Argilla, acqua e mani in pasta. Nasce così un oggetto. E un’arte, la ceramica. Opere in cui vive il gusto estetico e l’amore per l’arte. Modellato dall’abilità delle mani. Ma c’è anche chi in un piatto plasmato o in un vaso lavorato mette una ricerca di riscatto, di valorizzazione, conquistando – lavorazione dopo lavorazione – capacità e competenze. Per questi “autori”, la scoperta di sé come artefici di un’opera, contiene fatiche e motivazioni, sogni e possibilità.
Con le opere che nascono con queste precise caratteristiche e con il prezioso contributo di 46 artisti della Provincia di Rimini, ogni anno si rinnova un appuntamento che esprime e trasmette il senso di una presenza unito alla passione per l’arte. Si tratta della Mostra di Ceramica organizzata dalla Fondazione Enaip – Centro Zavatta di Rimini, e allestita fino al 14 ottobre presso Castel Sismondo, in piazza Malatesta. (orari 16-20, ingresso libero).
“Lo spirito e l’intenzione che anima la Mostra di Ceramica è essere parte di uno spirito che, sia pure al di fuori del grande dibattito artistico, ne riflette i sentori. – l’ha descritta il riminese Stefano Pivato scrittore, saggista di razza, già Rettore dell’Università di Urbino e assessore alla Cultura del Comune di Rimini – Realizzate da artisti o da chi ha messo nella ceramica anche una ricerca di riscatto alla sua situazione di marginalità, le opere vogliono valorizzare simbolicamente, attraverso la realizzazione di un progetto, l’intelligenza del lavoro manuale”.
La prima mostra di ceramica prendeva forma a Rimini nel 1961: esponeva le opere realizzate durante il corso per ceramisti, uno dei primi gestiti nella sede riminese. Da allora molte cose sono cambiate, ma i percorsi alternativi non sono mai mancati. Come pure le ceramiche. Realizzate da artisti affermati, e da altri in cerca di una propria cifra stilistica, e ancora da chi ha messo nella ceramica anche una ricerca di riscatto alla sua situazione di marginalità, le opere vogliono valorizzare simbolicamente, attraverso la realizzazione di un progetto, l’intelligenza del lavoro manuale.
L’edizione 2019 – con la direzione artistica di Annalisa Morri – è la numero 58 di questo infinito, appassionante artistico e umano percorso. La ceramica, “suprema creazione dell’uomo – fa notare Vittorio Betti, presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Enaip – Centro Zavatta di Rimini – è stata plasmata, dipinta, ideata nei secoli come pura forma d’arte, di tecnica, d’espressione, di ingegno, di materia viva. È parte della nostra vita, valore aggiunto del nostro quotidiano, aggregazione dell’uomo con la natura”.
Ogni anno la curatrice Annalisa Morri (al timone da 15 edizioni) sceglie un tema: quello 2019 è il vaso-palla. “Si sposa bene con decorazioni classiche e variazioni sul tema. – racconta la 51enne Morri – Gli artisti possono «giocarci» con la loro sensibilità”. E così il vaso-palla finisce per diventare anche… un pesce.
In mostra circa 200 pezzi molto diversi fra loro: dalla scultura vera e propria a grandi oggetti realizzati in terracotta a maiolica classica con oro zecchino. L’esposizione ospita artisti come Gio Urbinati, Veronica Zavoli, Bruno Brolli, Enzo Maneglia o le più giovani dello Studio Ramina (ma anche alcuni stranieri d’origine ormai adottati dal territorio): tutti insieme aiutano il visitore ad incamminarsi verso le vivide, umanissime possibilità dell’arte ceramica.
Tommaso Cevoli