Rinasce la Torre di Saiano. Una struttura che ha una lunga storia ma che, dopo anni di doverosa “metamorfosi”, ne comincia un’altra, affacciandosi a una nuova vita, per se stessa e per la splendida vallata su cui si affaccia nel territorio di Poggio Torriana.
Dopo il lungo restauro, infatti, partito nel 2008, negli ultimi mesi i lavori hanno avuto un’importante accelerazione per completare anche l’interno. E così è stato.
Qualche giorno fa, in occasione della festa dell’Assunta, la Torre del Santuario Madonna di Saiano è stata presentata al pubblico, per raccontarne la storia recente e, soprattutto, il futuro: diventare un luogo di riflessione, meditazione e preghiera per chiunque ne abbia il bisogno, o il piacere. “In questo luogo – le parole del vescovo Lambiasi, presente per celebrare la Messa e benedire la struttura cui è particolarmente legato – accadono miracoli, non tanto quelli fisici, ma quelli più difficili. Qui un ragazzo di 35 anni ha trascorso una settimana in preghiera al termine della quale ha deciso di dedicare la sua vita a un ospedale africano (si tratta del medico missionario riminese Massimo Migani, ndr). Sogno che questo sia un luogo di cristiani per amore”.
Presenti anche il sindaco di Poggio Torriana Ronny Raggini , il vicesindaco Franco Antonini, Antonio Polselli, in rappresentanza della Fondazione Carim e i progettisti: “Mi ha dato tanto lavorare su questa torre – spiega l’architetto Silvia Fabbri – è un luogo magico, pieno di cultura, di storia e di spiritualità“. “Anche le scelte che abbiamo fatto per l’interno – sottolineano gli architetti Nadia Sebastiani e Andrea Brici – sono pensate per essere semplici ed essenziali, per non disturbare, ma aiutare la meditazione e la preghiera. I materiali sono naturali e tutto è stato compiuto anche con un’attenzione etica ai costi, ma cercando di trasmettere bellezza”.
La torre è strutturata su tre piani e, anche se di modeste dimensioni, offre tutto il necessario per una vita semplice: al piano terra l’angolo cottura, al primo piano la zona notte mentre l’ultimo piano è più vocato alla preghiera.
“Ora ci affidiamo al Signore. – commenta don Osvaldo Caldari, rettore del Santuario – Noi abbiamo portato a termine il restauro, ora sarà Lui ad ispirarci l’uso. Potrebbe essere un luogo in cui le persone, penso in particolare ai nostri preti, possano trascorrere alcuni giorni di ristoro e preghiera, ma penso anche ad accoglienze più lunghe, perché possa esserci oltre a me qualcuno con cui allargare la comunità. Queste sono intuizioni, il Signore ci indicherà la strada”.
E già si vedono i primi segni. Nella mattina del 15 agosto 300 pellegrini, alle 6,30 del mattino, hanno percorso la strada dal vecchio mulino fino al Santuario, per la Messa e la colazione tutti insieme sul piazzale.