Un anno si chiude con un episodio di intolleranza, mentre un altro si apre con un gesto di umanità e speranza. Ed è bello che protagonista di quest’ultimo sia la nostra Rimini.
Parliamo di autismo, un disturbo ampiamente diffuso in Italia e nel mondo, che in epoca recente è spesso diventato argomento di dibattito pubblico. Un tema che, proprio in chiusura di 2019, è purtroppo tornato d’attualità, per un triste episodio avvenuto a diversi chilometri da qui, nel Lazio. Un episodio dal quale, però, Rimini è riuscita a ricavare qualcosa di importante, gettando la luce su un tipo di solidarietà che da anni si trova sotto l’Arco d’Augusto, ma che non sempre ottiene la giusta attenzione. Quindi, parliamone.
Cos’è successo
Si avvicina la notte di Capodanno e una decina di famiglie, per un totale di circa 40 persone, decide come tante altre di festeggiare l’arrivo del 2020. Membri di queste famiglie sono alcuni ragazzi autistici, una decina di giovani tra i 12 e i 18 anni. Sono famiglie provenienti un po’ da tutta Italia: romani, campani, piemontesi, che per seguire le terapie dei propri figli si sono conosciute e hanno deciso di festeggiare l’ultima serata del 2019 tutti insieme.
Scelgono come meta il “Terme di Pompeo-Fontana Olente” di Ferentino, a dieci chilometri da Frosinone, una struttura termale nota per la sua attenzione al benessere dei bambini. Prenotano senza alcun problema, finché non pronunciano le parole (evidentemente) proibite: “bambini autistici”. Improvvisamente, la struttura comincia a fare resistenza con le più goffe scuse, dal non essere attrezzati al numero chiuso per i bambini.
Finché, poi, non è emerso ciò che era già palese: per la paura di “disturbare il relax degli altri clienti” le famiglie sono state definitivamente respinte. “Ho chiesto consiglio anche ai miei collaboratori – è il commento del direttore della struttura, riportato da Repubblica – e non me la sono sentita. Dobbiamo pensare anche agli altri ospiti. Se non fosse stato così pecunia non olet. Pagavano come gli altri”.
Non è necessario né commentare né aggiungere altro.
L’invito di Rimini Autismo
Ciò di cui occorre parlare, invece, è la mano che Rimini ha teso a queste famiglie. Come? Sottoforma di invito a scoprire e partecipare ad Autism Friendly Beach, importante progetto di turismo accessibile presente ormai da anni in città, e guidato dall’associazione Rimini Autismo.
“La notizia di questi giorni, riguardante le dieci famiglie rifiutate da un hotel perché composte da ragazzi con autismo, sorprende, ma neanche così tanto, purtroppo. – interviene sul tema la presidente di Rimini Autismo, Alessandra Urbinati, madre di una ragazza autistica – Ed è proprio per questo che sulla riviera di Rimini è nato ed è attivo da sei anni il progetto chiamato ‘Autism Friendly Beach’, una rete sociale unica in Europa che caratterizza il territorio come destinazione ‘autism friendly’. Noi, che siamo prima di tutto genitori, sappiamo bene che, per chi si trova a vivere la condizione dell’autismo, le necessità sono tante e anche la vacanza è importante, come momento di riposo. Per questo ci sentiamo di intervenire in questa vicenda, non da ultimo per invitare i genitori che hanno vissuto lo spiacevole rifiuto a conoscere ‘Autism Friendly Beach’ e magari a scegliere per le loro prossime vacanze la riviera di Rimini”. Ma di cosa si tratta, nello specifico?
Una rete di solidarietà e accessibilità
Autism Friendly Beach è un progetto presente a Rimini da ben sei anni. Nato nel 2013, si pone l’importante obiettivo di offrire alle famiglie di persone con autismo la possibilità di vivere la vacanza in Riviera nel modo più sereno possibile. Un progetto importante, che vive in una prospettiva che va oltre i confini nazionali: nel 2015 risulta fra i vincitori di un bando europeo sul turismo accessibile ed è stato promotore di un network di livello internazionale tuttora in essere.
Rimini Autismo, un’associazione di volontariato di famiglie di persone con autismo, è la realtà che fa da “locomotiva” di questo progetto, che ha prima trovato supporto nell’amministrazione comunale di Rimini e, a seguire, in quelle di Riccione, Cattolica e Misano Adriatico, oltre alla pronta collaborazione da parte dell’associazionismo, sia locale sia nazionale (come l’Associazione Italiana Albergatori, Promozione Alberghiera Rimini e le cooperative bagnini).
Col tempo tanti operatori del turismo rivierasco si sono accorti di questa importante realtà, e hanno deciso di prendervi parte, entrando in quella che è una vera e propria rete ‘autism friendly’(è possibile approfondire il progetto sul sito riminiautismo.it). Una rete che oggi comprende hotel di diverse categorie, stabilimenti balneari, bar e ristoranti di spiaggia, passando per i parchi tematici Costa Edutainment (Acquario di Cattolica, Aquafan, Oltremare, Italia in Miniatura e Mediterraneo) fino ad arrivare agli uffici pubblici per l’informazione e l’accoglienza turistica (IAT). Il network, inoltre, si avvale della collaborazione della Cooperativa Millepiedi, grazie alla quale può mettere a disposizione delle famiglie che ne hanno bisogno un team di educatori professionali.
Come entrare nella rete?
Per far parte del progetto è necessario partecipare ai corsi di formazione e aggiornamento sul tema ‘cultura e accoglienza di persone con autismo’, organizzati da Rimini Autismo con l’aiuto del Centro Autismo della AUSL Romagna, da psicologi e personale specializzato. Dopodiché, una volta entrate nella rete, le strutture sono contraddistinte da cartelli e insegne identificative. “Ad oggi – conclude la presidente Urbinati – sono state tante le famiglie che hanno trovato nelle strutture partner del nostro progetto un vero e proprio punto di riferimento per trascorrere vacanze serene in luoghi abilitati a ricevere i loro cari con autismo con consapevolezza e capacità”.