricerca di Dio e nel servizio umile della Chiesa.
Figlio di quella terra benedetta della Diocesi di Rimini, che partendo dalla città volge a mezzogiorno, lungo la via Flaminia Conca, e passando per Coriano raggiunge la Valconca, ultimo territorio della Romagna verso le Marche. Terra di piccole comunità rurali, animate da grandi sacerdoti, che avevano fatto della Parrocchia la loro famiglia e della cura d’anime l’unico scopo della vita. Questa presenza sacerdotale generò molte vocazioni sacerdotali nei figli di quelle famiglie contadine, che non avrebbero portato i figli alla consacrazione al Signore, se non fossero mosse da semplice ma partecipato senso religioso. Don Redeo era nato qui, nella Parrocchia di Croce.
Ordinato giovanissimo sacerdote apprese l’arte della cura d’anime presso alcuni sacerdoti, che ne temprarono l’animo e gli atteggiamenti. Nel 1955 fu nominato parroco di S. Maria in Pietrafitta. Fu custode attento dei divini misteri, della Parola, della Eucaristia, della Riconciliazione. Animò in Parrocchia il clima di fraternità, che aveva caratterizzato la sua formazione giovanile al sacerdozio e all’apostolato parrocchiale: la santità personale, l’educazione dei bambini alla fede, la vita cristiana delle famiglie, l’attenzione alle situazioni di povertà, la visita e la cura spirituale degli ammalati.
Approfondì la propria cultura religiosa ed umana, frequentando nel tempo disponibile le università ecclesiastiche e statali.
Nel 1977 gli fu affidata in città la Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Marino, detta di S. Rita, perché da anni vi era maturata una particolare venerazione alla Santa di Cascia. Don Redeo la accolse e la favorì con pubblicazioni e celebrazioni ben curate e partecipate. Continuerà a presiedere le celebrazioni liturgiche nella chiesa di S. Rita anche quando la Parrocchia sarà soppressa nel 1991, per decreto del Vescovo Mariano, che mutava l’antica suddivisione delle Parrocchie di città, da sette a quattro, poi ridotte in seguito alla sola Parrocchia di S. Agostino.
La sua Parrocchia di S. Rita e la mia di S. Agnese erano fra le soppresse.
Nella occasione don Redeo divenne mio fraterno amico e collega solidale della Cancelleria Diocesana: fummo chiamati entrambi a lasciare la cura pastorale della Parrocchia e ad assumere insieme questo servizio diocesano.
Furono anni sereni trascorsi insieme, perché, oltre alla consueta cortese accoglienza dei sacerdoti e di fedeli che venivano in ufficio, c’era tempo per comunicazioni di esperienze, di appassionati confronti di idee, di momenti comuni di gioia e di difficoltà.
Ricordo di lui la bella grafia sui documenti di archivio, così rotonda ed ariosa, segno della solarità della persona. Erano anni nei quali ancora non si era affermata l’archiviazione digitale e i registri venivano scritti a mano: la sua calligrafia fa ancora bella mostra di sé in quei documenti, che resteranno viva memoria della sua presenza nell’ ufficio di Cancelleria.
Poi il riposo della età avanzata alla Casa del Clero: nella fraterna e soccorrevole accoglienza, nella pazienza della malattia, nella preghiera di attesa e nella consegna della propria vita al Padre.
don Agostino Pasquini