Isolamento, restrizioni, forse anche paura. Ed ora fatica e tante difficoltà, economiche e sociali. Il virus si è introdotto in molte pieghe della vita e della società. Tutti però desiderano guardare avanti, coltivare la speranza, immaginare rinascite: ma questo è possibile solo insieme.
“Siamo sulla stessa barca, non ci si salva da soli”, era la preghiera di Papa Francesco del 27 marzo scorso. Insieme, ha ribadito il Vescovo di Rimini, è l’orizzonte giusto per percorrere strade nuove dopo quelle lastricate dal Covid-19. Relazioni che rivitalizzino le persone perché si sentano appartenenti ad una comunità, e sostegno a vari livelli: la Diocesi di Rimini scende in campo per affrontare la precarietà non solo economica ma anche relazionale, valoriale e di appartenenza che sin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria si è andata delineando.
Un intervento organico, a 360 gradi, coordinato dalla Caritas diocesana, capitano di una squadra composta da tanti elementi, anche diversi tra loro e con differenti caratteristiche, pronti a giocare la stessa partita.
A Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana, chiediamo di svelarci questo progetto, che ha preso il nome di “Piano Marvelli”.
Nel nome rimanda subito al famoso Piano Marshall.
“È un piano, e non un fondo, perché vuole avere un respiro più ampio di una raccolta di danaro: intende rappresentare un vero programma di solidarietà e di fraternità, al quale sono chiamati tutti, giovani e adulti, Caritas diocesana e Caritas parrocchiali, realtà ecclesiali e civili”.
Come funzionerà il Piano?
“Tre le parole d’ordine: accogliere, accompagnare e integrare.
Accogliere le persone, accompagnarle nell’individuazione di percorsi di riscatto e autonomia e integrarle nella comunità, attenti a costruire relazioni e a generare speranza”.
Accoglienza e accompagnamento affiancate da un aiuto concreto, ad esempio per chi ha perso il lavoro o in difficoltà anche economica?
“Si tratta di una sussidiarietà a tutti i livelli, nello spirito proprio della Caritas: fatti e opere-segno e funzione pedagogica.
Come Diocesi, oltre alle risorse economiche derivanti dall’8 per mille, saranno messe a disposizione la Caritas diocesana con la rete delle 54 Caritas parrocchiali, il Fondo per il Lavoro, l’associazione Famiglie Insieme”.
Concretamente, come si sviluppa il Piano?
“Individuare i bisogni, promuovere sensibilità sociale, positive relazioni di vicinato e forme concrete di solidarietà, incentivare il protagonismo delle persone che si mettono a disposizione della comunità: questo è l’obiettivo che si pone.
I settori operativi di intervento del Piano Marvelli sono quattro: emergenza, Famiglie Insieme, Fondo per il Lavoro e l’area di animazione, formazione e comunicazione.
Il primo livello, quello dell’emergenza, sarà quello di attivare non solo le Caritas Parrocchiali ma anche i singoli cittadini responsabilizzandoli, facendoli uscire dall’indifferenza, e rendendoli protagonisti come antenne territoriali per segnalare prima possibile persone e/o famiglie in difficoltà.
La segnalazione dei casi dovrà avvenire attraverso le Caritas parrocchiali, come pure la raccolta di informazioni. Resta preziosa la collaborazione con la rete delle associazioni e degli enti.
La prima risposta sarà quella delle Caritas parrocchiali, anche in raccordo con i servizi socio sanitari. Per interventi più importanti, la persona o la famiglia viene presa in carico dal Piano e la domanda di aiuto viene trasmessa ad un Comitato Tecnico che la trasmetterà, con una propria valutazione, all’associazione Famiglie Insieme, se di problema economico, o al Fondo per il Lavoro.
Tutto il processo e la rete territoriale attivata saranno accompagnati da azioni e momenti di animazione, formazione e comunicazione”.
Chi lo sostiene e lo gestirà?
“Oltre allo stanziamento previsto dalla Diocesi di Rimini, si potrà contribuire anche con donazioni.
Per condividerne la visione, a tutela della trasparenza e a garanzia di tutti coloro che sosterranno il Piano, sarà costituito un Comitato di garanti presieduto dal Vescovo di Rimini.
Il Piano Marvelli si occuperà di territorio e comunità: per questo riteniamo che, nel Comitato dei Garanti, sia importante la presenza dei Comuni sul cui territorio insiste la Diocesi di Rimini”.