All’età di 88 anni è morto il Card. Adrianus Simonis. È stato a Rimini per il Meeting per l’amicizia fra i popoli una presenza storica dal 1989. Marco Ferrini, per anni volontario al Meeting e attuale presidente della Fondazione Giovanni paolo II, era legato al porporato da una grande amicizia, che risale al 1988 e da una visita a Utrecht. Anche il giorno prima della morte Ferrini aveva sentito telefonicamente il cardinal Simonis, che intende ricordare con il testo che pubblichiamo di seguito.
“Con il card. Simonis muore un grande uomo di Chiesa, vescovo e pastore in una delle terre più laicizzate d’Europa: i Paesi Bassi. La sua fede incrollabile in Gesù gli dava la forza nell’affrontare i difficili problemi in quella terra che fino agli anni ‘ 60, ricca di vocazioni, inviava centinaia di missionari nel mondo. Era ora consapevole che la terra di missione fosse il suo paese. Scrive: “Ultimamente il Papa Paolo VI è stato proclamato santo. Mi ricordo ancora un colloquio con lui nel 1976. Gli chiesi ‘Santo Padre, come va la Chiesa?’ Lui mi diede una risposta profonda: ‘ La Chiesa va molto bene perché soffre tanto’. La Chiesa soffre molto sotto gli abusi, sotto le persecuzioni, indifferenze e nel nostro mondo occidentale si soffre sotto una massiva decadenza religiosa. Da vecchio uomo di Chiesa soffro di tutto ciò” (Simonis lettera inviata 29/12/2018).
La sofferenza era un suo tratto distintivo ma essa era per lui un’offerta. “Sono lieto delle sofferenze per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Co. 1,24)
Sono stato onorato della sua amicizia iniziata nel lontano 1988. Ero rimasto colpito da una sua intervista sul periodico “Trenta Giorni” fatta in occasione della visita di San Giovanni Paolo II. Essendo nei Paesi Bassi per una serie di contatti per il Meeting di Rimini convinsi il mio compagno di viaggio all’idea di andare a Utrecht e a visitarlo senza appuntamento. Ricordo ancora il campanello di Maliebaan 40 sede dell’Arcivescovado fummo ricevuti ed avemmo un lungo colloquio. Iniziò una lunga amicizia durata 32 anni e fu l’incontro con il Meeting di Rimini che frequentò dal 1989 in via ininterrotta ed il legame profondo con don Giussani ed il movimento di Comunione e Liberazione.
Negli ultimi anni la salute era divenuta cagionevole anche a causa di una caduta che ha portato serie conseguenze. Era il 2014 e si sentiva veramente rincuorato per una telefonata in ospedale di Papa Francesco. Nel contempo non aveva potuto partecipare al Sinodo sulla Famiglia: «ho seguito da lontano pregando che le mie sofferenze potessero essere un contributo modesto al conservare l’unità nella Chiesa, la verità e la carità in cui i Santi Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e non meno il Beato Paolo VI ci precedettero». Nel 2017 aveva raggiunto i 60 anni di sacerdozio. Andai a trovare Simonis nell’aprile del 2018, con Mons. Negri, era a Voorhout un paese nella sua vecchia diocesi di Rotterdam in mezzo ai tulipani. Una grande gioia per lui incontrare vecchi amici e che questi si fossero ricordati di lui ormai emerito e pensionato. Con frequenza lo sentivo sempre molto preoccupato per la Chiesa e per la pressoché totale scristianizzazione del suo paese. L’ultimo contatto telefonico il giorno prima della morte, faceva molta fatica a respirare e sentiva vicina la morte, chiedeva preghiere che ricambiava. Ora è nella comunione dei santi accolta dal Signore nel suo abbraccio misericordioso”.
Marco Ferrini