Da qualche giorno mi chiedo perché tanto interesse per le vicende di Harry e Megan Windsor, che hanno deciso di ‘diventare grandi’.
Nei telegiornali, sui siti internet questa ‘non notizia’ ha avuto la stessa risonanza della crisi USA-Iran e della guerra libica.
Forse la risposta alla domanda iniziale non esiste, ma da questi fatti sorge il bisogno di riflettere sul valore della responsabilità.
Ormai siamo assuefatti alle notizie, al punto che è normale parlare di guerra, salvo poi preoccuparcene se ci sono rifugiati che raggiungono le nostre coste.
In fondo, si dice, cosa possiamo fare partendo dal nostro piccolo per invertire la tendenza? Oppure, come fanno i bambini, non essendo noi la causa di quella guerra abbiamo ‘il diritto’ di non pensarci più di tanto.
Diceva Martin Luther King “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
Informarsi, chiedersi cosa sta dietro le notizie, dialogare e pregare per costruire, sono alcune delle azioni che possiamo mettere in atto per far crescere il senso di responsabilità e non inaridire il cuore.
Così come ebbe a ricordare il Papa durante una delle udienze del mercoledì “questo mondo esige la nostra responsabilità, e noi ce la assumiamo tutta e con amore.
Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano incomincia a scrivere con le opere di bene”.
Così davanti alla guerra che è alle nostre porte anche noi possiamo fare qualcosa; chi si impegna per il bene comune deve essere consapevole prima di tutto della responsabilità e dell’onore di cui è investito; chi inizia una nuova fase della propria vita esercita la propria responsabilità.
E in quest’ottica forse, anche quella di Harry e Megan, non è soltanto una voglia di indipendenza, ma l’assunzione di una propria responsabilità davanti alle vicende della vita. Con buona pace della Regina.