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Plastica in mare, Rimini dice… Basta

Il futuro è dei giovani. Lo è in generale, certo, ma lo è ancora di più per quanto riguarda i temi della sostenibilità ambientale. L’attenzione al nostro pianeta, infatti, è oggi a trazione giovanile: basti pensare ai Fridays for Future, di rilevanza globale, o ai più nostrani movimenti di sensibilizzazione e azione per la pulizia della città (solo per citarne alcuni: Rimini Smoke Box o La Nuova Era, ampiamente raccontati sulle pagine del nostro inserto Il Ponte Giovani).

A Rimini, però, c’è anche chi tra i “giovani green” ha fatto qualche passo in più. Come Edoardo Carminucci (nella foto), studente riminese alla Luiss di Roma, che a soli 20 anni è il vicepresidente dell’associazione Basta Plastica in Mare.

Un’associazione importante, che circa un anno fa ha presentato al Comune di Rimini uno speciale protocollo d’intesa, un appello alle istituzioni e alle associazioni del territorio per arrivare, nel giro di pochi anni, a una svolta completamente sostenibile per quanto riguarda la produzione di plastica monouso: Romagna Plastic Free/2023.

Un appello fortemente riproposto in occasione delle recenti elezioni regionali, che assume ancora più rilevanza in un periodo in cui i temi ambientali sono tornati d’attualità (si veda la conferma della ‘Plastic Tax’ e l’elezione della ecologista Elly Schlein a vicepresidente dell’Emilia-Romagna). In questo contesto, come procede l’attività di Basta Plastica in Mare sul territorio? Ce lo racconta proprio il giovane Edoardo.

Una piccola introduzione: cos’è Basta Plastica in Mare?
“Siamo un’associazione di promozione sociale che raccoglie esperti, volontari, ecologisti, tutte persone interessate ai temi della sostenibilità ambientale, con un’attenzione particolare (come si può intuire dal nome) al problema dei rifiuti di plastica in mare, molto sentito nel nostro territorio.

Ci siamo riuniti in questa realtà per chiedere agli attori istituzionali e ai decisori politici di tradurre in misure concrete le nostre richieste di arrivare a una maggiore attenzione all’ambiente e al territorio in cui viviamo”.

Cosa chiedete, nello specifico?
“Innanzitutto va sottolineato che noi non vogliamo demonizzare in toto la plastica, ma vogliamo puntare l’attenzione sull’uso improprio che oggi se ne fa. La nostra battaglia, infatti, è sul campo della plastica monouso, contro la mentalità dell’usa e getta. Per questo siamo a favore di tutti quei processi di ricerca e innovazione che possano portare le imprese di questo settore, con il dovuto periodo di transizione, a cambiare i propri metodi produttivi per arrivare a un’economia circolare.

Un altro ‘fronte’ sul quale siamo attivi è quello degli allevatori di cozze, molto presenti nell’Adriatico, che hanno un metodo di lavoro ancora legato a reti di plastica che vengono sistematicamente tagliate e lasciate in mare. Diverse, insomma, le aree sulle quali siamo impegnati”.

Una serie di progetti e obiettivi che avete messo nero su bianco in una proposta aperta a tutte le istituzioni e associazioni del territorio.
“Sì, abbiamo realizzato il protocollo d’intesa Romagna Plastic Free/2023, nel quale abbiamo formalizzato la richiesta di arrivare in questi anni, in modo ovviamente graduale e non improvviso, a un progressivo e irreversibile abbandono della plastica monouso nel nostro territorio.

Un protocollo presentato circa un anno fa, e che abbiamo riproposto di recente in occasione delle elezioni regionali, direttamente al presidente Bonaccini. Le nostre richieste sono al momento state ricevute dalla Regione, e siamo in attesa di risposta. In generale, comunque, nell’ultimo anno il protocollo ha ricevuto adesioni da numerosi enti e associazioni del territorio, e lo dimostrano le tante attività che abbiamo posto in essere in questi mesi”.

Ad esempio?
“Con alcuni gruppi di Rimini, soprattutto giovanili, abbiamo realizzato momenti di raccolta rifiuti in diversi luoghi della città; organizziamo incontri nelle scuole, per diffondere la cultura del rispetto per l’ambiente tra i più piccoli (partecipando anche al progetto regionale ‘Mare da Amare’); con l’associazione riminese Vele al Terzo abbiamo organizzato delle gite in mare ecosostenibili e, da sottolineare, abbiamo obiettivi importanti per quanto riguarda il turismo sostenibile: oltre alla collaborazione con Visit Romagna per quanto riguarda la promozione, stiamo lavorando all’ambizioso progetto di rendere anche l’Aeroporto Fellini completamente plastic free.

Insomma, tutto l’insieme di attività che abbiamo posto in essere, sia di appello alle istituzioni sia di sensibilizzazione sul territorio sta portando a risultati positivi”.

Chiudiamo con uno sguardo all’attualità. La Plastic Tax può essere, a livello nazionale, un buon passo in avanti?
“Va riconosciuto l’intento nobile di questa misura: ben vengano provvedimenti normativi che possano concretizzare la battaglia alla plastica monouso. D’altra parte, però, una tassa sulla plastica non può rappresentare la soluzione definitiva.

Non basta, ci vuole più coraggio. Per questo Basta Plastica in Mare spinge sulla ricerca e sull’innovazione, sulla valorizzazione dei materiali alternativi alla plastica e di nuove modalità di processi produttivi. Il percorso è iniziato, e non dobbiamo fermarci”.