Quella di Chiara Caporali non è stata sicuramente una scelta ordinaria. D’altronde non è da tutti decidere di lasciare la città dove si è vissuti per 24 anni, la famiglia e gli amici per andare dall’altra parte del mondo, a 13mila km dalla propria quotidianità. Messa davanti alla scelta tra restare in Italia a spese dei suoi genitori o accettare una borsa di studio a Perth (Western Australia), lei non ci ha pensato due volte e ha fatto le valigie per continuare il suo sogno.
Quale è stato il tuo percorso di studi?
“Sono un chimico, credo di esserlo sempre stata. Durante il Dottorato di Ricerca alla Curtin University di Perth ho lavorato con molecole luminescenti. Il risultato del mio studio è stato così soddisfacente che è stato brevettato e viene attualmente venduto dalla ReZolve Scientfic. Ho lavorato in seguito come assistente ricercatrice; attualmente, invece, lavoro in un laboratorio di chimica ambientale che si occupa di analizzare campioni di terreno provenienti da vari tipi di miniere in Australia”.
L’ambiente in cui ti trovi rispecchia le aspettative che avevi prima della partenza?
“In verità non mi aspettavo nulla di particolare, l’unica cosa che mi interessava era diventare una ricercatrice e qui le opportunità non sono sicuramente mancate! I fondi per la ricerca, ad esempio, sono molto semplici da ottenere. Inoltre l’ambiente è fantastico, gli australiani sono estremamente gentili e la grande multiculturalità della città mi ha dato la possibilità di crescere a livello personale. In generale si vive bene!”.
Trovi che nel tuo settore ci siano più possibilità rispetto all’Italia?
“Certamente sì. Non è molto difficile trovare uno Stato con più possibilità nel settore chimico rispetto al nostro, nonostante gli italiani siano molto preparati accademicamente. Purtroppo, non penso che avrei resistito se fossi rimasta in Italia: mancano stabilità e garanzia anche per un futuro non troppo lontano e anche le poche opportunità di lavoro che ci sono non mi avrebbero permesso di mantenermi autonomamente. Qui la differenza si nota, il 70% dei miei compagni sono emigrati come me”.
Hai intenzione di tornare?
“Nonostante la lontananza sia pesante, non è nei miei programmi; al contrario, tra poco farò richiesta per diventare residente! In questi 5 anni mi sono costruita una vita qui a Perth, il mio fidanzato è australiano (e chimico) e qui mi trovo molto bene. Naturalmente la nostalgia si fa sentire, particolarmente durante le feste, ma ci impari a convivere, grazie alla tecnologia le distanze si accorciano e riesco a stare in contatto con la mia famiglia facilmente. Fortunatamente ho trovato diverse persone che sono nella mia stessa situazione e con le quali ho creato legami profondissimi, si creano vere e proprie famiglie adottive e, proprio come in una famiglia, ci si aiuta nei momenti difficili”.
Mi pare di capire che sei felice della scelta che hai fatto.
“Non solo sono molto felice, ma anche orgogliosa. Certamente è stato difficile, ma sono anche cresciuta tanto. Viaggiate, esplorate! Vivere all’estero apre la mente, dà la possibilità di mettersi in gioco e ti fa capire che la città dove sei nato non è al centro del mondo. Lo consiglio davvero a tutti”.
Sei riuscita ad adattarti con facilità in un ambiente così lontano da quello di casa tua?
“All’inizio non è stato semplice. A parte la difficoltà linguistica l’ostacolo maggiore è stato sicuramente imparare a guidare con il volante a destra, mi sembrava assurdo! Tuttavia, dopo un po’ di pratica, mi sono adattata e senza causare nessun incidente (ride). Un’ altra differenza enorme che ho notato è quella dell’orario. Qua tutto si svolge prima che in Italia. Ci si sveglia all’alba, si va a lavorare alle 7.30 e si cena alle 18. A questo ancora non mi sono abituata, da me si cena alle 20”.
Quali sono i traguardi di cui vai più fiera?
“Sicuramente il primo è il mio Dottorato, che sono riuscita ad ottenere in tempo e a pieni voti. Oltre ai successi accademici, però, sono fiera di essermi imbarcata in questa avventura da sola ed essera riuscita nei miei intenti. Sono fiera della donna che sono diventata”.
Pochi mesi fa l’Australia è stata colpita da incendi devastanti: ora la situazione come è?
“Non è inusuale che scoppino degli incendi durante la stagione estiva che è estremamente arida, ormai la flora si è abituata a rinascere dalle proprie ceneri che usa come fertilizzante. Gli australiani prendono tutte le precauzioni possibili, ma purtroppo a volte non sono abbastanza. I grandi incendi di cui si parla tanto nelle news non sono arrivati fino a qui, ma sono rimasti sulla costa opposta, cioè quella orientale. Vicino a dove vivo ci sono stati alcuni episodi, ma sono stati domati in un paio di giorni. Mio fratello, che invece lavora a Brisbane, ha raccontato che il cielo era arancione e l’aria irrespirabile, anche se ora sta migliorando. Molte persone si sono già messe all’opera per ricostruire ciò che è stato distrutto e le numerosissime donazioni da tutto il mondo hanno aiutato tanto. Insomma, gli australiani non demordono”.
Federica Ricci