Come annunciato circa un mese fa dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, sono in arrivo i tamponi rapidi, ulteriore arma nella battaglia contro il Covid-19. Nell’arco di questo mese, però, la situazione dei contagi sul territorio è rapidamente peggiorata, aumentando esponenzialmente la pressione sulle strutture ospedaliere e la mole di lavoro per il personale dell’Ausl.
Per dare supporto al personale sanitario, il Comune di Rimini ha deciso di mettere a disposizione tre spazi, dislocati in altrettante zone della città, al fine di eseguire i tamponi rapidi. “Il grande impegno messo in campo dall’Ausl per evitare ricoveri ospedalieri, – sono le parole del vicesindaco riminese Gloria Lisi – su cui sono concentrate soprattutto l’unità dell’Igiene Pubblica e tutte le strutture della medicina del territorio (in particolare quella che si occupa del rapporto con i medici di base di famiglia e l’USCA – Unità Speciali di Continuità Assistenziali) potrebbe, nei prossimi giorni, arrivare alla necessità di trovare nuovi spazi idonei dove poter fare il tampone rapido. Una necessità, evidenziata dalla medicina territoriale, in quanto gli ambulatori e gli spazi a disposizione dei medici di famiglia, potrebbero non essere sufficienti a soddisfare le tantissime richieste. A questo scopo il Comune si è attivato individuando tre diverse sedi di centri sociali anziani, distribuite in diverse zone del territorio per andare incontro alle necessità di tutti i cittadini e ridurre al massimo gli spostamenti”.
Si tratta di tre edifici situati nella parte nord, centro e sud di Rimini, pronti qualora si rendesse necessario il loro utilizzo: la struttura di Viserba 2000, quella al Parco Pertini di Rivazzurra e il salone dei sindacati messo a disposizione da Auser in via Caduti di Marzabotto. “Una disponibilità – aggiunge la Lisi – per testimoniare come il Comune e le istituzioni siano molto vicine alle esigenze dell’Ausl e si lavori veramente in sinergia per trovare velocemente tutte le migliori soluzioni possibili per gestire l’emergenza su diversi fronti ed evitare di mettere in crisi le strutture ospedaliere. Una soluzione che va incontro anche ai cittadini, evitando loro grossi spostamenti”.