Due edifici storici (il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà), un’opera di riqualificazione artisticoculturale, un progetto condiviso con la Fondazione San Patrignano. Sono alcune delle suggestioni alla base di un museo nelle intenzioni innovativo: PART – Palazzi dell’Arte Rimini è un’occasione di avvicinamento all’arte contemporanea.
Negli spazi recuperati nel cuore di Rimini, trova posto infatti la raccolta permanente di opere d’arte contemporanea donate da artisti, collezionisti e galleristi del panorama italiano e internazionale alla Fondazione San Patrignano. Avviata nel 2017, la collezione conta una settantina di opere, tra cui Mario Airò, Vanessa Beecroft, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Maurizio Cannavacciuolo, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Paul McCarthy, Igor Mitoraj Julian Schnabel, Ettore Spalletti, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto e molti altri artisti. Il PART ospita inoltre un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità San Patrignano. Il pubblico accede al Part al piano terra, incontra opere al primo piano e può salire lo scalone monumentale di Palazzo dell’Arengo per continuare la visita alle sale del piano terra di Palazzo del Podestà.
Il restauro e il riadeguamento funzionale dei due edifici è costato 3,2 milioni di euro, cui si aggiungeranno successivamente 1,5 milioni di euro del Piano strategico Grandi Progetti Culturali del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo), articolato nel triennio 2020-21-22, determinati col via libera dalla Conferenza delle Regioni, per il completamento dell’opera.
Un’intervento che coinvolge anche il relativo giardino, un nuovo tassello nel quadrante del centro storico cittadino.
“Rimini è più forte degli stereotipi che la caratterizzano, tra i gelati e le bandiere cantati da De Andrè e gli ombrelloni. – è la ‘pennellata’ del sindaco Andrea Gnassi – Andiamo in direzione ostinata e contraria, e nel periodo di crisi e post lockdown inauguriamo un museo contemporaneo progetto di vita e di comunità, di riscatto e di futuro”. Un Part capace di “scomporre le dimensioni dello spazio e del tempo, in cui Pistoletto, Cucchi e Mitoraj dialogano con un palazzo del Duecento e uno splendido segno del Trecento riminese”. Si tratta del Giudizio universale (di proprietà della Diocesi di Rimini), “staccato” dal Museo della Città, restaurato ed ora accolto nel Part: una panchina di 12 metri permette una sua completa visione Le architetture medievali dei palazzi (le polifore, i pavimenti) dialogano con le opere contemporanee ospitate al loro interno (62 quelle attualmente esposte), lungi dall’essere dei semplici contenitori, attivando reti di significato e regalando inaspettati e inediti punti di vista. Sui quali non tutti gli appassionati d’arte sono propriamente d’accordo sul risultato finale.
Letizia Moratti mette l’accento sull’alleanza virtuosa pubblico-privato alla base del progetto e sottolinea: “Tutte le opere, frutto unicamente di donazioni, – fa notare la co-fondatrice di SanPa – affrontano temi chiave per San Patrignano, come l’emarginazione, il disagio sociale, l’accoglienza, la rinascita”.
“Ogni progetto culturale – il commento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – non è solo un valore aggiunto per la comunità nella quale si inserisce, ma anche un investimento che crea occupazione e opportunità di impresa”.
Le opere esposte al Part restano di proprietà di SanPa, e “costituiscono un tesoro finanziario oltre che culturale – assicura la responsabile del coordinamento culturale della Collezione, Clarice Pecori Giraldi – e ad esse la Fondazione San Patrignano riconosce pieno carattere di asset patrimoniale”. In cui il Dormiente di Mimmo Palladino si accompagna al Bunker di Mona Hatoum, in direzione ostinata e contraria.