La buona notizia è che nessuno dei circa 90 dipendenti ha alzato le braccia e si è arreso. Sono tutti al loro posto, con la mascherina d’ordinanza e i sanificatori a portata di mano.
Quella cattiva, è che di euro di cassa integrazione arrivati dallo Stato non se n’è visto neppure uno, qui lungo il Marecchia sponda Poggio Torriana, negli uffici e stabilimenti della Top Automazioni, leader nella produzione di caricatori automatici per torni. A garantire i dipendenti ci ha pensato per ora solo e soltanto la Top Automazioni.
L’azienda nata nel 2000 è la naturale prosecuzione di quella invenzione attuata nel 1976 da Bruno Bargellini, che da tornitore a imprenditore che solo qualche stagione più tardi inventa il primo caricatore automatico per tornio in grado di annullare tutti i tempi di piazzamento e lo commercializza. La nuova società, formata da Bruno Bargellini, la moglie Valeria ed i figli Gian Maria e Nicola, progetta, produce e vende caricatori di barre automatici, ottiene nel 2005 il premio come “azienda più innovativa di Italia” ed è prima nel settore in Italia.
Nel nuovo stabilimento a forma di vela che dal 2015 naviga a Poggio Torriana, ora Bargellini si trova ad affrontare un’altra tempesta, dopo il Covid-19. “Due mesi di chiusura, 80 dipendenti in cassa integrazione, e i concorrenti tedeschi che a differenza nostra hanno sempre lavorato e sono rimasti sul mercato (in Germania Top esporta il 12%, ndr), soffiandoci, ad esempio, in Svizzera, diverse commesse. Le serrande dei nostri stabilimenti erano chiuse”. Solo una decina tra amministrativi e tecnici hanno dribblato la cassa integrazione. Per tutto il resto della numerosa squadra è stata l’azienda stessa a intervenire: “i nostri ragazzi devono pagare bollette, qualcuno il mutuo, tutti hanno famiglia, come avrebbero resistito? Per questo la cassa è stata totalmente anticipata da Top Automazioni”. Ma i tempi si allungano, “le iniziative del Governo sono un po’ confuse, la burocrazia impera e mette i bastoni tra le ruote ad un settore già in difficoltà” ammette Bargellini.
“Multinazionale famigliare”, Top Automazioni è azienda capace negli ultimi anni di fatturato in crescita del 10%, dipendenti aumentati del 20%, vendite esplose del 54% nel 2016 e fatturato attorno ai 20 milioni.
Esportate il 40% della produzione, e ora? “Il mercato scandinavo è stato quello che ha continuato moderatamente a fare ordini, anche se in misura ridotta. In altri mercati siamo stati tagliati fuori totalmente per due mesi, ed anche ora spesso i nostri rappresentanti trovano porte chiuse. Aleggia paura e incertezza”.
Lei ha sempre dichiarato che patrimonio umano e innovazione tecnologica possono andare di pari passo. Anche ora che la crisi morde? “È un binomio imprescindibile, altro che paradosso. Top Automazioni è un’azienda altamente tecnologica, ma i lavoratori restano fondamentali. Se sono appassionati, se amano il lavoro e hanno a cuore l’azienda, rappresentano la forza fondamentale con la quale affrontare ogni sfida. Il Governo però deve fare presto, sbloccare la situazione e mettere in campo iniziative (finanziamenti, detrazioni, investimenti…) capaci di ridare fiato all’industria e al paese”.