Dieci computer rigenerati donati da Sgr alla scuola media XX Settembre. Otto pc donati dall’assessorato alla Scuola del Comune di Rimini alla scuola elementare di Torre Pedrera, vittima di un odioso furto.
Due gesti virtuosi ma nessuno dei due effettuato nell’ambito dello School Bonus. Lo strumento non decolla. Mentre il “fratello maggiore”, l’Art Bonus, continua a crescere: a novembre sono 403 i milioni raccolti in Italia grazie a oltre 13mila mecenati, il fratello minore School Bonus ha ricevuto appena 6,7 milioni da maggio 2016 a fine 2019. Numeri piccolissimi a dispetto del grandissimo bisogno.
Come mai le donazioni a favore della scuola in Italia e a Rimini non fanno breccia?
Entrato in vigore nel maggio 2016, lo School,Bonus è un credito di imposta riconosciuto a chi fa donazioni alle scuole per tre tipologie di interventi: realizzazioni di nuove strutture scolastiche, manutenzione e potenziamento di quelle esistenti, interventi per il miglioramento dell’occupabilità degli studenti. Il 10% della cifra donata va in un fondo di perequazione, destinato a supportare le istituzioni scolastiche che non ricevono sostegno.
Il fondo a metà dicembre ammontava a 670.000 euro, da cui la stima di 6,7 milioni di risorse raccolte. Una miseria in confronto al successo riscontrato con l’Art Bonus. Nel 2020 lo strumnto è stato interrotto ma l’attuale Governo dice di volerlo ripristinare.
Mai decollato
Quello in favore della scuola è uno strumento che non è mai decollato, nonostante le potenzialità e il bisogno. “Non è uno strumento al momento è stato messo in campo” ammettono dal Comune di Rimini. Il 125 di tutte le scuole italiane ha più di 70 anni e solo il 7,53% (con una grande variabilità tra le province) degli edifici italiani sono antisismici e si trovano su un territorio a basso rischio di terremoto.
L’istruzione non fa una grande figura in Italia: non figura infatti tra le principali case che attraggono i donatori, diversamente dagli usa, dove l’educazione raccoglie invece il 14% dei consensi.
Al contrario, l’Art Bonus continua a crescere.
Sul fronte scuola in questi anni sono scese anche le erogazioni liberali portate in detrazione. Secondo i dati del Mef nelle dichiarazioni dei redditi 2018 (anno di imposta 2017) sono 168.830 i cittadini che hanno portato in detrazione queste liberalità (erano 196.296 l’anno prima), per un valore di 25.035.821 euro contro i 27.262.674 euro dell’anno precedente, in calo netto rispetto ai 32.894.299 euro dell’anno di imposta 2015, il picco più alto per queste donazioni.
Il Bonus a scuola?
Al Liceo “A. Serpieri” sembrano non conoscere lo School Bonus, stesso refrain “cantato” al “S. Savioli”. Qui, però, il dirigente Scolastico Giuseppe Filiberto Ciampoli avverte di non avere mai avuto l’esigenza di richiedere interventi per il miglioramento della struttura scolastica poiché non si tratta di una struttura “normale” ma di una scuola “molto costosa poiché attrezzata di cucine dispendiose che possono implicare costi molto elevati”.
Zero donazioni anche tra le altre Scuole Secondarie di Secondo Grado di Rimini e dintorni: molte di loro non sanno cosa sia realmente lo School Bonus.
La situazione non cambia spostandoci tra gli Istituti Comprensivi. Chiara Giovannini, Dirigente Scolastico del Battelli di Novafeltria, ammette: “non conosco lo strumento School Bonus”. Peccato, perché “l’Istituto comprende 14 plessi, tutti bisognosi di interventi di ristrutturazione e non abbiamo mai ricevuto o richiesto aiuto di privati”. Un esempio virtuoso però c’è: una scuola primaria ha ricevuto sostegno economico di 1.400.000 euro.
E dal punto di vista della didattica, va segnalato l’aiuto dei genitori disponibili. Conosce lo School Bonus il Dirigente scolastico del Centro Storico: gli interventi effettuati a favore della scuola non sono però legati a quello strumento, afferma Lorella Camporesi. “La scuola necessita di miglioramenti ma l’edificio è di proprietà comunale”. Dovrebbe essere il Comune ad occuparsene. Mecenati e School Bonus cercansi.
Hanno collaborato Eleonora Memeo e Maddalena Fortunato