Due grandi uomini, figli di popoli in lotta tra loro e fedeli a un Dio chiamato in maniera differente, trovano le parole per raccontarsi e il desiderio di ascoltare. Ottocento anni dopo quell’evento storico che metteva di fronte come fratelli un campione della cristianità come Francesco e un’emblema dell’Islam, offre l’opportunità a due donne del nostro tempo, una siriana e l’altra italiana, di incontrarsi, conoscersi e paragonarsi con i fatti di umanità accaduti di allora.
Un incontro che oggi, come allora, apparentemente non cambia le sorti del mondo, ma che costruisce un piccolo, solido ponte tra due persone offrendo un esempio stimolante per ciascuno. E lo fa attraverso la musica, il canto e il teatro. L’arte, insomma, senza confini e sempre capace di avvicinare: Francesco e il Sultano-Ainalsharaa – Il Pozzo dei Poeti ne è un (ulteriore) esempio. Questo spettacolo di teatro-musica debutterà in prima nazionale venerdì 12 luglio presso la rocca vescovile di Bertinoro.
Il testo è di Giampiero Pizzol, autore e attore che Rimini ha imparato ad apprezzare anche per le tante incursioni che ha regalato al Meeting.
Ma c’è un’altra firma tutta riminese in questo spettacolo: il testo è stato adattato da Otello Cenci (direttore artistico del Meeting per l’amicizia fra i popoli, attore, autore e regista teatrale) che ne cura anche la regia.
Valeria Kadijah Collina e la cantante siriana Mirna Kassis sono le interpreti, Fabio Mina è il riminese a cui sono affidate le musiche dello spettacolo, Alice Tamburini “firma” le illustrazioni pittoriche e i video credits sono opera di Joseph Nenci.
Tutto parte da un incontro cruciale avvenuto 800 anni fa in Egitto, a Damietta, una città che si affaccia sul Mar Mediterraneo e sul Delta del fiume Nilo. I protagonisti di quell’incontro sono Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto e Siria. Nel 1219, nel pieno di una guerra tra l’Occidente e l’Islam, il Poverello attraversa il mare, supera i confini di una guerra cruenta, si presenta come semplice cristiano e viene accolto come ambasciatore di pace da uno dei più influenti e lungimiranti capi dell’Islam: il Sultano d’Egitto e Siria, Malik al Kamil.
Francesco e il Sultano. Ainalsharaa – Il pozzo dei Poeti (Ingresso: 12 euro. Info e prenotazioni 0543.446600), è il racconto in parole, musica, canto e immagini, di quell’ incontro. Un’opera che offre in forma poetica alcune riflessioni sul significato della parola dialogo e sull’origine profonda della pace. Perché due donne per riproporre oggi Francesco e il Sultano?
“Le artiste coinvolte in questo progetto sono addirittura cinque, per una volta in netta maggioranza. – sorride il regista Otello Cenci – Innanzitutto le due interpreti sono due donne per uscire dalla possibile identificazione dei due interpreti con i protagonisti del racconto; non ci interessava rappresentare unicamente quello specifico evento, ma poterlo avvicinare a ciascuno di noi, studiare e comprendere paragonandolo all’odierna situazione. Poi perché Mirna e Valeria, oltre ad essere due eccezionali interpreti, portano con loro un vissuto drammaticamente segnato da fatti molto legati ai temi trattati”.
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con Museo Interreligioso di Bertinoro (diretto da Enrico Bertoni), Percorsi Francescani e la Comunità Religiosa Islamica. E offre già un ulteriore spunto di amicizia, umanità e incontro. L’attrice Valeria Khadija Collina è la madre di Youssef, il figlio rimasto ucciso nell’attacco del 3 giugno 2017 sul London Bridge. Valeria ha fondato l’associazione Rahma, per la promozione dell’integrazione e la lotta contro la radicalizzazione dei giovani musulmani in Italia. Un’opera che la Collina ha proseguito anche scrivendo il libro Nel nome di chi(insieme al giornalista riminese Brahim Marad), in cui racconta il dramma della vicenda che ha visto coinvolto il figlio e gli avvenimenti che ne sono scaturiti.