Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. Dal Medioevo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi, la devozione popolare è molto sentita. Un tempo in cui si moltiplicano i rosari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine e sono frequenti (e speriamo tornino presto possibili) i pellegrinaggi ai santuari. Un bisogno che si avverte con particolare urgenza nel tempo che stiamo vivendo. Lo ha sottolineato anche il Papa nella “Lettera” inviata a tutti i fedeli il 25 aprile scorso.
La devozione al mese di Maggio può essere vissuta anche attraverso l’arte. A Rimini c’è un’opera davvero singolare, la prima eseguita da Marko Ivan Rupnik per una casa privata, ma collocata nel 2018 dal proprietario in modo che sia visibile dall’esterno.
L’autore, gesuita, è un famosissimo artista, teologo e presbitero sloveno. Insieme all’Atelier d’Arte spirituale del Centro Aletti, di cui è direttore, ha realizzato opere famose in tutto il mondo, come i mosaici della Cappella “Redemptoris Mater” in Vaticano, quelli delle basiliche di Fátima e di San Giovanni Rotondo, quelli sulla facciata del Santuario di Lourdes, del Santuario di san Giovanni Paolo II a Cracovia.
La riminese Madonna della Tenerezza nasce dalla Madonna di Vladimir ed è un modulo misto di due modelli iconografici: la cosiddetta Madonna della strada, che è la Madonna che tiene il bambino, la cui mano indica la via che è il logos, verbo, il figlio fattosi uomo; e la Madonna della tenerezza, che è un modulo slavo, russo piuttosto che greco dove il bambino arriva con la manina dall’altro lato della Madonna per farle un gesto di tenerezza (di solito si ferma sul collo). L’icona della Madre di Dio di Vladimir sarebbe opera di un anonimo artista bizantino e arrivò da Costantinopoli donata al principe di Kiev nel 1131 e per suo volere fu portata nella grande Cattedrale della Dormizione della città di Vladimir, da cui l’icona prese il nome. Immediatamente questa Madonna ha iniziato a fare segni di grazia perché al grande assalto di popolazioni asiatiche alla città nel 1155, la città si è stretta intorno a questa Madonna e solo questo luogo ha resistito.
Nel 1395 quando i Mongoli assaltarono Mosca, i cristiani portarono questa Madonna da Vladimir a Mosca e la città si è salvata così per altri tre assalti.
Essa ha il potere di vincere la resistenza anche dei cuori più duri, fino a cambiare il corso della storia. È stata capace di far inginocchiare anche Stalin. Il dittatore comunista detto “Koba” (l’indomabile), uno dei più feroci persecutori dei credenti, in piena guerra mondiale, dinanzi alla minaccia nazista, non esitò a far salire l’icona su un aereo militare per sorvolare e benedire dall’alto Leningrado assediata dalle truppe di Hitler. La città non cadde, Mosca fu risparmiata e a Stalingrado l’esercito tedesco andò incontro ad una delle più grandi disfatte.
“Anche noi che abbiano realizzato questa immagine sacra siamo un mosaico: spiega Rupnik – 14 artisti di nazioni diversa, di tradizione bizantina e latina. E questo mosaico è stato fatto con una gioia di essere insieme e di volersi bene. Per noi cristiani dove c’è la carità lì c’è Dio.
L’unico posto dove possiamo trovare Dio è la carità”.
La Madonna ha un velo di tristezza sul volto. Ma una tristezza che non può essere immediatamente descritta perché non deve essere solo psicologica. Perché? Dopo che è arrivato il peccato nel mondo, è scritto che la donna partorirà nel dolore. Non semplicemente le doglie del parto che sono dolorose, ma la maternità come tale. La vita dell’uomo sarà legata al dolore. E la donna che dà la vita, è colei che è più cosciente che la persona che sta generando sarà legata al dolore. La Madonna è triste perché nel figliolo vede il destino di ogni uomo, cioè della sua passione e della morte. Siccome lui è figlio di Dio, e lei gli ha dato la carne affinché Dio potesse diventare uomo; con questa apertura sua, Dio è potuto diventare contenuto della sua umanità.
Un grande russo dice: “L’unica vera realtà che può diventare contenuto dell’umanità è destinata a morire”. E in Maria la divinità prende contenuto. Tanto è vero che la sua carne, il suo corpo è diventato il corpo del figlio di Dio. La Madonna ha accolto come contenuto della sua vita, in sé stessa il contenuto di Dio. Non ha fatto come ogni uomo il cui contenuto è la sua vita e se stesso. Quando Dio diventa il contenuto della vita allora succede una cosa grande, perché il contenuto della vita è legato al suo corpo. Il corpo dell’uomo è un albero che sta morendo. Tanto è vero che quando è giovane è flessibile e fragile. Quando si indurisce, è prossimo alla morte. Così è l’albero, così è l’uomo. Il corpo dell’uomo non è più simile ad un albero, ma simile ad un seme, un chicco di grano. Il chicco di grano muore e germoglia. Il corpo dell’uomo non è più destinato a morire, ma a germogliare.
La Madonna della Tenerezza è stata realizzata a casa di Marco Ferrini, presidente della Confraternita di San Girolamo.
“La mia amicizia con Rupnik è nata, alla fine degli anni ’90, attraverso il teologo esperto di Spiritualità orientale Card.
Thomas Spidlik, che ha inizialmente incoraggiato e ispirato l’opera artistica di Rupnik”. Ferrini ha comunque dovuto attendere 7 anni per vedere la consegna: tanti sono i lavori che l’artista ha per il mondo intero.
La Madonna della Tenerezza riminese è simile ad un’altra Madonna realizzata sempre dall’artista per l’Ospedale del Bambin Gesù a Roma. Ma è la prima opera eseguita per una casa privata: “collocata in modo da essere visibile dall’esterno” assicura Ferrini.
A Rimini esiste un’altra opera di Rupnik: si tratta del Cristo benedicente con Santa Teresina del Bambin Gesù e San Pio da Pietrelcina. Eseguita nel febbraio 2012, è collocata presso la base dell’altare della Chiesa di Santa Giustina.
Tommaso Cevoli