Una porta aperta e sul ciglio si ritrovano due persone. Ambedue tendono la mano; una perché chiede aiuto, l’altra perché intende offrirlo. In effetti, è difficile comprendere chi tra i due sia il vero povero. O meglio, ambedue sono poveri. Chi tende la mano per entrare chiede condivisione; chi tende la mano per aiutare è invitato a uscire per condividere. Sono due mani tese che si incontrano dove ognuna offre qualcosa. Braccia che esprimono solidarietà e provocano a non rimanere sulla soglia, ma ad andare incontro all’altro. Il povero può entrare in casa, una volta che dalla casa si è compreso che l’aiuto è la condivisione.
Questa porta aperta e le due persone è il logo che accompagna la Giornata mondiale dei poveri: mostra la dimensione della reciprocità.
“Nata” tre anni fa, la La Giornata mondiale dei poveri viene celebrata nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario. Il titolo quest’anno è: “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.
Rimini accoglie con gioia la proposta di papa Francesco e domenica 17 novembre rilancia questo appuntamento nel segno non solo del pane ma anche della dignità.
La Chiesa riminese quest’anno “apparecchia” tre mense con gli indigenti. La prima è quella della preghiera, la seconda è quella eucaristica e la terza è quella del pane (e della festa).
Il primo desco è quello preparato venerdì 15 novembre presso la chiesa di San Bernardino, in centro storico a Rimini. Presso la chiesa delle sorelle Clarisse è prevista una veglia di preghiera alle ore 21. Dopo la Veglia, che prenderà in esame i tre verbi suggeriti dal Papa (gridare, rispondere, liberare) su proposta di Caritas e Papa Giovanni XXIII, seguirà un ulteriore segno di condivisione: un gruppo di giovani condividerà la notte dei senza tetto. Invitati sono principalmente i ragazzi ma anche tutti coloro che si sentono giovani dentro. Già diverse le parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali che hanno aderito.
La seconda mensa, anche questa preparata a livello cittadino, è la S. Messa celebrata alla chiesa di San Giuseppe al Porto, a Rimini, e presieduta dal Vescovo di Rimini, alle ore 11, domenica 17 novembre.
Alla liturgia eucaristica seguirà il pranzo comunitario presso gli ampi locali sottostanti alla Chiesa di San Giuseppe al Porto. Si tratta di un appuntamento reso possibile dal fattivo contributo di Caritas diocesana, Associazione Papa Giovanni XXIII, Capanna di Betlemme e Opera S. Antonio, oltre alla preziosa collaborazione della Protezione Civile (per gli aspetti organizzativi) e della Chiesa Ortodossa rumena che attualmente utilizza gli spazi di Sant’Agnese.
A tavola, tra gli altri, oltre al Vescovo, mons. Francesco Lambiasi, ci sarà una folta schiera di volontari (un centinaio impegnati nei diversi servizi) espressi dalle quattro realtà che hanno organizzato l’iniziativa. Trentacinque di essi serviranno a tavola.
Sono stati invitati anche amministratori, politici, persone che occupano ruoli di responsabilità, oltre ai diaconi e ai seminaristi riminesi, e i rappresentanti delle confessioni religiose presenti a Rimini e di altre fedi.
I primi destinatari del pranzo sono le persone accolte o ospiti delle due mense cittadine (mensa Caritas e mensa dei frati di Santo Spirito) e della Capanna di Betlemme. Sono attesi a tavola almeno 350 ospiti.
“In questo giorno la mensa della Caritas resterà straordinariamente chiusa. – assicura il direttore, Mario galasso – Siamo tutti invitati al pranzo comunitario a San Giuseppe al Porto”.
“Mi unisco all’auspicio di Papa Francesco perché questa nuova Giornata Mondiale, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. – sono parole del Vescovo di Rimini – I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo”.
La Giornata proseguirà nel pomeriggio con una festa con canti, testimonianze, sketch (molti protagonisti saranno gli stessi indigenti) e messaggi sul tema della Giornata stessa